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"Picchiano il lupo finché non morde,
poi dicono che è cattivo."

FREDERICK

Papà:
Quando ti svegli vieni nel mio ufficio. Da solo.

Questi messaggi mandati da mio padre sono l'ultima cosa che vorrei vedere appena apro gli occhi al mattino.

Mi alzo dal letto cercando di non svegliare Margot in nessun modo, perché si: ha dormito di nuovo con me.
Mi sto facendo del male? Forse.
Mi interessa? No.

Dovevo tenerla d'occhio visto come era andata a finire la serata di ieri. Forse questa è la scusa che mi sono raccontato per sentirmi meno in colpa e meno sbagliato, per ora mi va bene così.

Ho dei lavori da sbrigare e il nome di quei fratelli è in cima alla mia lista. Hanno toccato il tasto sbagliato sta volta. Ho fatto finta di niente per tanto tempo ma non sarà più così.

Guardare Margot dormire mi ha fatto stare tranquillo, mi ha fatto sentire in pace con me stesso. Mi sono sentito stranamente bene con lei tra le braccia, nonostante tutto. So benissimo che forse dovrei interrompere tutto ora che sono ancora in grado di vedere le cose lucidamente, dovrei raccontarle tutto e darle possibilità di scelta, dovrei fare tante cose che molto probabilmente non farò, come sempre.

Il vero problema, ora, per me è la precisazione di mio padre nell'andare da lui da solo, possibile che già sappia?
Ha occhi e orecchie ovunque in questa casa, come potrebbe non sapere...

Mi infilo al volo una canotta sopra ai miei pantaloncini sportivi grigi che non mi abbandonano mai e sono pronto per andare in battaglia.
Sarà un bell'incontro quello di stamane. Me lo sento che arriverà la paternale, eccome se me lo sento.

Scendo le scale con calma, non ho voglia di andare da lui sinceramente parlando. Partiamo dal presupposto che non ho mai voglia di parlare con lui quando inizia con quei suoi messaggi, figuriamoci dopo aver fatto serata e con un bel pò di nervosismo in corpo.
Non gli ho neanche risposto e questo lo avrà fatto infuriare ancora di più, come al solito quando non rispetto il suo volere.
Sono stanco di sottostare ai suoi standard. Sono stanco di essere una persona che non sono, sono stanco di tutto e vorrei tornare a vivere come voglio io.

Nonostante mi abbia sempre aiutato e non mi abbia mai fatto mancare nulla ho sempre dovuto tenere alti i miei principi per non sentirmi niente di meno rispetto a lui. Il figlio perfetto, con voti eccellenti e con un comportamento impeccabile, cosa che ovviamente non sono e forse se ne è accorto troppo tardi.
Magari l'ha sempre saputo ma non voleva prenderne atto.
Mi sono fatto in quattro per essere tutto quello che si aspettava da me e non ho mai visto un briciolo di orgoglio verso di me da parte sua, di felicità per quello che facevo, solo critiche su critiche.

E poi non sarei perfetto perché ho voglia di vivere la mia vita come uno della mia età?  Perché voglio divertirmi come fanno anche tutti gli altri? Perché ho dei sentimenti? Perché non sono come lui?

Mentre salgo le altre scale per arrivare nel suo studio il cuore inizia a martellarmi nel petto. Mi farà sempre lo stesso effetto avere a che fare con lui.
Perché posso anche pensare di non voler essere quello che lui sogna ma mi fa male vedere il giudizio nei suoi occhi. Mi fa male non riuscire a vedere l'orgoglio verso di me.

Chissà cosa penserebbe la mamma...
Una delusione dopo l'altra.

Metto una mano al centro della grande porta di legno del suo ufficio e faccio il mio ingresso.
Lui è seduto sulla sua poltrona di pelle nera dietro la sua scrivania, stretto nel suo completo d'alta sartoria e già questo fa vedere i nostri diversi approcci alla vita in generale, nonostante io sia abbastanza elegante nel vestiario; non a casa, ovviamente e forse aggiungerei anche non a caso. Lui lo è sempre, non sa nemmeno cosa voglia dire allenarsi un po' perché madre natura gli ha dato un bel fisico naturale e un po' perché non gliene è mai importato nulla, perdita di tempo ovviamente come tutto quello che piace fare a me.

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