L’odore di ruggine ed il tanfo della spazzatura riempivano l’aria, rendendo impossibile respirare senza far venire il volta stomaco. Vigeva il silenzio, spezzato solamente da delle gocce d’acqua cadere, risuonando con il loro ticchettio.
Non erano nemmeno entrati e già la situazione prometteva male.
Chuuya si guardava spaesato stringendosi la camicia in petto per il disgusto e la tensione, Atsushi al suo fianco non era da meno, anzi era quasi più evidente, come se nei suoi occhi si potesse leggere il battito del cuore andare all’impazzata. Avanzavano taciturni mentre nelle loro teste si ripeteva più e più volte la stessa immagine, il piano.
<<Tu sarai in prima linea, seguito da atsushi e akutagawa al tuo fianco e solo alle loro spalle si troveranno yosano, agatha, chuuya... e Nae.>> Disse ranpo guardando dazai fisso negli occhi. Chuuya si alzò dalla panca della chiesetta obiettandogli subito contro urlando:
<<Nae? Vogliamo davvero portare un moccioso? Ma siete pazzi!>>
<<Taci chuuya.>> gli rispose duro dazai, ma questo non fece altro che incaponire ancor di più il rosso
<< Ma stiamo scherzando!? Dazai davvero gli dai retta!?>> gridò avvicinandosi al moro ma questo impassibile si limitò con un tono calmo a rispondergli:
<<Sappiamo cosa facciamo.>>
Chuuya si zittì infastidito e la stessa stizza si rifletteva nei suoi occhi nel presente buio di quella stazione, mentre stringeva la mano tremolante del bambino. Sbuffò e aumentò il passo, spingendo via atsushi per poter affiancare dazai
<<Davvero portiamo il bambino!? Ma guardalo!>> disse sussurando.
<<Chuuya ritorna dov’eri prima.>> lo zittì dazai senza guardarlo nemmeno, ma il rosso non era soddisfatto, ponendosi davanti a lui:
<<Perchè? Volete dire qualcosa anche agli altri?! Oppure dobbiamo fare i burattini tuoi e di ranpo?!>>
<<Dobbiamo? Come vedi ti stai lamentando solo tu.>> replicò il moro con un sorriso derisorio che mandò sui nervi chuuya impedendogli di trattenersi dal tirargli uno schiaffo.
<<Basta cosi! Vi sembra questo il momento di litigare!?>> intervenne yosano separandoli con la sua mannaia. Poi prese chuuya per il braccio trascinandolo con sé ma questo sgarbamente ritirò la mano facendo da solo.
<<Almeno spiegatemi perchè devo rimanere dietro.>> chiese, ma dazai lo ignorò completamente, infatti a rispondergli fu yosano, chinandosi e sporgendosi al suo orecchio per diminuire il rumore:
<<Non avrebbe senso mostrare l’asso nella manica non trovi?>>
in quel momento si sentì una risatina in sottofondo, che radrizzò tutti come una lavata di capo.
<<Eccoli.>> bisbigliò il moro mentre la risatina si faceva più intensa, come raddoppiasse. Akutagawa si mise sugli attenti, portando i suoi artigli ai lati dei ragazzi, fungendo da barriera difensiva.
<<Hey hey hey...vi vedo infreddoliti, dovreste vedervi tremare...>> disse una voce ridendo a crepapelle, non si vedeva il proprietario ma era parecchio familiare.
<<Dazai questo è Gogol.>> disse Agatha al ragazzo che diede un calcio al vuoto stizzito per dei pensieri che gli altri non potevano cogliere.
<<La paura è più contagiosa della peste e si comunica in un baleno... infondo guardatevi!>> continuò la voce. Le risatine di sottofondo invece inziavano nell’ombra man mano a materializzarsi in figure piccole, esili, che avanzavano sempre di più.
I ragazzi si compattarono come fossero una testuggine romana, tutti in cerchio, schiena contro schiena, guardandosi intorno.
Dazai si girò verso Nae e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. Chuuya provò ad osservarli ma non capì cosa gli disse, vide solo il bambino correre via e la cosa non poteva che preoccuparlo.
“La vedo male” pensò tra sé è sé, mentre le ombre divennero una calca di persone.
<<Hey hey dai! Non fatevela sotto! Voglio solo giocare un po’ con voi...>> la voce riniziò a parlare nascosta nelle tenebre.
<<Sapete...spesso ci sono certe persone che consideriamo tanto “inutili” tanto fragili ma invece... indovinate? Sono più forti di noi.>>
In quel momento le figure uscirono finalmente alla luce, erano donne e bambini, cosa che fece sentire un vuoto nello stomaco a chuuya, come l’avessero pugnalato. Da quel che si poteva intuire, quelle “donne” se così ancora potevano essere chiamate, erano le “vittime” dei mille attentati di quel periodo, le vittime prescelte da Dostoevskij che non erano finite tra le fauci di gogol. Agatha gelò alla loro vista, poichè le ricordava una ad una, come ricordava quei bambini, bambini che però avevano uno sguardo tutto fuorchè vivo, i loro occhi erano vuoti e sanguinanti, sul loro corpo vi era il segno di una mano. Solo nelle retrovie poi, vi erano gli uomini che si erano uniti a dostoevskij.
<<Guardateli...I bambini così piccoli e fragili, ma guardateli negli occhi, i loro soli occhi sono un impero talmente smisurato che se un uomo ci entrasse non si ricorderebbe neanche più come si chiama, be... questi sono fatti vostri ora.>> Aggiunse nikolaj ridendo a squarcia gola.
La paura come detto già dal pagliaccio era evidente, nelle loro orecchie rimbombavano le parole di ranpo in quella chiesa.
<<Yosano e Agatha, che tanto ci tiene a venire, penserete ai pesci piccoli, Yosano tu starai li per velocizzare le cure, quindi tutelati, Agatha a questo servi tu, guardagli le spalle.>>
Akiko strinse la mannaia tra le mani e agatha al suo fianco aveva già il pelo rizzato in allerta.
<<Atsushi, akutagawa, ho faticato tanto su questa coppia, su di voi ho scommesso tutto non deludetemi.>> disse però dazai questa volta, e quelle parole si fissarono nella testa dei due ragazzi.
Chuuya invece sentiva quasi la delusione in ciò che avevano sancito.
<<Tu invece, penserai alle cose impossibili. Ma renditi utile in tutto prima che queste si facciano vedere.>>
allo stesso tempo quella delusione si era trasformata in orrore, solo l’idea di toccare delle creature indifese come bambini era per lui ripugnante, ma infondo che scelta aveva?
Alcuni tra quei “mostri” davanti a loro, partirono all’attacco costringendo tutti ad agire, anche se contro voglia. Una donna balzò su yosano che rispose con un colpo di mannaia, anche gli altri iniziarono a sferrare i loro attacchi, tranne chuuya che era rigido, si limitava a schivare, incapace di anche solamente sfiorare quei bambini. Si guardò intorno mentre saltava da un muro all’altro allontanandosi da una flotta di piccoli, dazai pareva scomparso.
<<Chuuya ma che diamine fai!>> si girò all’indietro, come non detto, dazai lo stava seguendo in ogni sua mossa.
<<Dazai toccali! Fai qualcosa! >> urlò chuuya mentre un bambino, tirandolo per la giacca, lo fece cadere giú, ma questo si spinse via ritornando ad aderirsi alla parete.
<<Non posso!>> gli rispose dazai che nel frattempo quasi si divertiva a dover schivare i colpi di una signorina.
<<Dazai non posso colpirlo!>> replicò il rosso, schivando un tubo lanciatogli da un bambino. Il moro nel mentre era stato messo al muro dalla donna che si avvicinava con un aria omicida, lui pareva più tranquillo, come si gustasse il momento.
<<Inventati qualcosa!>> gli rispose facendolo infuriare. Al contempo la donna gli corse addosso ma dazai con una tecnica che aveva imparato da koyo contro chuuya, le fece uno sgambetto al piede lasciandola cadere tra le sue braccia.
<<Un po’ agitata signorina...non sarà in quel periodo?>> la fanciulla urlò provando a dargli un pugno ma non ne ebbe il tempo che chuuya, ingelosito vedendo dazai che ai suoi occhi pareva più in flirt che altro, le lanciò contro un grosso pezzo di terreno strappato dal suolo, ad una velocità tale che colpendola la spinse via schiacciandola al muro.
<< come previsto. >> disse tra sé e sé dazai più che tranquillo.
<<Dazai sto aspettando una risposta io!>> gli urlò contro chuuya.
<<Non mi smebri così leale come dici.>> rispose il moro guardando la ragazza volata via.
<<Ma sta zitto!>> disse chuuya balzando via in modo che due bambini, i quali lo inseguivano, finissero per scontrarsi, preferiva usare questi metodi piuttosto che ferirli.
In quel momento con la velocità di un razzo un braccio di pietra li sfiorò, andando dritto dinanzi a sè, colpendo in pieno akutagawa.
<<RYU!>> urlò atsushi, chuuya guardò dazai a bocca aperta, poi iniziò a levarsi i guanti ma il moro gli bloccò la mano.
<<No.>>
<<Ma->>
<<Ci penseranno akutagawa e atsushi, noi abbiamo altro a cui pensare.>> lo sovrastò il moro con la voce, chuuya però non comprendeva continuando a parlare:
<<Ranpo aveva parlato di cose impossibili e->>
<<C’è ancora di peggio.>> lo zittì dazai, poi aggiunse :
<<ora seguimi abbiamo da fare.>> e detto questo gli afferrò la mano trascinandolo con sè.
Nel mentre atsushi corse a gran velocità verso aku, questo per fortuna stava bene anche se aveva preso un bel colpo.
<<Aku stai bene?>> chiese gettandosi verso di lui ma questo gli rispose:
<<Non distorcere lo sguardo idiota!>>
<<Che?>>
Il golem di terra era proprio dietro di loro e sferrò un altro attacco tirando un pugno verso atsushi.
<<ATTENTO!>> gridò aku spingendo via la tigre e tagliando la roccia con il Rashomon.
Un uomo elegante si intravide nella mano nel golem, con uno sguardo tanto sorridente da fare paura.
<<Piacere Ivan Goncharov... sono qui mandato dal padrone per darvi la possibilità di mettervi a suo servizio.>>
<<ma vettene a fanculo.>> rispose in maniera scurrile akutagawa, colpendolo con il suo artiglio dritto al cuore, ma questo non parve scomporsi, la sua capacità di rigenerazione era ammirevole, i due ragazzi si guardarono negli occhi impressionati, l’unico modo per levarselo di torno era bloccarlo.
<<Cosa dovremmo fare?>> chiese la tigre guardando quel mostro di pietra dinanzi a se, akutagawa si girò verso il ragazzo, poi riportò gli occhi sul golem.
<<Pensiamo a rompere quel coso.>> disse, dopodichè balzò sul mostro, Atsushi lo seguì a ruota. Ryu lo legò con il rashomon, stringendolo tanto da mandarlo in mille pezzi, ma questo si ricompose subito sferrando un pugno che per poco non prendeva la tigre. Atsushi però ci saltò sopra, dandosi uno slancio per raggiungere Goncharov ma ad un passo dal suo volto, fu colpito in pieno da un macigno che lo fece volare via.
<<JINKO!>> urlò aku
Atsushi rotolò al suolo venendo scaraventato metri più in là, un colpo tanto forte da far tremare le pareti, quello era solo l’inizio.
Akutagawa lo raggiunse aiutandolo ad alzarsi, ma non ebbero nemmeno il tempo di girarsi che il pugno di pietra si dirise verso di loro. Aku si mise dinanzi al compagno, spaccandolo con il Rashomon.
<<Cosa dobbiamo fare!>> chiese la tigre, aku guardò il mostro intensamente mentre già un altro attacco si preparava, nascendo dalla terra.
<<C’è solo una via, fai quello che ti dico. Se sbagli non ti perdonerò mai.>> disse duro Ryu guardando Atsushi intensamente. Questo ricambiò lo sguardo, con un espressione di paura, sentiva l’ansia invaderlo, così come un fremito, una scossa di forza, adrenalina e la sicurezza datagli da akutagawa, sebbene non volesse deluderlo.
Un altro macigno gli venne contro, Akutagawa avvolse la tigre con il suo cappotto ed urlò:
<<VAI!>>
Atsushi si buttò contro il macigno mandandolo in melle pezzi, schivò ogni colpo, saltando da un masso all’altro. Goncharov cercò di respingerlo, ma non ci riuscì, atsushi usò il rashomon come fosse un rampino, aggrappandosi al golem, catapultandosi verso l’alto, dopodichè, avvolse il suo pugno con gli artigli del mantello di aku, facendolo crescere a dismisura e buttandosi in picchiata. Il colpo prese in pieno Goncharov distruggendo il golem e facendolo sprofondare. Perse i sensi, sebbene sul volto regnava un beato sorriso, sarebbe rimasto così il tempo che bastava per finire la missione.
Nel mentre Chuuya e Dazai continuavano a correre all’impazzata, schivando nemico su nemico. Dazai stringeva la mano del rosso che si guardava attorno spaesato.
<<Muoviti non farti trascinare!>>
Chuuya parve riprendersi, rimettendo gli occhi sulla strada, eppure ogni cosa era buona per girarsi e come dargli torto. Alcuni nemici venivano letteralmente tritati dalle zanne di Agatha, altri affettati, ed il trambusto pareva quasi stordire il rosso. Tra le persone vide Nae sgattaiolare sopra la vecchia locomotiva, tra un salto e un altro per schivare i colpi. Chuuya tirò Dazai verso di lui, ma questo lo strattonò di nuovo a sè
<<Dazai dobbia->>
<<Abbiamo altro da fare.>>
Nae nel frattemo continuava a camminare tremolante, aggrappato alla tettoia della locomotiva, schivando di quando in quando le travi di ferro del tetto, tanto usurate da cader da sole. Tale era la paura che non sentiva nemmeno le urla attorno, solo un rumore delicato, quasi impercettibile, di una voce imbavagliata. Seguiva quel suono mentre con la testa si focalizzava sulle stesse voci ed immagini.
<<Nae, non dovrai temere, il bambino non ti farà nulla, l’unica cosa che devi fare con lui e portare da me la sua bambola.>> disse dazai piegandosi verso di lui con un sorriso. La parocchia sembrava più luminosa dopo delle parole dette dolcemente.
<<Ricapitoliamo, corri più che puoi e cerca Q, lo riconosci dai capelli bicolore, portalo da dazai e lui distruggerà la bambola salvando gli altri bambini ok?>> ripetè sguaiamente ranpo, scendendo dalla panca. Nae li osservò ancora mentre discutevano.
<<Immagino che non ti perderai il divertimento...>> disse il moro sorridente e ranpo, tirando dalla tasca un lecca-lecca, ripose con altrettanto sorriso:
<<Porterò qualche amico.>>
Il piccolo ritornò al presente, colpito dall’urlo di una donna dopo che agatha gli aveva strappato a morsi il braccio. Un bambino non avrebbe dovuto vedere di queste cose, ma lui ormai ci stava quasi facendo l’abitudine, sembrava tutto un ritorno alla villa tanizaki.
La voce si fece più intensa, accompagnata da un tonfo, qualcosa che sbatteva sul ferro. Nae strinse gli occhi analizzando quel rumore, cercando per quanto potesse di capirne la direzione, era vicino.
Balzò giù dalla locomotiva, arrivando davanti alla caldaia, vi poggiò l’orecchio e ascoltò nuovamente, era lì. Con tutta la forza che aveva nelle braccia tirò la portiera, trovandosi davanti un bambino imbavagliato.
L’odore dell’aria viziata lo pervase disgustandolo, si sporse verso Q che alla sua vista iniziò ad agitarsi per aiutarlo a slegare le corde che lo avvolgevano braccia e busto, sfregando inoltre le gambe al pavimento per ricordare i piedini stretti tanto da lasciare il segno.
Prima di tutto però Nae gli levò il bavaglio da bocca e questo in contemporanea prese una gran boccata d’aria.
<<SEI IL BAMBINO DELL’ALTRA VOLT-.>> urlò Yumeno ma nae lo zitti premendogli il palmo della mano sulle labbra, ciò per non attirare qualcuno su di loro. Gli liberò i piedi e Q si girò in modo che potesse slegarlo dietro la schiena, ma in quel momento le mani di Nae si bagnarono di rosso. Il bambino si irrigidí, sentendo un brivido scorrergli lungo la schiena, come un cubetto di ghiaccio. Portò le dita al naso accorgendosi di star sanguinando.
Gli occhi di Yumeno si spalancarono, con quel solito fare più sorridente che altro, ma di certo non incoraggiante. Il bambino si girò lentalmente, trovandosi una donna dietro con uno sguardo demoniaco.
<<Bambini non vi hanno mai detto di non intromettervi nelle faccende dei grandi?>> disse con una voce fredda e molto lenta, scandendo ogni parola.
Nae si parò con le mani, e la donna preparò un colpo pronto a farlo in due, ma fu fermata con un unico taglio e la sua testa cadde al pavimento.
Nae non potè che urlare, Yumeno invece muoveva gioioso le gambe esultando.
<<ELISE!>> una bambina bionda sbucò dietro al corpo, indossava una divisa da infermiera, con in mano un enorme e tagliente siringa.
Nae non sapeva se esserne incantato o spaventato, ma si avvicinò a lei diventando tutto rosso.
<<G-Grazie.>> disse sorridente, Elise ricambiò il sorriso ma fu subito seguita da una figura maschile apparire sui binari.
<<Nae non guardarla troppo, non vorrei me la consumassi...>>
Era mori, con il suo solito sguardo, che verso il bambino fu quasi minaccioso.
<<Rintaro andiamo!>>
<<Subito Elise-chan!>> rispose gioioso alla bambina, poi si girò verso nae silente, facendogli un unico gesto, l’indice che attraversava parte e parte del collo, con la testa che si inclinava seguendo il movimento, insomma era palese il messaggio.
Intanto chuuya e dazai continuavano con quella che per il rosso era diventata più come una maratona che una lotta, insomma si sarebbero dovuti fermare prima o poi. Ormai si erano addentrati nella parte più cadente della vecchia stazione, proprio dinanzi alla galleria dove una volta il treno aveva corso fischiando.
<<Dazai fermo!>> gridò stanco chuuya, bloccandosi d’improvviso. Il moro questa volta senza lamentele lo ascoltò vedendolo intento a riprendere fiato.
<<Dazai io li dentro non entro se non mi dici cosa mi aspetta.>> disse il rosso affannando, il moro si chinò verso di lui, anche lui con il fiatone, sorridendogli in maniera rassicurante:
<<Stiamo cercando->>
<HEY!>> in quel momento sulla trave all’ingresso della galleria si sporse una figura che in un balzo raggiunse dazai e chuuya. Era ranpo.
<<lui.>> completò il moro.
Chuuya rimase intontito ma non ci fu bisogno di rifletterci poichè ranpo iniziò a parlare da sé:
<<Vi ho fatto attendere tanto?>>
<<Nulla di che, siamo arrivati ora.>> rispose dazai
<<Lo so>> disse ranpo e gli porse una brutta bambola di pezza, simili a quelle usate nel voodoo, Dazai sorrise pensando a nae poi replicò:
<<Non avevo dubbi, allora bando alle ciance dici quello che devi dire>>
<<Gogol non si è fatto più sentire da qualche minuto ormai, ma prima la voce si sentiva forte e chiaro, nonostante non lo vedessimo>> Iniziò a ragionare Ranpo e dazai lo seguiva a ruota, a chuuya invece venne la pelle d’oca.
<<Gogol...? dazai non vorrai dirmi ch->> provò a dire il rosso ma ranpo gli parlò sopra continuando a spiegare:
<<Palesemente ha usato l’altoparlante, nel settore dei servizi, visto il silenzio quindi si è spostato, ed ecco perchè vi ho fatti venire fin qui. Nella galleria è avvantaggiato sotto ogni punto di vista, potendo muoversi come vuole tramite il suo mantello, inoltre è pronto per ricevere compagnia e gli altri gli sarebbero stati d’impiccio.>>
<<capisco...>> sospirò il modo, dopodichè guardò chuuya:
<<Con il potere di chuuya crollerebbe tutto l’edificio, o prendiamo quello stramaledetto mantello o->>
<<Rimarrete qui sotto le macerie.>> concluse ranpo al posto del conte. Chuuya non aveva parole rimanendo a guardare entrambi attonito:
<<Ma siete pazzi! E gli altri?>>
<<Probabilmente hanno già quasi finito lì e sono prossimi all’uscita.>> rispose ranpo come nulla fosse, dazai invece rimase silente, irrigidito dallo sguardo del rosso dritto su di lui.
<<Dobbiamo solo prendere uno stupido mantello chuuya.>> disse dazai sorridendo per sdrammatizzare, ma il rosso rimase cupo:
<<Io lo prenderò tu non verrai con me.>>
Dazai rimase di sasso, si avvicinò al rosso tirandolo a malomodo per il braccio.
<<E morirai con lui per la tua stessa abilità, non ci penso nemmeno, vengo con te è deciso.>> Replicò
Chuuya però si staccò ed entrambi si diedero un occhiata feroce e decisa, ma allo stesso tempo di chi semplicemente aveva paura.
<<Non esiste.>> insistette il rosso
<<Non farci perdere tempo chuuya! Non entrerai da solo!>> contrabattè il moro tirando chuuya a sè, stringendolo al punto da non permettergli di liberarsi.
<<Se si mette male lasciami qui.>> disse il rosso, ma dazai non gli diede risposta, incontrando i suoi occhi tremanti.
<<Sisi abbiamo capito, commovente davvero commovente, insomma non abbiamo tempo da perdere su!>> Li arronzò ranpo sbattendo le mani e spingendoli davanti alla galleria.
I due ragazzi presero un sospiro poi si girarono verso di lui che a bassa voce gli disse:
<<confido in voi.>>
Dopodichè si rivolsero l’uno all’altro, e nei loro occhi trovarono coraggio, chuuya sfiorò la mano bendata di dazai, e questo sentendola al tatto la afferrò stringendola saldamente, così decisi fecero un passo avanti, il primo passo di molti altri, finchè le loro figure non sparirono nel buio.
Ranpo rimase li a guardare, poi non appena le figure scomparvero abbassò lo sguardo, il sibilo si sentiva a malapena, mentre le squame gli strusciavano vicino alla scarpa. Agatha abbandonò le spoglie da serpente, scambiando un deciso sguardo con ranpo,
<<Seguili.>> si limitò a dire il corvino, la ragazza annuì, pian piano la sua pelle ritornò a tingersi di smeraldo, sparendo strisciando nel buio.
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𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾
FanfictionChuuya è un ragazzo giovane, con una marea di responsabilità sulle spalle ed eccellente nel suo lavoro, ma la sua dedizione non è abbastanza per equilibrare il suo carattere scontroso che fa scappare colleghi e clienti, fino a fargli quasi perdere i...