Capitolo 16

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Il vociare si sentiva a malapena e Chuuya non aveva voglia di comprendere, o almeno, apparte i sospetti, era troppo arrabbiato ed in più sapeva che sarebbe stato impossibile capire più di tanto. Non ci arrivò subito però, passò qualche minuto a camminare avanti ed indietro per il rosso corridoio, sbuffando e calciando l'aria nella speranza di sentire, ma non aveva capito nulla. In più su comando di Dazai, Atsushi e Akutagawa non gli permettevano di avvicinarsi più di tanto. Perché tante precauzioni? Così, stanco di aspettare inutilmente che il conte si decidesse ad uscire, scese per le scale, decidendo di prendere una boccata d'aria fresca. Era da un po' che non usciva, da quel giorno con Dazai sotto la neve, non aveva mai visto il conte esporsi al sole e per questo lui aveva fatto lo stesso, rimanendo in sua compagnia sotto il tetto cupo di quella casa. Ma il conte non c'era e lui provava una gran noia, in più quel giorno non nevicava, lasciando scoperte le bellezze della contea, in un mattino limpido, sebbene l'aria intrufolarsi nei polmoni fosse ancora fredda. Decise di camminare in cerchio, nei pressi del palazzo come se ci facesse ronda. Alcuni luoghi non l'aveva nemmeno mai visti, posti più selvaggi, dove la casa era invasa di rampicanti e qualche aggeggio arrugginito diventato parte integrante di esse. Nella parte più a sinistra si vedeva un porticato in legno portare nella scuderia dei cavalli, da qualche parte dovevano dormire quelle povere creature impiegate nella carrozza. Chuuya si avvicinò incuriosito, la stalla era scura all'interno, e l'ingresso gli ricordava un po' la navata centrale di una chiesa, era larga e spaziosa, coperta da un alto tetto spiovente. Per terra le sue scarpe affondavano nel prato e in qualche residuo di fieno che riempiva l'aria insieme all'odore di letame, ma almeno ciò rendeva la stalla calda. Si sentiva il rumore degli zoccoli attutito dall'erba e il nitrire di un cavallo. Seguì il suono fino a risalirne l'origine. Si trovò faccia e faccia con un cavallo, nero come il carbone, dagli occhi che per un attimo incrociarono quelli di chuuya, e parevano parlare, neri e profondi erano come uno specchio, nella quale Chuuya riusciva a vedere la sua figura, ed il battito che andava a ritmo con il respiro veloce dell'animale. In secondo piano notò un uomo al suo fianco, poggiato al muro con ancora una spazzola in mano, probabilmente precedente o sul punto di fare una spazzolata al cavallo. Chuuya riconobbe in lui il cocchiere dell'altra volta, con la faccia tranquilla che a suo parere era quasi da ebete.
<<Hey!>> Urlò cercando di richiamare la sua attenzione, ma l'uomo non si girò. Chuuya diede uno sguardo al cavallo come di autocommiserazione o almeno con la ricerca da parte del cavallo di sostegno.
<<HEY!!>> ripeté con voce più alta il rosso, ma non si girò.
Posò la mano sul muso dell'animale, ed il cavallo docilmente si fece toccare, ma scivolando verso il collo si alzò in piedi rampante, e con un forte nitrito parve svegliare l'uomo che urlò sorpreso, poi si girò immediatamente verso il cavallo accarezzandolo per calmarlo, e quando ritornò tranquillo si rimise a leggere, tutto questo sotto lo sguardo di Chuuya.
<<Hey!! Mi senti!? Mi vedi!? Sono qui..>> disse mentre muoveva la mano a ventaglio a destra ed a sinistra davanti al viso.
L'uomo si girò e gli rispose :
<<Certo che la vedo...ma non fa parte del mio compito.>>
Chuuya rimase confuso, ma d'altronde in questo luogo ci stava facendo l'abitudine. Così si avvicinò all'uomo spostando il giornale con il dito per far cadere lo sguardo di questo su di lui.
<<Scusi...? Non capisco.>> Disse Chuuya, ma l'uomo si limitò ad inclinare leggermente la testa e a ripetere, con un espressione del tutto normale sul volto. Chuuya allora si mise una mano sulla faccia snervato e l'uomo notandolo disse:
<<Qualcosa non va? Non deve stare male davanti al cavallo...mi hanno detto che gli umani trasmettono le emozioni facilmente.>>
Chuuya rimase ancora più perplesso, ma cercò di elaborare il pensiero, d'altronde non era sbagliato, gli animali sono sensibili ai nostri stati d'animo, certo, però pareva più che non si sentisse compreso nel discorso, o almeno così pensava Chuuya.
<<No.. sto bene.>> Rispose chuuya massagiandosi le tempie con un volto arreso, poi porse la mano all'uomo e disse:
<<Chi è lei?>>
<<Mi occupo di loro...sono quello che voi chiamate stalliere, ma anche quello che chiamate cocchiere.>>
"Voi chiamate" non si sente bene pensò Chuuya, facendo trasparire la confusione dal viso, ma continuò a parlare.
<<Capisco..>>
<<E come si chiama?>> Aggiunse con ancora la mano alzata. L'uomo la guardò, prendendola e muovendola lentamente su e giù, dopodiché disse:
<<Dimenticavo... sempre prima il nome...Adam Frankestein>>
<<Hmm..>> Chuuya annui sconcertato accompagnando il gesto della mano, poi aggiunse
<<Chuuya Nakahara.>>
<<Lo so..>> aggiunse l'uomo, poi si rimise a leggere.
Chuuya rimase fisso a guardarlo, ed il cavallo nitrí come volesse confortarlo.
Dopodiché ritornò verso il cavallo e passò qualche minuto continuando ad accarezzarlo, dando frequentemente un occhiata all'uomo. Poi per attirare la sua attenzione disse:
<<Come si chiama?>>
L'uomo inclinò la testa come confuso ( era difficile capire le sue emozioni) e rispose
<<Adam Frankestein.>>
Chuuya si mise una mano in faccia irritato poi facendo un sospiro per calmarsi rispose:
<<Non lei... il cavallo.>> L'uomo rimase immobile, come se ci stesse pensando su, poi schiacciando le dita rispose.
<<Ahhh...si chiama Melos>>
Chuuya lo guardò stranito, poi accarezzò il cavallo, che fosse uno strano nome ormai non lo stupiva più.
L'uomo allora riprese il giornale, mentre chuuya toccava l'animale, era da tempo che ormai era fuori dal mondo, e non aveva nemmeno più sentito l'odore della stampa se non per i vecchi libri. Così si avvicinò all'uomo e chiese:
<<Cosa legge? >> Poi si girò attorno guardando la foresta che circondava tutto
<<Anche qui succede qualcosa o...>> L'uomo lo guardò confuso, poi diede uno sguardo al giornale e glielo porse con un gesto meccanico.
<<Vuole leggere il giornale?>> Chiese Adam, effettivamente Chuuya non glielo aveva chiesto direttamente, ma prese il giornale che l'uomo gli spinse sul petto e lo guardò dirigersi verso gli altri cavalli.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora