Capitolo 15

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L'aria era calda e colma di profumo, tanto da parer tossica, soffocata dai panneggi violacei, e dal fumo dei sigari provenienti dai mille uomini maleodoranti. Una voce femminile intrigante e delicata si udiva leggere in una stanza:

" Il ritorno del pifferaio"

"Nuove sparizioni a Brașov, la città ormai è in disgrazia. Nei seguenti giorni ci sono state un gran numero di sparizioni di bambini nelle praterie dei vari villaggi, ed un gran numero di donne, vittime e scomparse, si unisce a loro. Ormai non è più un caso, la polizia indaga sul pifferaio.
I pochi ritornati sani e salvi, oltre agli orrori delle loro aggressioni ricordano solo la presenza di una musica, la quale li ha adescati.
Tutti i sopravvissuti secondo alcuni esperti locali non sono più abituati alla luce, provando sfoghi in fase iniziale sulla pelle, fino ad arrivare a deteriorarla, legato al trauma è sicuramente la conseguenza del sonnambulismo.
La polizia continua a denunciare le azioni del pifferaio, e invita le testimonianze a non aver paura e farsi avanti."

La voce continuava spedita, interrota solo da risatine intriganti, coperte con la mano aggraziata. Nella stanza buia illuminata solo dai candelabri, leggeva seduta sul rosso divanetto, con indosso solo le calze a rete, un corsetto nero che le esaltava il ricco seno, e le coperte che la avvolgevano completamente. Ai lati tre uomini la ascoltavano, mentre uno di questi suonava il violoncello, lasciandosi abbandonare alla sua sinfonia.
<<Sentito? Ti hanno chiamato pifferaio..>> sghignazzava la donna coprendo il sorriso con la mano, un altro invece non si dava lo stesso contegno, ridendo a crepapelle, poi dal mantello nero tanto da parer vuoto e profondo estraeva una bottiglia, bevendola rozzamente e continuando a ridere. Il terzo invece rimaneva imbronciato, senza toccare alcol, ma solo con la testa bassa.
Il musicista fece scivolare l'arco sulle ultime note, intrigando la fanciulla che gli si avvicinò lasciando che la coperta gli scendesse e scoprisse le sue morbide curve, sfiorate delicatamente dai lunghi capelli biondi. Si poggiò a lui ma questo pareva non sentire nemmeno la sua presenza, finché l'ultima nota non fu suonata.
Alzò quindi la testa lentamente, come si fosse svegliato da un dolce sogno.
Tutti applaudirono, compresa la donna al suo fianco.
<<Ebbene Il pifferaio?>> Sorrise il ragazzo, con gli occhi malefici nascosti dalla chioma scura. Sospirò divertito e si scansò la donna da dosso spingendola come disgustato.
<<Dostoevskij...?>> Il ragazzo con la testa bassa lo chiamò timidamente e tutti si girarono verso di lui, con tale freddezza da metterlo in maggior disagio.
<<Cos'è un pifferaio?>>
Tutti inziarono a ridere ed il ragazzo rimase irritato, ma non aggiunse altro. Quello più allegro allora saltò in piedi, mettendosi sul tavolino, porgendo una mano a Dostoevskij e l'altra all'altro ragazzo.
<<Sigma...non conosci la storia del pifferaio?>> Disse la fanciulla sorridendo alle spalle del ragazzo in piedi, poi continuò <<ti prego Gogol raccontala..>>
<<Ma certo Agatha mia..>> poi si girò verso Dostoevskij, seduto con le gambe incrociate ed il mento sollevato.
<<Se tu lo desideri Dostoj...>> Questo con uno sguardo vuoto ed oscuro, lo guardò con i suoi occhi aguzzi ed annuí. Così Gogol carico di enfasi inziò a raccontare.
<<In un paesino tanto lontano da qui... Uomini e donne erano perseguitati da un invasione di topi...>> E una leggera risata di sottofondo si sentì << così fu indetto un bando... Chi avrebbe liberato dalla città i topi avrebbe avuto una grandissima somma di denaro! Così.. un pifferaio ci riusci, attirandoli con la sua musica.>>
Poi guardandosi intorno fece un balzo facendo tremare tutte le bevande sul tavolo e sorridendo pienamente disse pimpante:
<<È l'ora del quiz!>> pose le mani dietro la schiena e si chinò girandosi verso la gente che lo ascoltava poi chiese entusiasta:
<<Che fine hanno fatto i topi?>> La ragazza inziò a ridacchiare e Dostoevskij accennò un ghigno. Fedor alzò quindi leggermente la mano e rispose disinvolto.
<<Sono morti.>>
<<Risposta esatta!>> Disse Gogol saltando nuovamente ed aggiunse ridacchiando:
<<Sono tutti morti affogati nel letto di un
fiume!>>
Sigma storse il naso ma Gogol ancora più divertito continuò, sotto gli occhi compiaciuti di Dostoevskij.
<<Non ebbe però alcuna ricompensa... Così si vendicò. Un giorno, mentre tutti gli adulti non c'erano suonò...e tutti i bambini lo seguirono. Di loro non ci fu più traccia.>>
<<Gogol racconta che fine hanno fatto...>> Incitò la ragazza ridacchiando, sedendosi sulle gambe di Dostoevskij, che però non degnava di una sguardo quelle linee curve e scoperte, spintonandola via e lasciandola cadere sul pavimento.
Gogol allora prese un bicchiere d'alcol, e lo pose davanti a Sigma, poi completò la storia: <<ci sono tante teorie... Ma c'è chi pensa che come i topi...>> Spaccò il bicchiere con la mano facendo schizzare tutto il liquido << sono affogati tutti! >> disse ridendo a squarciagola insieme agli altri, tranne Sigma che era rimasto congelato e Dostoevskij, che si era limitato a sorridere leggermente.
<<Allora al pifferaio!>> Gogol prese la bottiglia ancora intatta e la alzò in aria, e gli altri seguirono il gesto <<Al pifferaio!>> Tranne però Dostoevskij che disse <<Ai topi..>>
Tutti si girarono verso di lui e questo continuò << i topi puliscono ciò che gli umani sporcano, liberano le città dai peccati degli uomini, ma questi hanno voluto subito liberarsene, ne paghino le conseguenze... Alla vendetta dei topi.>>
<<Alla vendetta dei topi!>> Si unirono gli altri.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora