Capitolo 39

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Da quel momento iniziò una momentanea quiete che precedeva un enorme tempesta. Quel palazzo era gelido, pieno d'odio, un luogo diviso dove solo temporaneamente viveva la pace, ma in realtà era stata lanciata l'ascia di guerra. Chuuya e Dazai avevano aspettato ancora qualche minuto, qualche minuto di serenità, di amore, prima di scoprire cosa fosse rimasto fuori. Sigma fu subito nascosto per evitare dispute e lasciato alle cure di Mori. Il palazzo invece man mano si svuotava, gli invitati andavano via, e coloro che prima avevano parlato ora si guardavano con rabbia. Gli stranieri si ritiravano uno ad uno man mano nelle loro camere, chiudendosi a chiave. Anche Chuuya e Dazai si erano ritirati nella camera da letto, seduti schiena contro schiena sulle morbide lenzuola. Dazai aveva le ginocchia alzate al petto dove posava la testa mentre increcciava con la mano le coperte, Chuuya invece si stringeva con le mani al bordo del letto, tenendosi rigido.
Il conte aveva già mandato kyoka che come da piano doveva dare notizie di Chuuya alla madre e comandare a quest'ultima di ritirarsi alla taverna, dicendole che le avrebbe mandato una carrozza di buon ora la mattina seguente che l'avrebbe riportata a casa, sola, Chuuya invece sarebbe rimasto a palazzo come in origine.
Nel mentre i due ragazzi erano in completo silenzio, entrambi in attesa, Dazai era consapevole che ormai non c'era ne la possibilità ne il motivo per buttarsi indietro e aspettava le domande da parte del rosso, questo invece era in silenzio per riordinare la mente, per capire cosa dire, infondo erano succese così tante cose in quel giorno che gli era tutto difficile da realizzare.
<<Dazai...>> Finalmente disse, ed il moro fece un sorrisetto aspettando il resto.
<<Quel ragazzo è->>
<<È vivo.>> Completò Dazai senza nemmeno fargli finire la frase, Chuuya abbassò la testa guardandosi i piedi e aggiunse:
<<E non dovremmo....ecco..>>
<<Non lo uccideremo, ora come ora sarebbe totalmente inutile è incosciente, in pratica lui è ko.>>
<<Capisco...>>
Rimasero in silenzio nuovamente, Chuuya si mordeva le labbra e faceva profondi respiri, poi chiese:
<<Dazai loro volevano uccidermi.>>
Dazai ridacchiò e disse:
<<Wow ce ne hai messo di tempo Sherlock Holmes.>>
<<Dazai non fare lo stupido! Perchè vogliono uccidermi chi sono?>> Rispose in malo modo Chuuya, Dazai si girò e il rosso fece lo stesso trovandosi entrambi faccia a faccia, gli mise una mano sulla guancia accarezzandogli il viso e poi disse:
<<Ti devo raccontare tante cose.>>
Chuuya irrigidì le gambe e si morse nervosamente le labbra aspettando parlasse.
E così fece.
Gli raccontò tutto, la sua infanzia da solo in quella casa e il suo incontro con Dostoevskij e shibusawa, l'incontro con Mori, la sua adolescenza e ciò che aveva fatto, tutto nessun dettaglio escluso, nemmeno un piccolo particolare, il tutto detto lentamente cercando di rimanere il più sereno possibile, sebbene richiedesse un grande sforzo.
Chuuya spalancava gli occhi a quel che diceva.
Era davvero Dazai? Quello del racconto poteva mai essere Dazai? Gli tornò alla mente la partita a palle di neve nel cortile, il ballo a casa tanizaki, quella a casa Dazai correndo avanti ed indietro sfrenati per la sala, lui che suonava il pianoforte, le prime colazioni insieme. Era davvero lui? Gli pareva di vedere la figura di Dazai man mano sfigurarsi, come disciogliersi in una macchia nera pece, che scorreva e riscorreva come il letto di un fiume, prendendo poi le forme di un ragazzo completamente diverso, quello con le bende ovunque, sporco di sangue, gli occhi vuoti, lo sguardo malvagio.
Alzò gli occhi incontrando quelli color ambra del moro, ramati come il colore delle foglie secche d'autunno. Erano occhi che in quello sguardo, disteso, con un sorriso genuino ma sofferto, dicevano tante cose, erano occhi feriti ma che non vedeva vuoti come quelli che aveva avuto in passato, pulsavano di vita ormai, sebbene fossero tanto profondi, così tanto da perdersi nella loro confusione e dalla vita alla morte è un attimo.
Rimasero entrambi in silenzio, entrambi per paure diverse, Dazai si era messo a nudo e non temeva cosa più grande, Chuuya aveva paura per tutto quello che stava scoprendo e che ancora doveva sapere. Eppure anche lui aveva la sua storia, aveva i suoi sbagli, certo non così grandi, ma aveva anche lui alle spalle vergogna e rimpianti, nulla che potesse fermarlo dal cambiare, da essere quello che era, ed infondo chi era per abbandonare qualcuno per un passato alle spalle. Peccato che per Dazai quel passato era tornato in un colpo e voleva distruggere tutto ciò che aveva costruito.
<<Bella storia ok ma...cosa c'entro io? e poi cosa sei veramente? Cosa sono loro.>> Disse Chuuya che nel mentre prese le mani di Dazai, voleva mostrarsi anche lui forte, e come il moro sorrideva disteso.
Dazai ridacchiò dicendo:
<<Ehy chihuahua una cosa alla volta>>
<<Come mi hai chiamato?!>> Rispose chuuya stizzito, Dazai lo prese per il mento e disse:
<<Ho detto che sei un cagnaccio, un piccolo cagnolino minuscolo che morde ed è sempre arrabbiato.>>
Chuuya inziò a righiargli contro poi dazai aggiunse stringendolo tra le dita:
<<Dai Chuuya fai...woof>>
Chuuya gli balzò addosso -infondo Dazai non aveva così torto- trovandoselo sopra di lui stringendolo per il colletto.
<<Ti uccido.>>
Alzò Dazai piegandolo più vicino a sé poi si fermò come avesse realizzato:
<<No aspetta non distrarmi! Devi rispondere!>>
<<Allora non sei tanto stupido chu chu.>> Rispose il conte ridacchiando, poi aggiunse:
<<È un discorso lungo, ti toccherà aspettare ancora un po', almeno fino a quando mori sarà libero.>>
Chuuya lo lasciò sbuffando, poi si risedette.
Dazai allora si avvicinò a gattoni verso di lui sfregandosi nell'incavo del suo collo, tra il profumo dei suoi capelli ramati e i baci sulla sua morbida pelle.
<<Però nel mentre che aspettiamo...>> Chuuya gli diede una gomitata spingendolo via sul letto.
<<Non ci provare eh!>>
Dazai lo guardò disteso e poggiato sui suoi gomiti, con sul viso il suo sguardo carismatico.
<<Uff>> sbuffò, poi alzò le mani e aggiunse:
<<Come desideri cagnolino.>>
<<Allora ci tieni proprio a morire eh!>> Rispose chuuya risaltandogli addosso.
I due continuarono a bisticciare fino a che il giorno non crebbe completamente e tutti si rintanarono nelle loro camere aspettando che le varie carrozze la notte seguente venissero a riprenderseli.
Dazai allora prese Chuuya e nel silenzio si dirise da mori. Questo si trovava con sigma nei sotterranei, nella piccola cameretta di Akutagawa, certo un luogo un po' stretto ma abbastanza appartato e perfetto per quando si sarebbe svegliato.
Dazai arrivò da lui come nulla fosse, Chuuya invece non poteva che guardarsi attorno ed un po' si sentiva intimidito. Arrivarono davanti al corvino il quale era appena uscito dalla stanza e chiuse la porta con la chiave, questo si girò verso i due ragazzi dopodiché guardandoli con il solito sorriso disse:
<<Chuuya eccoti...vedo che hai cambiato gli abiti.>> Il ragazzo si fece paonazzo, in effetti nel frattempo si era cambiato, prendendo una camicia di Dazai che gli andava anche abbastanza larga e dei pantaloni alla quale non si potevano contare i risvoltini
<<Tsk maledetto spilungone>> pensò tra sé e sé, Dazai nel mentre osservava la scena divertito, anche se a lui infondo piaceva vedere Chuuya così conciato. Dopodiché ripreso dall'imbarazzo il rosso si sporse verso la prota chiusa, le barre permettevano di vedere quel che si celava nella stanza buia, non che vi fosse più di tanto, solo un corpo disteso su un letto, con le solite cose mediche intorno che Chuuya non capiva.
<<Come sta?>> Chiede Dazai,
Mori abbassò la testa e si tolse i guanti, rispondendo senza guardarlo:
<<Se l'è passata brutta, ma si riprenderà.>>
<<Molto bene.>> Disse Dazai
<<Non ti illudere, dubito che trarremo qualche beneficio.>> Rispose il corvino e Dazai che sapeva cosa pensasse mori sorridendo gli rispose:
<<Sarà anche il pesce più piccolo ma può tornarci utile, ma di questo bè... riparleremo poi.>> Dopodiché si girò a dare un occhiata a Chuuya e si rivolse nuovamente verso il corvino, gli si prostò all'orecchio e inziò a bisbigliare qualche parola che Chuuya non riuscì a sentire, dopodiché mori sogghignò e gli girò le spalle avviandosi ad uscire da quel posto. Dazai fece lo stesso invitando il rosso con un cenno a seguirlo.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora