Capitolo 61 - Flashback 36

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Luglio 2003

Le ore del primo luglio passarono strisciando. Hermione e gli altri Guaritori stavano nell'atrio, guardando l'orologio. Aspettando. Facevano poca conversazione.

Hermione stava vicino alla finestra, disegnando rune sul vetro, Occludendo accuratamente ogni pensiero su Draco dalla sua mente. Il terrore le si attorcigliava dentro come un viticcio invadente. Gli occhi continuavano a sfrecciare sull'orologio. Era quasi mezzogiorno. Le mani cominciarono a tremarle debolmente. Si aggrappò al cornicione, continuando a guardare l'orologio.

Seamus aveva promesso di mandare un Patronus.

Quando l'orologio segnò mezzogiorno, Hermione si rimise in piedi, troppo spaventata persino per respirare mentre guardava i minuti che continuavano a scorrere.

Niente.

Hai sbagliato. Hai fatto un errore. Hai sbagliato i calcoli. Tutti si fidavano di te e tu hai sbagliato qualcosa.

Continuò a fissare le lancette finché la stanza non cominciò a confondersi. La punta delle dita e le braccia cominciarono a pungere mentre continuava a guardare l'orologio in silenzio. Il cuore le batteva così violentemente che le sembrava di aver ricevuto una pugnalata nel petto.

Una volpe bianca e luminescente irruppe improvvisamente nell'atrio. "Ha funzionato! Mezzogiorno esatto! Quella dannata cosa ha staccato la cima della torre di Astronomia e ha fatto cadere le protezioni."

Hermione rimase immobile finché la volpe non scomparve, poi emise un rantolo stentato e le cedettero le ginocchia. Si sedette in mezzo al pavimento, singhiozzando. Le sembrava che il petto le andasse in frantumi. Si premette le mani contro lo sterno e cercò di respirare, con i polmoni che si gonfiavano dolorosamente.

Aveva funzionato. Arricciò la testa e premette la mascella contro la spalla mentre continuava a lottare per respirare. Le bruciavano i polmoni, la gola. La bomba aveva funzionato. Tremava di sollievo. C'erano altre voci, ma non riusciva a distinguerle.

Si premette le mani sulla bocca e cercò di smettere di piangere. Calmati. Calmati. Sei in servizio. Seppellì il viso nell'incavo del suo braccio e singhiozzò di sollievo finché la testa non cominciò a pulsarle.

Una mano calda le avvolse il gomito e la aiutò ad alzarsi da terra.

"Vieni, cara." disse Poppy, avvolgendole un braccio intorno alle spalle mentre continuava a singhiozzare contro il dorso della sua mano. "Ti porto una tazza di tè. Padma ci chiamerà se ci portano qualcuno."

Poppy la condusse in cucina e la fece sedere al tavolo. Hermione si scrollò le lacrime dal viso e chiuse gli occhi, costringendosi a inspirare fino a quattro e poi a espirare fino a sei, finché il petto non smise di spasimare. Lo sterno le faceva male. Premette la mano contro il centro del petto finché non sentì il battito cardiaco rallentare.

La cucina era stranamente silenziosa. Aprì gli occhi e si trovò circondata da dozzine di proiezioni diagnostiche. Poppy era in piedi accanto a lei, l' espressione tesa mentre esaminava e manipolava tutti i vari incantesimi che le aveva lanciato.

Lo stomaco le crollò così bruscamente che strinse le mani, la tensione che le bruciava la spina dorsale come se fosse stata fulminata. Tirò fuori la propria bacchetta, scacciando tutto ciò che Poppy le aveva lanciato con un movimento secco e tagliente.

"Pensavo avessi detto tè, Poppy. La definizione è cambiata?" aveva la gola stretta, l'acido che colava dalla voce.

Lei la guardò, impassibile. "Sarai anche un prodigio della guarigione, ma io faccio la Guaritrice da decenni più di te. Dovresti seguire una cura per l' ansia."

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora