Capitolo 40

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La porta si richiuse e il rumore rieccheggiò come un tuono. Chuuya si irrigidì, stringendo i pugni. Guardava Dazai, lo guardava per difendersi, lo fissava come fosse un nemico, che però gli stringeva il cuore. D'altronde il moro non lo aiutava di certo, questo pareva sprigionare un aria tombale, tenebre, ghiacciava il sangue. Rimasero in silenzio per davvero poco, poiché, chiusa la porta, Dazai, con lo sguardo basso, si avvicinò a Chuuya, arrivando con passi lenti e pesanti al suo viso. Il rosso sentì un brivido dietro la schiena incontrando con la coda dell'occhio quello gelido sguardo, come quando piove e una goccia si intrufola sotto l'ombrello bagnadoti le vesti. Prendendo coraggio, alzò lentamente lo sguardo verso di lui, aspettando una reazione che non esitò a venire. Dazai sollevò la mano, lasciandola scorrere lungo la pelle del rosso su su per il braccio, poi alzando anche lui la testa gli mostrò il suo sguardo sotto quegli scuri e spettinati capelli, colpì delicatamente Chuuya sulla spalla con una pacca e sorrise sereno come un cielo
<<Ti va di bere qualcosa?>> Gli disse e Chuuya non resistette dal dargli uno schiaffo in pieno volto.
<<Dazai porco cane mi hai fatto venire un infarto!>>
<<Credevi che volessi succhiarti il sangue? Uh che schifo... Saresti così acido!>>
Chuuya inziò a ridere poi gli diede le spalle e disse con un tono più serio e stanco:
<<Vuoi davvero farmi questo?>>
Il moro esitò a rispondere poi disse:
<<Vorrei vederti rosso dal vino... Quello si>>
<<Sisi mi ubriachi e mi colpisci!>> Lo sovrastò Chuuya imbronciato anche se infondo voleva ridere, sia per la paura e le mille cose scoperte, sia per la semplice battuta.
<<Come sei cattivo Chu-chu ! Non lo farei mai! Che cosa vile... però posso fotterti se vuo->>
Provò a dire Dazai ma fu fermato dalla risata di Chuuya che quasi lo lasciò intontito, era una risata forte, rumorosa, praticamente uno sfogo, e un po' gli piaceva. Si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro stringendolo con un calore che Chuuya non aveva mai provato, era come un bambino che cercava amore e protezione, ma era anche un gesto dolce per ingannare entrambi e i loro destini.

Come nulla fosse si dirisero nel "loro posto" per bere.
Era da un po' ormai che non ci tornavano, quella piccola stanzetta dal sapore di casa. Aperta la porta, Chuuya e Dazai furono pervasi da un calore soave, quello della tranquillità, dei ricordi. Dazai si mise subito dietro quel bancone a forma di tronco giocando tra un bottiglia e l'altra mentre chuuya si stese sul divano. Poteva essere ferito da un momento all'altro, chiunque non sarebbe rimasto tanto disteso in quella situazione, ma lui no, forse avrebbe anche dormito al fianco del moro, perché era quello che voleva, la serenità, voleva una vita semplice che pareva un sogno lontano in quel luogo. Si chiedeva come facesse Dazai in quel momento, con quel peso sul cuore, con quella vita piena di doppi fini, ricca di responsabilità, senza pace, come si poteva vivere così, senza nemmeno un attimo di semplice ristoro, di compagnia che scalda il cuore. Ormai non era più inverno, ma una bellissima primavera, ed il camino dinanzi a Chuuya era spento e sporco di cenere e polvere, eppure, gli veniva da immaginarlo scoppiettare dinanzi a lui e ci allungava la mano godendone il calore.
<<Chuuya vuoi venire o no?>> Disse Dazai che aveva posto sul tavolo già un bottiglia di vino e il suo classico bicchiere di scotch a malapena riempito. Chuuya si alzò stiracchiandosi la schiena e stirando le braccia, poi a passo lento si avvicinò a Dazai e si lasciò andare sullo sgabello versandosi il vino. Senza nemmeno vederlo portò la bottiglia alla bocca, poi si girò verso Dazai notando invece che questo a malapena si sporcava le labbra, non era poi cosi strano, infondo con chuuya Dazai si era sempre contenuto, il suo esatto contrario.
<<Dazai perché non bevi?>> Chiese il rosso, il moro lo guardò sorridendo poi disse:
<<Per quelli come me meglio di no.>>
Ah giusto "quelli come me" pensò Chuuya tra sé e sé incupendosi un po'.
<<Poi dipende...bere fa perdere i freni inibitori ed io evito, ma ci sono alcuni come noi che non lo temono e non ne hanno bisogno, come fossero stati allattati con il vino da neonati.>>
Rimasero in silenzio, poi entrambi si guardarono negli occhi e dissero all'unisono.
<<Yosano.>>
Inziarono a ridere e poi tornarono in silenzio immergendo nuovamente le labbra nell'alcol.
Chuuya guardava quella bottiglia dal colore verdognolo e in essa si specchiava, vedeva i suoi occhi che lasciavano trasparire i mille dubbi e le paure, ma anche la voglia di lasciarli perdere e godersi la serata. Ma tutte quelle domande erano cosi pesanti che mantenerle per sé diventava insostenibile.
<<Dazai...>>
<<Mh?>>> Fece il moro mentre buttava giù un sorso,
Chuuya alzò lo sguardo girandolo verso di lui e disse:
<<Prendendo quella cura io... Io morirò?>>
Dazai portò il bicchiere sul tavolo e il rumore spezzò il silenzio.
<<C'è una possibilità che prendendola non guarirai o morirai si... Infondo mio padre è morto così.>>
Chuuya si irrigidì, non sapeva nulla di quell'uomo, e non sapeva nulla del suo destino, ma allo stesso tempo voleva conoscere entrambi.
<<Tu che pensi?>> Chiese il rosso, Dazai lo guardò con un sorriso appena accennato e degli occhi dolci e comprensivi, si avvicinò, prendendolo per le mani e disse:
<<Non ti costringerò se non sarai sicuro di farlo.>>
<<Ma mor->> tentò di dire il rosso ma Dazai gli parlò sopra
<<Troverò un modo, anche a costo di farla a me stessa.>>
Chuuya abbassò lo sguardo per nascondere gli occhi che sapeva fossero per Dazai un libro aperto sui suoi mille pensieri e paure.
<<Ma perché farla a me? Tra tutti voi me che non sono come voi?>>
<<Perché...>> Dazai ci pensò qualche secondo forse per trovare delle parole semplici per spiegarsi poi continuò.
<<La cavia deve avere il nostro sangue, il sangue dei Dazai, perché è lo stesso sangue che scorreva nel primo vampiro, siamo influenti perché discendiamo direttamente da lui. Se trasformassi te, tu avresti il mio sangue, e saresti mio.>>
<<In pratica è un modo dei Dazai per salvarsi il culo usando gli altri>> disse Chuuya e Dazai non potè che ridere.
<<Esattamente.>>
<<Ma non orginavate da un unico antenato?>> Chiese Chuuya e Dazai gli rispose.
<<Di fatto si... Ma più tardi si scoprì il potenziale di "questa specie" e la si sfruttò accrescendone il numero creandone altri e altri ancora, come macchine da guerra, fino a che gli uomini non li trovarono scomodi a dir poco terrificanti e inziarono delle "cacce" per liberarsene. Ma anche se nascosti siamo ancora qui no?>>
Chuuya ascoltava ed annuiva mentre Dazai ne approfittò per bagnare un altro po' le labbra nello scotch.
<<Quindi non c'è scelta?>> Chiese Chuuya a Dazai e questo si limitò a dire:
<<La scelta è la tua, Chuuya io non voglio fartelo, non voglio metterti in pericolo. Se tu non vuoi cercherò un modo ci proverò.>>
<<È davvero possibile trovarlo?>> Chiese il rosso guardando Dazai dritto negli occhi, infondo lui sapeva che il mori conosceva la verità su tutto, e quegli occhi non erano speranzosi come le sue parole.
Chuuya sospirò, poi disse:
<<Tuo padre... Com'è morto? Ha s->>
<<Mio padre si è ucciso.>> Gli parlò sopra Dazai diventando improvvisamente freddo.
<<Ma avevi->>
<<Mio padre ha preso la cura con la consapevolezza del fatto che non fosse il momento giusto, che non avrebbe mai funzionato, ma l'ha fatto perché infondo non gli importava, non so nemmeno come avrebbe reagito se fosse andata bene, non era nei suoi piani.>> Chuuya lo guardò come pietoso, provava una tenerezza ed una compassione per quegli occhi sofferti che non riusciva a descrivere.
<<Perché?>>
Dazai si prese un attimo di silenzio, poi gli rispose:
<<Mia madre, e molte persone nel palazzo, come quei piccoli orfanelli della quale ti ho parlato, sono morti durante una caccia fatta dagli abitanti del paese che sospettavano di noi. Io e mio padre fummo gli unici a sopravvivere, mio padre non c'era, io semplicemente mi nascosi.>>
<<Li hai visti...ecco>>
<<Tutti e due. Mia madre fu aggredita da cani e il sole sorse non lasciando niente del suo corpo, mio padre mi è morto davanti mentre io...>>
<<Tu?>>
<<In entrambi i casi li ho lasciati morire, mi nascosi rimanendo fermo a guardare.>>
Restarono in silenzio, Chuuya guardava Dazai e da una parte si malediceva per aver chiesto troppo, mentre il moro fissava dentro il bicchiere, come vedesse l'infinito.
<<Ho migliorato la cura di mio padre, è pronta, non finirà così.>> Disse lui guardando il rosso sicuro, questo però non era altrettanto convinto.
Strinse i pugni sulle cosce poi sospirò, Dazai invece aspettava silente una sua risposta.
<<Lo farò.>> Disse Chuuya e Dazai lo guardò senza né stupore né gioia né altro, lo guardò senza un emozione, cosa che non diede sicurezza al rosso.
<<Se sei convinto sia pronta deve essere così. È il modo per non farvi più patire, andrà bene.>> Disse il rosso sorridendo,
Dazai ricambiò lo sguardo e rispose solamente:
<<Va bene.>> Si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla guancia e accarezzandola con il pollice, lo baciò, con un bacio dolce e veloce che finí con un leggero schiocco. Dopodiché si alzò e gli diede le spalle posando le bottiglie vuote nella credenza.
<<Lo faremo adesso?>> Chiese Chuuya ancora un po' tramortito dal bacio. Dazai si girò verso di lui e con un lieto sorriso rispose:
<<Nah... può anche aspettare un po'>>
Chuuya sogghignò a sua volta.
Rimasero li ancora altre ore a bere e a giocare a biliardo ma entrambi si guardavano con un fervore che li divorava.
Chuuya sussultava dalla voglia e non gli bastava di certo un bacio, si stringeva a Dazai baciandolo sul collo e cercando di tentarlo ma per forse la prima volta dal momento nella quale si erano incontrati, era lui a respingerlo via, distraendolo con altre azioni, tenendolo sempre di più sulle spine. Chuuya non ne capiva il motivo ma la cosa non faceva che farlo imbestialire e la prese come sfida, una sfida che di certo Dazai non poteva che apprezzare. Passò altro tempo, era quasi ora di pranzo e Dazai si comportava come attendesse solo che gli avvisassero che il cibo era pronto.
Chuuya invece lo guardava da dietro al bancone con la faccia sui palmi cercando un modo per attirarlo a sé. Infondo non sapeva nemmeno cosa sarebbe successo dopo, forse lo stress, forse la rabbia, forse la paura di non vederlo mai più, ma voleva stringerlo tra le sue braccia, avere un momento di fuoco prima del buio più totale. Dazai nel mentre era poggiato allo schienale del divano e quasi a beffarsi di lui leggeva e rileggeva quel suo quadernino, guardando solo furtivamente ogni tanto Chuuya con quel sorriso che lo mandava fuori di testa. Il rosso allora si accostò a lui, non lasciandogli nemmeno un po' di spazio. Si sporse per spiare ciò che stesse leggendo e chiese:
<<Cosa leggi di tanto interessante adesso? Modi per morire? O è forse un modo per uccidere me?>> Disse ridacchiando guardando il moro con occhi mordaci
Dazai chiuse di scatto il libro e rispose:
<<Per uccidermi non ho bisogno che un libro mi suggerisca il modo, basta mi metta a parlare con uno gnomo con gravi problemi di rabbia irrisolti.>>
<<Proprio spiritoso...>> Disse Chuuya girandosi verso di lui e continuando a fissarlo in maniera decisa e penetrante. Gli si spinse contro cincendolo con le braccia, tenendo i palmi dietro al collo con le dita che giocherellavano con le ciocche dei suoi capelli.
<<E un po' masochista...>> Aggiunse il rosso.
<<Giusto un po'?>> Replicò Dazai limitandosi a sorridergli. Chuuya annuí leggermente poi gli si avvicinò ancor di più baciandogli il collo, ovviamente per farlo era sulle punte dei piedi.
In quel momento entrò Lucy nella stanza ma rimase bloccata dalla visione abbastanza imbarazzante.
<<Lucy! Hai qualcosa da dirmi cara?>> Disse Dazai liberandosi di Chuuya quasi spintonandolo via e avvicinandosi alla ragazza.
<<Ecco...>>
<<Si è fatta una certa ora non trovi?>> Disse Dazai prendendo un orologio dalla tasca la ragazza annuí e rispose:
<<Sisi è pronto per la cena.>> Come avesse trovato improvvisamente sicurezza.
<<Perfetto... io è Chuuya vieniamo subito.>> Si licenziò Dazai guardando Chuuya intensamente, questo sbuffò e annuí mandando via la ragazza a malomodo buttandola fuori la porta.
<<Bastardo.>> Disse poi rigirandosi verso Dazai.
<<L'attesa del piacere è essa stessa il piacere>> gli rispose il moro. Il tempo passò nuovamente, il cielo pian piano si scurí, tra una faccenda e l'altra. Chuuya continuava a provare e riprovare con Dazai, ma questo non faceva che farlo attendere e ciò lo torturava ancor più. Inoltre come ciliegina sulla torta i pensieri non potevano che andare al momento in cui sarebbe diventato una cavia, quanto aveva intenzione di aspettare Dazai? Ma almeno lo accontentasse prima! Pensava.
Aspettò fino alla sera e se non fosse per la sua caparbietà avrebbe probabilmente già perso la voglia, ma Chuuya era pur sempre Chuuya. Cenò velocemente non facendo altro che istigare il moro toccandogli l'interno coscia o alzandogli il pantalone con il piede. Poi finalmente si mossero verso il corridoio, e ormai non ce la fecero più a posticipare. Si catapultarono nella stanza da letto facendo attenzione che nessuno li avesse visti tra gli ospiti, dopodiché ci pensò la passione a fare il suo corso.
Finirono tra le lenzuola facendo rimbalzare il letto come mai prima.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora