<<Non possiamo perdere quest'occasione!>> Disse Dazai con un aria quasi stanca di insistere, ma non si sarebbe mai arreso.
<<Non possiamo aspettare ancora.>> Rispose mori che lo guardava impassibile, seduto dall'altra parte della scrivania con il mento poggiato sulle mani.
<<Chuuya è un arma adesso, se lo trasformassimo sarebbe uno spreco.>>
<<E la cura?>>
<<La cura funziona! L'ho fatta io stesso ne sono certo. Prima di trasformare Chuuya l'ho rianalizzata nel dettaglio, letta e riletta mille volte non c'è un errore! Nessun intoppo! Confido che sia corretta.>>
<<Confidare non basta!>> Gli rispose mori ridendo in maniera derisoria.
<<E poi alla folla che tu stesso hai diviso chi lo dirà?>> Chiese mori dondolando all'indietro con la sedia.
<<Che tu mi hai fatto dividere.>> Lo corresse Dazai
<<La folla stessa sarà dalla mia parte quando vedrà. Chuuya ha una forza che non ha pari tra noi, è la vittoria servita su un piatto d'argento.>>
<<Una forza incontrollata che può ritorcersi contro.>>
<<Ti sbagli.>>> Controbatté Dazai, poi guardandosi il palmo, dove una volta doveva esserci la ferita inferta per trasformare Chuuya, aggiunse:
<<Con il mio potere è praticamente inutile, è sotto il mio controllo.>>
Mori si rispinse in avanti con la sedia portandosi con la testa tra le mani, dopodiché alzando lo sguardo verso il moro disse:
<< Se non funzionerà è la nostra fine.>>
<<Non ci sono possibilità di fallire.>> Rispose deciso Dazai, sporgendosi sulla scrivania arrivando ad una spanna dal viso del corvino.
<<Posticipa le partenze di coloro che sono dalla nostra parte.>>
<<Come fosse già fatto.>> Disse mori sorridendo e si tirò nuovamente indietro con la sedia.
<<Hai pensato già a dove portarli?>>
<<Godiamoci questo periodo di pace...per il resto ho già un idea.>> Rispose sorridendo il moro e se ne andò saltellante dalla porta.
<<Come vuoi figliolo.>> Disse mori tra sé è se mentre Dazai era ormai già fuori dalla stanza.Il conte percorse il corridoio saltellando come una ragazzina e cantando quelle sue discutibili canzoni sul suicidio, senza ovviamente rimanere inosservato. Al suo passaggio le teste delle cameriere e dei camerieri si girarono guardandolo stupiti. Era anche troppo allegro, se questa si poteva definire allegria. Scese le scale di un piano fischiettando il suo motivetto e aggiungendo qualche parola di gradino in gradino, mentre li scendeva ondeggiando con le mani dietro la schiena, oscillando la testa seguendo il ritmo della sua canzone. Dalla balconata sullo spiazzo delle scale poteva vedere benissimo tutto l'ingresso e la situazione sottostante, alcuni personaggi di poco rilevo erano già partiti, mentre quelli che gli interessavano di più erano ancora tutti lí, la fazione era la stessa, ma non si poteva negare un certo astio. Dazai controllò meglio, lo straricco Fitzgerald stava con la moglie in un angolo nella zona d'attesa. Dazai non avrebbe mai rivisto una scena simile, ma erano l'uno stretto all'altra, ballando un lento senza musica, composto solo dai loro sorrisi, le condizioni mentali di Zelda erano note a tutti e la scena gli faceva tante tenerezza. Dalle parti completamente opposte invece c'era ango che Dazai chiamò in maniera di certo poco discreta sporgendosi dalla balconata e muovendo la mano a ventaglio, questo gli ricambiò lo sguardo nascondendosi dietro un giornale e oscillando a malpena la mano in segno di saluto. Sicuramente non aveva gradito la figura, e Dazai ne era pienamente soddisfatto, era il suo modo di comportarsi con lui, infondo erano amici fin da ragazzini, ma il tempo li aveva divisi, così come le varie cose che l'essere adulti porta, tradimenti, egoismo, insomma ormai tra loro non c'era più l'amicizia di una volta, ma solo un rapporto di affari. Girandosi ancora attorno non poté vedere Fukuzawa, dando per certo che si fosse diretto da mori scendendo la seconda rampa di scale per non dare nell'occhio. Ricordandosi della coppietta Fitzgerald, il moro continuò il suo cammino andando alla ricerca del suo gnomo perennemente arrabbiato preferito. Percorse il corridoio e raggiunse la porta aprendola senza bussare perché infondo dargli fastidio era solo un piacere.
<<Buongiorno chu-chuu....>> Disse entrando, e allungò le ultime parole quando si accorse che nella stanza non c'era nessuno, alzò lo sguardo, Chuuya era seduto sul soffitto, a testa in giù, ma il cappello teneva. Quando il rosso lo vide si alzò e sempre sul soffitto gli venne incontro, arrivandogli da un palmo dal volto anche se al contrario.
<<Cosa vuoi mummia.>> Gli rispose con il suo solito tono scocciato ma Dazai non riusciva a prenderlo sul serio e non poteva che ridacchiare.
<<Ah nulla ero venuto a vedere come stai. Un po' sottosopra oggi?>> Disse Dazai con la mano davanti alla bocca
<<Spiritoso.>> Rispose chuuya.
<<Sai scendere da lì.?>> Chiese il moro piegandosi con le mani dietro la schiena come stesse parlando con un bambino o un cane, Chuuya lo guardò in malomodo, percorse il soffitto fino ad arrivare in concomitanza del letto, dopodiché si lasciò cadere riprestinando la gravità ai suoi piedi, finendo così tra le lenzuola.
<<Si.>> Rispose mentre il letto ondeggiava per il colpo, con una mano a tenere la testa e l'altra intrecciata nella coperte come fosse una modella.
<<Impariamo in fretta...>> Disse Dazai sorridente, dopodiché si poggiò sul letto al fianco di Chuuya.
<<Ma abbiamo ancora un sacco di cose da dirci ora che sei come me.>>
<<Un deficiente che fallisce perfino provando ad ammazzarsi?>>
<<In una cosa almeno ci somigliamo.>> Disse Dazai ridacchiando e Chuuya dopo qualche secondo di realizzazione lo colpì tirandogli un cuscino dritto in faccia.
<<Dai su... Dobbiamo andare>> lo incitò il moro, Chuuya sospirò scocciato e lo seguì.
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𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾
FanfictionChuuya è un ragazzo giovane, con una marea di responsabilità sulle spalle ed eccellente nel suo lavoro, ma la sua dedizione non è abbastanza per equilibrare il suo carattere scontroso che fa scappare colleghi e clienti, fino a fargli quasi perdere i...