Finalmente arrivò il giorno.
Dazai era chiuso nella sua stanza, provando quasi tutti gli abiti che aveva nell'armadio, perché gli importava tanto? Solitamente metteva gli stessi tristi completi senza preoccuparsi di cosa la gente pensasse, ma questa volta era da ore nella sua camera per acconciarsi i capelli. E mentre si scervellava tra un abito ed un altro si rivolgeva alla finestra ascoltando la voce arrabbiata di Chuuya che discuteva con la madre.
<<Io il cappello lo metto!>>
<<Ah mi venisse un infarto ti vestirai bene!>>
Cose del genere.
E ridacchiava pesando a cosa ne sarebbe uscito fuori.
Certo Chuuya non era poi così pronto, forse era la cosa che più lontano esistesse da un galantuomo, ma proprio quello faceva eccitare Dazai, si sarebbe divertito per la prima volta ad un gala, e avrebbe potuto osservare Chuuya sperduto in un mondo completamente diverso dal suo. Lo immaginava già, bellissimo con i suoi capelli rossi, avrebbe desiderato poterci ballare, rimanere con lui tutta la serata come tutti gli uomini con le donne, ma lui non era una donna e tantomeno erano lì per divertirsi.
C'era sempre un mezzo fine a compensare la concessione di un attimo di felicità.
Sbuffò ancora ed ancora, guardando tra i suoi cento abiti, tutti neri, fino a che non ne vide uno con la coda dell'occhio mentre aveva tra le mani una giacca elegante ed una mantellina grigio cenere. Lasciò cadere tutto a terra e si chinò verso il guardaroba, scavando sotto i vestiti per trovare quel colore visto solo di sfuggita, quel particolare scintillio.
Spostò l'ennesima giacca come una caccia al tesoro e lo scrutò con sguardo attento. Era immacolato, come non fosse mai stato messo, doveva essere un dono o qualcosa di simile che si era perfino dimenticato di avere.
Tra le mani stringeva una giacca di un bianco perlaceo, con delle rose ricamate in oro, che avevano accecato la vista attenta di Dazai, sopra invece l'accompagnava una lunga giacca grigia come l'acciaio.
La provò e pareva calzargli perfettamente, la sua figura allo specchio era sensuale ed elegante, e passandosi la mano tra i capelli si diede il tocco di grazia. Completò il tutto con dei mocassini ed uscì dalla stanza.
Scese le scale per un piano, passeggiando per i corridoi in attesa di vedere Chuuya, aveva come uno strano pensiero, gli importava cosa il rosso ne avrebbe pensato di lui, era la prima volta che dava tanta importanza al parere di qualcuno, ma per non dare a vedere ogni suo dubbio camminava a passo disinvolto e svelto. Raggiunse la porta di Chuuya, poggiando l'orecchio per origliare, voleva divertirsi un po' anche lui infondo, ma non ne ebbe nemmeno il tempo che il rosso aprí la porta, ed il conte se lo trovò ad un palmo dal viso, facendo diventare entrambi paonazzi.
<<Dazai che ci fai qui!>> Disse Chuuya facendo qualche passo indietro e nascondendosi lo sguardo rosso con la mano
<<Aspetto la mia dama...>> Rispose Dazai ridacchiando, poi mise a fuoco la figura di Chuuya guardandolo più attentamente, dalle scarpe al capelli.
Erano vestiti stranamente simili, Chuuya aveva una camicia di seta col colletto ricamato ed un po' stropicciato, sblusata in vita per il pantalone nero a vita alta che esaltava le sue forme. Sotto di essa portava un fine dolcevita color fumo, come la lunga giacca che portava scesa sulle braccia ed il cappello che aveva lottato per mantenere, sebbene rispetto al suo solito cappello fosse più elegante.
Dazai rimase imbambolato, inconsapevole che Chuuya fosse altrettanto incantato da lui, sembravano quasi abbinati.
La madre che nel mentre osservava poggiata sul letto si rivolse al conte sorridente:
<<Uh conte! Sono felice che abbiate trovato il vestito che le ho comperato...non volevo permettermi di giudicare il suo vestiario e so che non avrei dovuto impicciarmi, ma comprando il vestito che vedete calzare a mio figlio ho adocchiato anche questo completo che ero sicura vi potesse stare bene...come vedo non sbagliavo.>>
Dazai sorrise e chinò il capo ringraziando. Dopodiché prese Chuuya per il braccio e disse:
<<Allora sei pronto..?>>
<<Ricordami di non assecondarti mai più per una stupidaggine simile..>> rispose chuuya guardando altrove.
<<Ci sarà da divertirsi.>>
Gli sorrise Dazai, rimanendo qualche altro secondo ad ammirare quegli occhi color mare dalla quale non riusciva a scappare.
<<Sisi va bene dateci altre due minuti conte..>> disse la madre alzandosi e poggiando una mano sulla spalla del figlio.
Chuuya si girò stranito e la madre gli sussurrò:
<<Con questi capelli non esci.>>>
<<Nemmeno fossi un bambino...>> Borbottò e Dazai rimase immobile ad ascoltare ridacchiando.
<<Capisco...chuuya ti aspetto all'ingresso quando sarai pronto ma non metterci troppo...signora Nakahara la ringrazio infinitamente per il regalo.>>
Chuuya annui scocciato mentre la donna ponendo la mano sul cuore e con un dolce sorriso disse:
<<Non c'è di che...ormai è come fosse un figlio per me caro..>>
Dazai inclinò la testa con un espressione genuina e contenta, dopodiché si licenziò dalla conversazione e uscì, percorrendo il corridoio e tutta la rampa di scale, lasciando rimbombare il suono delle sue scarpe al pavimento.
Nel mentre mille pensieri lo prendevano, ormai le giornate stavano iniziando ad abbandonare il freddo dell'inverno e sebbene il tempo fosse bizzarro tutto sembrava essere più caldo, così come dentro quella casa. Dazai non riusciva a distrarsi dal pensare a quel volto paonazzo di Chuuya che aveva visto sull'uscio della porta, sebbene non volesse ricordarlo. Aveva capito ormai di averci perso la testa, ma non se lo poteva permettere, un mostro come lui. Infondo Chuuya era stato mandato lì come un semplice cavia nulla di più, e a renderlo tale era stato proprio Dazai. Ma come poteva fare una cosa del genere a Chuuya? Come poteva tradirlo se tremava al solo pensiero di quelle labbra rosse? Come avrebbe voluto potergli parlare, rivelargli che non era stato un bacio involontario ma avrebbe voluto durasse per sempre. Avrebbe desiderato potergli finalmente raccontare di quanto lo volesse, seppur pensava di non essere ricambiato l'avrebbe fatto lo stesso, ma la paura e il senso di responsabilità al suo popolo lo portavano a mentire.
Nel mentre arrivò finalmente all'ingresso, dove incontrò Akutagawa con un soprabito ed un cappello tra le mani.
Dazai gli si avvicinò sorridente e
Akutagawa prese la giacca tenendola distesa in modo che Dazai potesse infilarci le braccia, e provò a passargli il cappello, ma Dazai lo rifiutò, visto che infondo era sera e non ne aveva bisogno. Il moro si sistemò gli abiti e si diede un'altra aggiustata ai capelli passandoci dentro le mani, mentre il corvino lo guardava in silenzio.
<<Allora come pensi che sto?>> Gli disse Dazai sorridendo e facendo una giravolta e un inchino come fosse una gran dama, ma Akutagawa non rise, non sapeva quando gli era permesso, non sapeva più farlo.
<<Bene Dazai.>> Rispose solamente Ryu, Dazai allora gli si avvicinò, e sistemò il fazzoletto bianco che aveva al collo, come facevano da piccoli.
<<Affido la casa a te...mi raccomando.>>
<<Non ti deluderò.>> Rispose prontamente Akutagawa, Dazai allora inclinò la testa come si fosse spento di'improvviso e guardandolo negli occhi disse:
<<Secondo te cosa sto facendo...>> Si staccò dal ragazzo e si posò a terra come si fosse stancato,
<<Non lo so nemmeno io cosa sto facendo, come potresti saperlo tu.>> Si corresse, lasciando perplesso il corvino che gli rispose:
<<Andrai ad un ballo come da invito...tutto qui.>>
Dazai gli rivolse lo sguardo, stirando le labbra con un espressione genuina ma anche disperata:
<<Sei cosi ingenuo Ryu..>>
Il corvino rimase ancora attonito, allora Dazai ritornò a guardarsi i piedi. Akutagawa era bloccato, ma allo stesso tempo decise di avvicinarsi e posarsi al suo fianco come ai vecchi tempi:
<<Allora posso saperlo?>> Chiese il ragazzo, Dazai gli strofinò i capelli sulla testa sorridendo ancora una volta, poi disse:
<<Penso che lo sai meglio di me..>> Akutagawa inclinò la testa confuso e Dazai aggiunse:
<<Sai so alla fine cosa è successo tra te e Atsushi.>>
Akutagawa si fece molto rosso mentre Dazai continuava a parlare:
<<Vado alla festa solo per stare con lui...vorrei stare ancora tanto tempo con lui e vorrei che lui lo notasse...ma non siamo fatti per questo.>>
<<Con Atsushi?>> Chiese Akutagawa stranito e Dazai inziò a ridere:
<<No volevo arrivare a Chuuya!>>
il corvino spalancò gli occhi, non ci aveva nemmeno minimamente pensato che il conte provasse una cosa simile.
<<Chuuya? Ma la ricerca...>> Provò a dire Akutagawa ma Dazai si bloccò non appena quel filo di voce gli uscì dalla bocca.
<<Lo so...ormai manca solo lui per completarla.>> Rispose Dazai e fece nuovamente silenzio.
Dopodiché si girò nuovamente verso il corvino e lo guardò, lasciandolo un po' intimorire:
<<Ryu che pensi di me...?>> Chiese ma non diede il tempo ad Akutagawa di rispondere che aggiunse:
<<Insomma...siamo amici vero? Ci conosciamo da molto...>> Mentre Dazai farfugliava Akutagawa lo guardava fisso, poi lo fermò abbracciandolo e Dazai si irrigidì.
<<Ti sosterrò in ogni tua scelta e seguirò fino alla morte.>> Disse il corvino, poi aggiunse:
<<Tu mi hai salvato.>> Dazai rimase impietrito, poi inziò a ridere rumorosamente, e disse:
<<Sei sempre il solito cagnolino appiccicoso vero?>> Akutagawa arrosí e Dazai lo strinse ancora in un abbraccio:
<<Perdonami per quello che ho fatto.>>
<<Cosa hai fatto?>>
<<Ti ho reso un mostro.>>
Akutagawa rimase perplesso, lui non era sempre stato un vampiro.
Proprio in quel momento come un re Chuuya scese a testa altra dalle scale, dritto e composto.
Dazai rimase a guardarlo come incantato, con le labbra socchiuse avrebbe fatto entrare le mosche se non avesse cercato di nasconderlo un minimo.
Aveva legato i capelli in una coda bassa dietro la nuca, fissata con un nastro bianco che si abbinava ai vestiti, era affascinante.
Akutagawa si voltò a guardare Dazai, il quale aveva degli occhi che non aveva mai visto, sembravano sorridere con le labbra, ma allo stesso tempo sembravano diventare lucidi, come se cercasse di trattenere le lacrime.
Poi lo sguardo gli cadde sulla bocca, che pareva star sussurano qualcosa, Akutagawa provò ad impegnarsi ma non riusciva a capire più di tanto dal labbiale : <<t....am...>>
Però era ormai palese cosa avrebbe voluto urlare.
Koyo rimase poggiata alla ringhiera mentre Chuuya ormai era arrivato all'ultimo gradino e avanzava verso Dazai, che nemmeno per una donna aveva mai provato un eccitazione simile, come fosse il primo ballo.
<<Allora andiamo?>> Disse Chuuya con fare distaccato e Dazai sorridendo indicò il portone spalancato con la mano e rispose:
<<dopo di lei.>>
Si vedeva già davanti a loro la carrozza e il cocchiere tenere a bada i cavalli, ma mentre stavano per avvicinarsi qualcuno chiamò Dazai. Il moro disse a Chuuya di entrare e si girò trovandosi Mori davanti agli occhi apparso come dal nulla
<<Cosa vuoi?>>
Mori sorrise e poggiò una mano sul ragazzo.
<<Non essere troppo sospetto...stai lontano da Chuuya tenendolo sott'occhio.>>
Dazai fece un passo indietro per staccarsi dalla mano poi stupito disse:
<<Lontano da Chuuya? >>
Aveva capito dove voleva andare a parare ma fece finta di non saperlo per non crederci.
<<Non vorrai dare pane ai denti altrui...ho accettato che ti sia rifiutato di portare un altra dama ma sta attento che è palese...Chuuya è una cavia non puoi..>>
<<Esserti innamorato di lui.>> Lo fermò Dazai e Mori riprese il suo discorso ridacchiando:
<< In realtà volevo dire affezionarti...ma sei stato più efficace.>>
Dazai sbuffò poi il corvino aggiunse:
<<Allontanalo il più possibile da Dostoevskij...ah sì quasi dimenticavo divertiti.>>
Finì sorridendo e gli girò le spalle tornando dentro.
Dazai raggiunse Chuuya che si lamentava per averlo fatto aspettare e la carrozza parti.Note autrice
Hey! Oggi è Sabato quindi nuovo capitolo!
Forse un po' mieloso lo ammetto ma aspettate ciò che verrà.
Come stanno andando le vacanze?
Spero bene, con questo vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo.
Bye bye
-Yres
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𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾
FanfictionChuuya è un ragazzo giovane, con una marea di responsabilità sulle spalle ed eccellente nel suo lavoro, ma la sua dedizione non è abbastanza per equilibrare il suo carattere scontroso che fa scappare colleghi e clienti, fino a fargli quasi perdere i...