Capitolo 19

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<<Ti ho trovato!>>

Disse l'uomo con la sua voce limpida, guardando in direzione di Dazai che invece non l'aveva degnato di uno sguardo, mantenendo il viso verso i suoi mocassini.
<<Chi è.>> Si limitò a dire, con una voce priva di sentimento. L'uomo inclinò leggermente la testa verso destra, poi fece un passo e si piegò in avanti.
<<Non ricordi?>>> Chiese con le labbra stirate in un sorriso, un sorriso particolare, beffardo, come coprisse altro, come quello di Dazai ma piú lavorato, il suo era perfetto, pareva vero.
Dazai alzò leggermente gli occhi neri, non ci mise nemmeno un secondo, e li spostò sulle mani, giocherellando scocciato con le dita.
<<Mori Ogai... Mi sbaglio?>>
<<No conte.>> Disse l'uomo, ed i suoi piccoli occhi caddero sulle mani di Dazai, troppo rovinate per un ragazzino.
<<Nonché il consigliere di mio padre... Notiziona, luì è morto da due anni quindi è libero di andare.>> Disse freddo il ragazzo, Mori però non si mosse, con i piedi fermi al pavimento nemmeno fosse una statua di pietra.
<<Non sono qui per suo padre conte.>>
<<Dopo due anni come vede non c'è bisogno che venga per me.>> Rispose Dazai che aveva pensato di aver intuito già tutto.
<<Non sono qui per lei conte.>> Rispose l'uomo e si chinò verso di lui, facendo incontrare quei quattro occhi vuoti.
<<Sono un uomo di parola...mantengo una promessa fatta.>> Rispose osservando Dazai con gli occhi affilati, ma questo era impassibile.
<<La morte infrange ogni giuramento.>> Rispose freddamente il moro, ma Mori ridacchiando gli rispose.
<<Ah ma non parlo di suo padre... tantomeno di un morto.>>
Solo allora inziò a cogliere l'attenzione di Dazai.
<<Lo devo ad un amico.>> Finì di dire Mori, dopodiché elegantemente si alzò, scuotendo gentilmente il cappotto nero con la mano guantata.
<<Non mi interessa cosa tu faccia... Vivi come vuoi, non mi cambia.>> Disse disinteressato l'uomo, che rivolgeva a Dazai le spalle e le braccia piegate dietro la schiena.
<<Non mi interessa cosa ti faccia.>> Continuò pungendo Dazai sulle mani.
<<Ti insegnerò quel che so... Tutto qui.>>
<<E se non volessi?>>
<<Sarebbe meglio...me ne potrei tornare a casa.>> Rispose Mori, ma Dazai sapeva fosse una bugia, non se lo sarebbe levato da dosso facilmente.
Il ragazzo allora si alzò, con il volto vuoto come sempre, superando Mori con le mani nelle tasche e la giaccia nera che si sollevava al passo, poggiata sulle spalle.
<<Che noia...>>

Così le giornate di Dazai si alternavano dalla notte profonda, come un pozzo senza vie di fuga, al giorno, un normalissimo giorno. Gli pareva di essere ritornato ai vecchi tempi, solo con il padre, Mori non era di certo come lui, ma almeno in quella casa vuota si sentiva il suono di passi diversi da quelli del ragazzino.
Le sue doti celebrali inoltre parevano riflettersi nelle sue mani, era preciso, non tremava un secondo, e Mori ne era colpito, ci si rivedeva infondo. Per questo un giorno decise di testarlo, non era nulla di difficile, ansi, sapeva già che sarebbe stata una passeggiata per il ragazzo, ma valeva la pena vederlo con i propri occhi, infondo il conte aveva solo 15 anni.

Erano seduti al tavolo, agli estremi opposti, e Dazai come al solito non aveva toccato nulla, ma Mori non pareva preoccuparsene, d'altronde dopo essersi cibato di tutto quel sangue il cibo normale dava il voltastomaco al più forte dei vampiri. Il dottore si alzò, arrivando al suo fianco e poggiandosi dietro lo schienale della sua sedia, con una postura perfettamente dritta.
<<Non tocchi nulla...?>>
<<Tanto lo sa già... C'è bisogno che menta? Allora non ho proprio fame.. mi fa male lo stomaco..oh che atroce dolore.>> Disse Dazai scocciato come sempre.
Mori fece un ghigno e afferrò una cosa dalla cesta della frutta sul tavolo.
<<Allora non ti dispiace giusto?>> Prese una banana e gliela pose davanti al piatto.
<<Hmm Un frutto esotico...No grazie.>> Rispose Dazai girando lo sguardo, ma Mori ridacchiando disse:
<<Oh ma non devi mangiarlo signorino.>> Prese un bisturi dalla tasca, che tutt'oggi portava sempre con sé e incise il dorso della banana. Poi mise sul tavolo ago e filo.
<<Ricuci.>>
<<Davvero?>>
<<Ora.>>
<<Ahhh che noia.>> Il ragazzo inziò con la procedura, e Mori gli teneva le mani guidandolo passo passo, ma dopo nemmeno qualche instante le mani di Dazai partirono da sole, aveva solo 15 anni ma non esisteva cicatrice più perfetta per quella banana.
<<Va bene...?>> Dazai rivolse gli occhi distaccati a Mori che annuì, ma quando fece cenno di andarsene lo fermò posandogli una mano sulla spalla.
<<Sei bravo.>> Gli disse ma Dazai non lo considerò più di tanto.
<<Tuo padre ci mise un po' di più ma me lo ricordi.>> Aggiunse il corvino, e Dazai parve ghiacciarsi, succedeva ogni volta che sentiva quelle parole, padre, madre, vita, morte, che differenza faceva ormai, erano tutte profonde ferite.
<<Tu sei qui per la sua ricerca vero?>> Disse Dazai alzandosi dalla tavola e Mori lo lasciò fare.
<<Hai promesso di continuarla come giusto che sia.>> Completò il ragazzo.
<<Sei perspicace>> Cercò di rispondere Mori ma non ebbe nemmeno il tempo di finire che Dazai gli parlò sopra:
<<L'avrebbe capito anche un bambino...ma lei mi sottovaluta troppo.>>
<<Ebbene se vuoi guidarmi...>>
Dazai avanzò e Mori lo seguì passo passo, dirigendosi con lui nello studio del padre, ma il corvino continuava a parlare mentre camminava.
<<Eppure ragazzo...penso dovresti farlo al posto mio.>> Disse l'uomo disinvolto
<<La promessa è sua.>> Rispose freddo Dazai
<<Il compito è il tuo.>> Ribatté Mori.
<<Non le ruberei la fama.>>
<<Ma la hai già o mi sbaglio... Uccidere è più soddisfacente.>> Dazai si fermò d'improvviso e Mori fece lo stesso dietro di lui. Aveva quel sorriso perfetto, ma non riusciva a celare un po' di malvagità.
<<Hai un talento anche in questo.>> Aggiunse Sorridendo Mori.
<<Ragazzo io non ho mai amato la giustizia... Buona, cattiva condotta, ogni mezzo è giustificato per arrivare ad uno scopo, ed ogni uomo ha il suo arbitrio, non ti giudico.>>
<<Ma in onore della sua casata anche lei dovrebbe averne uno... Non farsi usare.>> L'uomo aveva una particolare capacità nel parlare con parole sempre leggere, anche se appuntite come lame.
<<Io dovrei essere quello usato?!>> Ripeté Dazai quasi ridendo.
<<Anche soccombere a sé stessi è un modo di essere usato... Sfruttati, perché a noi non è concesso abbandonarci alla morte, soprattutto a te.>> Gli disse freddamente Mori.
<<Non l'ho chiesto io questo.>>
<<Ma cosa fai per impedirlo? Lasciarsi andare non è il modo più efficiente che abbia mai visto.>> Disse mori ancora più penetrante, avanzando di un passo.
<<Capisco...>> disse solamente Dazai, ed entrambi entrarono nello studio del padre, poi frugando tra i cassetti, il moro trovò un quadernino consumato e lo porse al corvino.
<<Tutto suo..>>
Ma quando l'uomo era sul punto di prenderlo lo lanciò, con la delicatezza del lancio di una monetina, prendendolo con l'altra mano come non fosse mai stato in aria, quasi fosse un trucco di magia per la tanta l'agilità.
<<Se lei mi insegnasse...>> Inziò a dire Dazai ma Mori continuò al suo posto:
<<Fallirebbe... O forse no. Non sta a me saperlo.>>
<<Allora voglio scoprirlo.>> Rispose deciso il moro.
<<Tu non ti senti umano, squalificato da tutto, tantomeno uno di noi. Ho rivisto questi occhi solo una volta nella mia vita, nella donna che li ha dati a te... Penso che l'unico modo per riuscire a trovare pace, per scoprirlo ragazzo... È che tu trovi il modo nel rendere gli altri esseri più semplici almeno umani come desiderano.>>
Dazai non aggiunse altro limitandosi ad abbassare il capo, e i suoi occhi si fecero ancora più scuri.
Questo perché Dazai già sapeva. Era una mente da calcolatore la sua, riusciva facilmente a elaborare un modo per raggiungere i suoi scopi, oltre qualsiasi mezzo, e sapeva che per raggiungere l'obiettivo, bisognava agire e pensare già alle conseguenze. Questo anche Mori lo sapeva bene, non conosceva però i limiti del ragazzo, ciò nonostante non gli fu difficile manipolarlo, avrebbe risolto da solo ogni problema, trovato cura alla sua prima malattia.
Anche se, perfino l'uomo faceva attenzione ai suoi riguardi, perché lo leggeva negli occhi di quel ragazzino, che sarebbe potuto diventare una sua pedina da un momento all'altro, infondo avrebbe potuto liberarsene non appena avrebbe potuto se lo avesse voluto.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora