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"Errare è umano,
perseverare è diabolico"

MARGOT

"Margottina non ti faccio niente, torna qui"
Gridava la voce di mio padre dietro di me ed io correvo, correvo fortissimo ma non riuscivo mai a seminarlo.
Correvo imperterrita cercando una via di scampo.
"Maargy non puoi scappare in eterno"
Cercavo di nascondermi, ma lui mi trovava sempre.
Lui riusciva a trovarmi anche quando fingevo di non esistere.
"Ti ho trovata" urlava con la sua voce arrabbiata.
Mentre alzava il braccio pronto a prendermi a schiaffi, mi mettevo entrambi le mani sul viso per proteggermi e gli urlavo "non farlo ti prego, io ti voglio bene papà"
Piangevo e strillavo con tutta la voce che avevo in corpo "per favore, non farmi male"
Ma non serviva mai a niente.

Mi tiro su di scatto ed apro gli occhi per capire che lui non c'è. La testa prende a pulsarmi fortissimo e ricado giù sul letto che ha un profumo del tutto diverso dal mio: muschio bianco e pino.

«Stai bene?» mi chiede la voce roca e assonata di Fred ed in un attimo tutto mi torna in mente.

«Sto..» prendo aria cercando di far tornare il respiro regolare «Va tutto bene» dico più a me stessa che a lui. Era solo un altro incubo, solo un altro fottuto incubo.

Ma che cazzo ho fatto ieri?
Mi giro di scatto verso di lui ancora con il respiro affannato, non avrebbe dovuto vedermi così.
Nessuno avrebbe mai dovuto vedermi così vulnerabile.

«Che cosa...» ma le parole mi muoiono in gola quando mi guardo e addosso ho solo il costume intero.

Che diavolo avevo combinato la sera prima?

«Non farti strane idee ragazzina, non ti reggevi in piedi ieri sera e ti ho lasciato dormire qui, cosa che non accadrà mai più, non sono il tuo baby sitter, chiaro?» riesce ad essere odioso già di prima mattina.

Ma chi avrebbe voluto dormire insieme a lui di nuovo, per carità.

Lo guardo dall'alto in basso e dio se è bello però.
La coperta lo copre solo fino all'addome scolpito in bella vista senza maglia, è poggiato sul braccio piegato. Quella posizione mette il risalto tutti i suoi muscoli ben definiti. Gli piace prendersi cura del suo corpo, si vede.

«Avresti potuto lasciarmi lì con Alexa, ci stavamo divertendo tantissimo» gli ringhio contro, risvegliandomi dallo stato di trance in cui ero caduta perdendomi tra le linee definite dei suoi addominali.

Non avevo bisogno di un cazzo di baby sitter e lui era l'ultimo a potermi fare una paternale.

«Si infatti siete proprio fatta l'una per l'altra» mi dice esasperato ed è vero, siamo tremendamente simili.

Sono felice di aver conosciuto qualcuno come me, spero solo di aver riposto la mia fiducia in una persona buona.

Avevo deciso che per lei avrei fatto un eccezione alle regole che mi ero prefissata.
Avrei lasciato i pregiudizi da parte e mi sarei lasciata andare. Se fosse andata bene ci avrei guadagnato un amica se invece sarebbe andata male, forse li sarebbe un bel problema, ma adesso non ci volevo minimamente pensare.

«E sentiamo perché non ho più il vestito?» gli chiedo curiosa notandolo ben piegato sulla sua scrivania.

«Mi hai svegliato come una bambina dicendo che ti dava fastidio e te l'ho dovuto togliere» scoppio a ridere immaginandomi la scena, ma quanto cazzo ho bevuto?

Era estremamente divertente vederlo arrabbiato e immaginarlo alle prese con la me ubriaca mi faceva davvero sbellicare.
Non mi sopportava da sobria figuriamoci da sbronza.

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