Capitolo 31

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Chuuya rimase immobile per qualche secondo, poi decise di muoversi e si incamminò verso l'imbalconata osservando dall'alto l'aria frenetica.
I poliziotti se ne erano appena andati e una cosa che l'aveva stupito è che non avevano interrogato altri se non Dazai. Il moro invece era sceso all'ingresso ed aveva radunato i maggiordomi, Kyoka e Lucy, comandandogli qualcosa che Chuuya non era stato in grado di sentire, vedeva solo qualche gesto e i servi guardarsi negli occhi stupiti, ovviamente tranne Kyoka e Akutagawa, che erano sempre rigorosamente monoespressivi.
Decise allora di dirigersi dalla madre per il timore che in questa situazione se la facessero perdere d'occhio, perfino Mori infatti non faceva che comparire e risparire senza lasciar mai trapelare nulla. Scese le scale e si avviò nella camera di Koyo a testa bassa, contando ogni passo. Chuuya aveva paura in quel momento, se fosse successo qualcosa avrebbe portato anche la madre all'inferno ma non era la peggiore delle cose. Continuava a pensare a quel volto di Dazai che non riusciva a leggere, si rivedeva nei panni di Verlaine e aveva paura che la vicinanza a quel ragazzo lo portasse a distruggere quel che poco era rimasto della sua famiglia. In più cosa poteva effettivamente essere per Dazai, non lo capiva, prima dell'attentato aveva sentito solo una voce, un desiderio penetrare il suo corpo, voleva essere suo, voleva farlo suo, aveva sentito un brivido lungo la schiena mentre gli baciava il collo e non fosse per Nae avrebbe lasciato libero sfogo a quel suo fervore. Mentre ballavano aveva sentito quella stessa passione che gli pareva di aver visto da bambino osservando il fratello e allo stesso tempo aveva provato lo stesso senso di colpa per il fatto che infondo fosse sbagliato. Alla fine non sapeva nemmeno se venisse usato o amato e se fosse amato dove l'avrebbe portato.
Quando entrò nella stanza della madre gli venne quasi un infarto.
Koyo si girò verso il figlio stupefatta e disse solo:
<<Non ti aspettavo.>>
Era in piedi sul letto, con la sciabola di Dazai tra le mani mentre tirava affondi e fendenti con una grazia inaudita.
<<MAMMA>> Chuuya corse verso di lei lasciando ogni pensiero e la strinse per le gambe (era troppo basso per arrivare alla vita)
<<Chuuya eddai lasciami stare!>> Disse la donna scocciata, sbuffando e corrugando la pelle tra le sopracciglia, poi con un calcio fece volare via il figlio che rimase bloccato a terra sia per la botta sia per lo stupore della sua potenza:
<<Mamma ma cosa...>>
<<Cosa pensi che una signora debba passare tutto il tempo a pensare ai figli? ho avuto una vita anche io!>> Disse la donna ridacchiando. Scese dal letto impugnando la spada dopodiché si chinò verso il figlio.
<<Affascinante non trovi? Anche se preferisco le katane.>> Disse con una voce suadente, come suo solito.
Chuuya non si era mai reso conto di quanto effettivamente persuasiva e elegante fosse sua madre. Il vestito nel muoversi le si era spostato leggermente lasciando qualche forma più scoperta ma non in maniera indecente, i capelli rossi e lunghi erano sciolti sui suoi occhi da gatta. Infondo era una donna giovane, se non fosse stato per la malattia si sarebbe probabilmente risposata, sebbene non fosse l'esempio di purezza.
Chuuya si alzò, poi la guardò inclinando leggermente la testa e ridacchiando disse:
<<Io e te dovremmo raccontarci un po' di cose... Da quanto sei una spadaccina?>>
La madre si coprí la bocca con la mano per nascondere la risata dopodiché rispose:
<<Tuo padre mi ha fatto vedere il modo, e ho potuto vivere come molte donne nemmeno lo sognano.>> Disse con un po' di malinconia poi continuò:
<<Ma in questa situazione penso che dovrò esercitarmi a fare pratica, la prima a morire è sempre la vecchia! Almeno mi difenderò>>
Disse recitando la parte dell'offesa immaginando già di venir abbandonata e Chuuya rispose con una risata:
<<Con il calcio che mi hai dato penso che saresti l'unica a sopravvivere.>>
La madre si unì a lui dopodiché quando non ebbero più fiato per ridere la donna si sedette sul letto:
<<Peccato per tutto questo, speravo...>>
Chuuya la guardò un po' storto e ripeté:
<<Speravi...>>
<<Ecco.. tu, lui, soli soletti...>> Lo guardò con malizia.
<<Mamma!>> La fermò Chuuya
<<Credi che sono stupida! Ti piace!>> Disse decisa la donna. Chuuya si fece rosso come un peperone poi la madre gli prese il mento tra le dita e disse:
<<Non farò due volte lo stesso errore, ho perso un figlio perché ho ignorato la sua vita ma la tua no.>> Poi gli sorrise e aggiunse:
<<Hai paura vero?>>
Chuuya non rispose poi si alzò e disse timidamente:
<<Lo devo incontrare stasera, per parlare...>>
<<Stupendo!>> La madre balzò dal letto poi disse:
<<Devi approfittarne! Non fare il solito brontolone non ricapiterà ancora!>> Chuuya si imbronciò e disse:
<<Il solito che?!>>
<<Dai su hai capito.>> Lo arronzò la madre.
<<Non voglio parlare di quello ma di ciò che è successo.>> Provò a infrangerle i sogni Chuuya ma koyo continuò:
<<Non potrai ignorare la cosa per sempre... Passa da me prima di andare che ti acconcio un po'.>> Chuuya si toccò i capelli e stava per dire qualcosa ma la madre lo fermò sul nascere:
<<Ti devo sistemare non fare scuse.>>
Chuuya sorrise arrendendosi a lei, poi disse:
<<Sai che tutto questo non è possibile vero?>> La madre lo guardò profondamente negli occhi e disse:
<<Essere complice di un crimine sarà eccitante, potrei diventare una criminale...>> Il rosso le spinse leggermente la spalla e rise.
<<Poi penso che dovrete discutere di qualcosa accaduto al ballo no?>> Disse lei sorridendo, Chuuya la assecondò dicendo:
<<È per quello che vado, con la strage che è successa...>> Alzò bene lo sguardo verso la madre e vide quella sua aria maliziosa.
<<Aspetta ma tu intendi...Come fai a saperlo!>> Disse dopo aver capito in ritardo.
<<La mamma è la mamma...poi me l'hai appena detto tu, non è corretto lasciare un discorso a metà però, giusto caro?.>> prese il ventaglio sul comodino e si sventolò ridendo, Chuuya piuttosto si diede uno schiaffo sulla fronte sentendosi stupido ma allo stesso tempo unendosi alla sua gioia, gli faceva bene. Iniziarono a parlare di ciò che era accaduto quella notte, almeno solo nelle parti che lei potesse sopportare e lui riuscisse a raccontare e così dal crepuscolo si passò alla sera.
In quel momento il rosso e la madre furono chiamati da Kyoka per la cena e entrambi si scambiarono una particolare occhiata. La madre era eccitata mentre chuuya che sapeva di dover essere serio era in ansia, aveva paura e aveva bisogno di un secondo per respirare.
Si unirono alla tavola ma era stranamente silenziosa. Dazai non diceva assolutamente nulla, tagliuzzava il cibo e tra un pezzo di carne e l'altro guardava Chuuya.
Gli unici a parlare erano Mori e Koyo che parevano quasi spensierati come nulla fosse.
Il rosso rispose a molte occhiate di Dazai, i due erano uno opposto all'altro, al centro della tavola e non più a capotavola come una volta, sebbene la distanza tra loro si sentiva il doppio più evidente in quel silenzio.
Chuuya allora sospirò notando l'ennesima occhiata di Dazai e scocciato inziò a toccarlo con il piede. Dazai alzò il sopracciglio quasi non se lo aspettasse, poi Chuuya salì con il piede lungo il pantalone e cercando così di attirare la sua attenzione su di lui gli disse con il labbiale:
<<Muoviti.>>
Dazai guardò il suo piatto e lasciò andare le posate, dopodiché alzandosi e chiedendo gentilmente il permesso di abbandonare la tavola se ne andò, passando dietro di Chuuya e tirandogli un altra occhiata.
Koyo guardò Chuuya con un ghigno e questo decise finalmente di congedarsi e seguirlo.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora