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"Arriva un momento
in cui devi spegnere
tutto quello che ti sta
spegnendo."

MARGOT

"Ti è piaciuta la festa di compleanno amore?" mi domanda la mamma accarezzandomi la testa dopo aver salutato l'ultima amichetta che torna a casa.
Annuisco contenta guardandola "Si mamma è stata meravigliosa"  mi rigiro ancora una volta nel mio vestito rosa con una gonna di tulle bellissima.
Mentre l'aiuto a togliere le ultime cose inizio a capire che c'è qualcosa che non va.
Papà entra in casa come una furia, era sparito da un po' ma non gli avevo dato troppo peso, puzza di qualcosa di molto forte e urla contro la mamma ma non riesco a sentire cosa si dicono. Non mi piace quando litigano, lo odio. Vorrei solo che andassero sempre d'accordo.
Quando entro in casa attraversando la porta finestra divento io il centro della sua rabbia purtroppo "TU" mi ultra contro venendo a prendermi per il braccio e buttandomi a terra.
Inizio a piangere disperata, che cosa è successo al mio papà? Dove sono i suoi occhi? Perché non è più lo stesso di prima?
"È tutta colpa tua, non saresti mai dovuta venire al mondo" mi dice mentre mi assesta la mia prima sberla in pieno viso.
Brucia e io non riesco a fermare le lacrime che continuano a sgorgare dal mio viso.

Mi sveglio di soprassalto dal divano dove sono crollata dopo pranzo, con le guance bagnante e la bocca asciutta. C'è Fred davanti a me con gli occhi spalancati.
È lui che mi ha svegliata. È lui che mi ha fatta tornare al presente.

Sono di nuovo qui, non ho più nove anni e non sono più all'inizio del mio inferno. Ora è tutto finito.
Devo solo respirare adesso, cosa che sembra fin troppo difficile per i miei polmoni. Premo una mano al centro del petto e mi obbligo ad incamerare aria.

Mi guardo un attimo intorno e metto a fuoco la mia nuova stanza. Inspiro ed espiro mentre mi alzo a forza.

Va tutto bene ora.

Non voglio che mi veda così, non ho voglia di spiegargli perché mi sveglio in prenda agli incubi e sopratutto perché adesso sono così frequenti.

L'aver cambiato casa e il dover scegliere cosa fare al college sono state la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso, già pieno di pessime decisioni. E lui...

Ho bisogno di più aria.

«È tutto apposto Fred, ora esco» gli dico senza alzare lo sguardo verso di lui nemmeno per sbaglio.

Mi ferma costringendomi a guardarlo prendendomi per il braccio «Non ti lascio andare via in questo stato, sei sconvolta Margot»
Dal suo sguardo sembra preoccupato? Il suo è così diverso ora...

Gli fai pena.

Scrollo il braccio intimandolo a lasciare la presa «Devo solo fare un giro, tornerò»
La mia voce si incrina e quando la sua presa si alleggerisce scappo di sotto in un batter d'occhio.

Non so come, non so quando, ma tornerò.
Perché alla fine torno sempre.

Prendo la moto e sono già fuori di casa prima che lui possa raggiungermi.

Gli fai pena come hai sempre fatto pena a tutti gli altri.

Cerco di prestare attenzione alla strada il più possibile ma capisco che ha ragione: sono troppo sconvolta per guidare, per uscire, per pensare.

Appena vedo l'oceano rallento e parcheggio al primo posto libero che trovo.

Lui ha comportamenti contraddittori, prima dice che non vuole aver niente a che fare con me e poi sembra preoccuparsi per ogni minima cosa.
Quello che più non capisco è: perché mi piace essere al centro della sua attenzione?
Deve essere il mio fratellastro e dovremmo solo cercare di essere civili l'uno con l'altro. Non dovrebbe essere così difficile giusto?

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