Capitolo 28

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Il percorso non fu lungo, ma anche se lo fosse stato sembrava essere passato solo un secondo. I due passarono l'attesa parlando e scherzando ed il tempo sembrava fermarsi.
Il cocchiere fermato il mezzo gli aprì la porta permettendogli di scendere.
Chuuya non ebbe nemmeno il tempo di alzare gli occhi che gli parve di perdere il fiato. C'erano decine e decine di carrozze, un atomosfera lussuosa, elegante, completamente diversa da ciò alla quale era abituato. Si girò verso Dazai che lo guardò con un sorriso, cercando di tranquillizzarlo.
Poi uno al fianco dell'altro si unirono alle altre persone.
Entrarono per un grande giardino, illuminato da lanterne le quali formavano in sentiero verso l'ingresso della villa.
Il prato sembrava fatto d'argento, tant'era ben curato. C'erano gazebi decorati con rampicanti e delle panche maiolicate.
Chuuya non poteva che girarsi mille volte intorno, e Dazai gli dava una pacca sulla schiena per farlo rimanere composto mentre camminavano in fila tra gli altri ospiti.
Era però difficile per Chuuya contenersi, da una parte era stupito ma dall'altra infastidito. Gli irritava vedere gli invitati, donne con abiti sfarzosi, gonne piene di ricami e decine di giri di perle al collo e uomini con merletti sulle giacche e bastoni con il manico in oro. Per lui che aveva visto poco tempo prima dei bambini elemosinare per strada, tutti questo faceva venire il vomito.
Arrivarono all'ingresso, trovandosi in cima a delle scale con la moquette rossa. Chuuya rimase a bocca aperta, lo spazio era grande illuminato da lampadari enormi splendere come stelle. I muri erano ricoperti da una sfarzosa carta da parati, e i pilastri erano decorati da imponenti lesene alzarsi fino al primo piano, della quale si vedeva il corridoio attraverso le balconate. Le travi del tetto erano decorate con motivi vegetali e per l'evento da esse pendevano ghirlande di fiori bianchi e rosati. La luce delle candele che faceva splendere il soffitto si rifletteva sul lucidissimo pavimento con disegni floreali e geometrici sui toni del marrone.
<<Il conte Osamu Dazai e il suo ospite Chuuya Nakahara.>> L'uomo con la lista tra le mani li annunciò e a Chuuya parve di svegliarsi solo in quel momento, il tempo riniziò a scorrere scandito dalle gonne pompose delle donne girare al pavimento a passo di musica.
Dazai poggiò la mano sulla spalla del rosso e gli disse sorridendo:
<<Sarà divertente sta calmo...>> Dopodiché avanzò il passo affabile buttandosi tra la gente che rimaneva incantata incrociando il suo sguardo. Anche lì quando videro il conte camminare ci fu da parte di altri un sospettoso silenzio ma i nobili non erano come la gente comune, sapevano mentire più facilmente.
Chuuya provò a dividersi da Dazai buttandosi verso qualche divanetto sulla quale sedersi e passare la giornata ad aspettare, e instaurare futili chiacchiere se qualcuno l'avesse costretto, però Dazai gli impedì di allontanarsi, dicendo che avrebbero dovuto fare i loro auguri alla festeggiata e poi avrebbe voluto vedere come stava il piccolo Nae. Chuuya si ricordò solo in quel momento che tutto questo sfarzo era solo un compleanno. Si dirisero quindi al centro della sala, tutt'intorno c'erano le dame e i loro pretendenti. Era primavera, la stagione degli amori, non poteva che esserci tortura più grande per Chuuya. Le fanciulle tutt'intorno parlavano con i ricchi nobili per trovare un buon partito come marito, possibilmente molto ricco, il rosso si disgustava al solo pensiero di una cosa simile. Lui non era di certo un romantico di quelli che ti riempiono di rose, ma pensava che oltre al denaro ci fosse qualcosa in più in un persona. Girandosi intorno inoltre, mentre lui e Dazai camminavano a passo lento sulla lucida pista, si sentì osservato, come potesse percepire gli sguardi maliziosi delle civette che lo guardavano ovunque, quelle dame con il ventaglio che si nascondevano dietro di esso, ma ancora peggio più che guardare lui, tutti puntavano allo stesso bocconcino prelibato, il conte.
Nobile, ricchissimo, affermato, bello, affascinante, e tutti gli altri aggettivi positivi, per loro il mix perfetto, il marito dei sogni.
Come fosse più forte di lui, ogni volta che vedeva lo guardassero Chuuya si sentiva come un gatto sul punto di tirare fuori gli artigli. La chiamerete gelosia, lo so, eppure non lo era, o meglio non era consapevole lo fosse.
Camminando arrivarono al centro della pista, e Dazai trascinò Chuuya spostandogli lo sguardo con il dito verso ciò che gli regnava davanti.
Una splendida creatura con una veste di merletti bianchi e i capelli corvini legati dietro in uno chignon: Naomi.
<<I nostri auguri signorina Tanizaki.>>
Disse Dazai inchinandosi prendendogli la mano e avvicinandola al viso senza toccarla, la fanciulla sorrise e rispose
<<Grazie a voi d'esser venuti.>>
Poi si girò intorno, con una mano vicino al viso come a coprirlo agli occhi di chi le era distante. Dopodiché rivolta verso i due ragazzi disse:
<<Conte.. signor Nakahara...vorrei che mi seguiste se è possibile.>>
Dazai intuì immediatamente che Nae fosse coinvolto nella cosa, mentre chuuya rimase a guardarli attoniti.
<<Ha fatto qualcosa?>> Chiese il moro ma la ragazza non rispose inziando a camminare a passo spedito. I due allora la seguirono facendosi strada tra le varie danze. Salirono delle scale e si ritrovarono in uno strano e silenzioso corridoio. Chuuya si sentiva quasi stonato, dopo tutte quelle musiche, quel frastuono un silenzio così improvviso faceva venire i brividi.
La ragazza arrivò davanti ad un porta, una semplice porta in legno, e si girò nuovamente indietro:
<<Conte...la prego solo lei può...>> Disse a mani ingiunte e Dazai gli chiese:
<<Cos'è successo a Nae?>> con aria insistente, accentuata dagli occhi che guardavano fisso la porta.
<<Non vuole piú uscire...ha chiesto di lei.>>
Cadde il silenzio, Chuuya rimase a guardare stupito mentre Dazai con il volto chino disse:
<<Capisco.>> E bussò alla porta. Non si sentì altro che un fievole voce dire <<chi bussa?>> E appena il conte si presentò si spalancò e lo tirò dentro.
Il rosso sapeva di non poter nulla, così dopo l'ultimo incrocio di sguardi con Dazai, decise di riscendere il piano ributtandonsi sulla pista. Prima di fare nulla però sentirono il rumore di passi sulle scale. Sia la fanciulla che Chuuya impallidirono, se fossero stati visti avrebbero creato voci, sarebbe stato troppo sospetto. Mentre si guardavano negli occhi come a decidere dove nascondersi la figura ormai era davanti a loro.
Un giovane ragazzo, alto e snello con i capelli rossi e un po' spettinati che coprivano a malapena gli occhi violacei.
<<Fratellone!>> Urlò Naomi e saltò sul ragazzo che arrossí imbarazzato.
<<Naomi ti prego non siamo soli...>> Disse lui girando la testa di lato.
Nel mentre chuuya guardava tutto immobile, aveva visto peggio da quando viveva con Dazai.
<<Mi volevi fratellone vero...io ti voglio tanto tanto fratellone..>>
Tanizaki divenne paonazzo mentre Naomi aveva uno sguardo come quello di una pantera dopo aver adocchiato una preda dall'alto del suo albero.
Chuuya continuava a guardarli, poi un po' a disagio disse:
<<Barone Tanizaki è un piacere incontrarla... bellissima serata davvero i miei complimenti io vado a prendere qualcosa da bere arrivederla.>
Parlò tutto d'un fiato e scappò via, sotto lo sguardo dei due baroni.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora