Non sapeva come, ma riaprì gli occhi, senza ritrovarsi tra le nuvole davanti alle porte del paradiso. Ma ansi, se forse quello era il paradiso aveva bisogno di un urgente restauro. Le sue palpebre si aprirono man man mostrandogli un enorme lampadario di candele, in vecchio stile, dorato e con le punte, quelle che mantenevano le candele, che finivano a spirale. Abbassando un po’ lo sguardo tutt’intorno c’erano tante librerie, contenenti, pile su pile di libri polverosi.
<< Era ora... ti sei svegliato Chuuya caro..>> si sentì da una voce calda e familiare. Chuuya la segui, rivolgendo lo sguardo dritto dinanzi a sè. Davanti ai suoi occhi c’era la figura soave del conte, seduto a gambe accavallate, con la schiena leggermente piegata in avanti per sedersi con un braccio che gli teneva la mobida guancia, poggiato sul ginocchio, e l’altro che manteneva il bicchierino di ţuică, facendolo oscillare sul fondo. Chuuya rimase magnetizzato, perso per un attimo in quel profondo sguardo, e nel suo sorriso sublime. Poi dopo essersi risvegliato, neanche il tempo di rielaborare che gli partì un urlo, ed il cuore gli salì in gola, portandolo ad alzarsi ed indietreggiare, poi portò la mano al petto stringendo il crocifisso da sotto le vesti. Il conte rimase piacevolmente divertito, tanto da scoppiare in una risata anche se contenuta.
<< Hai esagerato un po’ ehh..Chuuya caro? >> disse Dazai avvicinandosi al ragazzo e puntandogli il bicchierino, questo di pronta reazione lo scaraventò via facendolo rompere in frantumi a terra. Il conte lo seguì con lo sguardo e poi fece una smorfia per fingere dispiacere, anche se chuuya rimase impassibile.
<<Quindi... era... era la sbronz->>
<<Sisi ti sei ubriacato alla grande... ti ho trovato svenuto all’ingresso.>> lo fermò frettolosamente Dazai. Chuuya allora fece un sospiro di sollievo e lasciò la presa dal crocifisso. Doveva essere per forza la sbronza, gli uomini non si comportano cosi, si sarà fatto prendere dalle dicerie pensava un po’ più tranquillo. Dazai nel mentre lo guardò ridacchiando ed inclinando leggermente la testa dicendo:
<< Che c’è Chuuya caro...Non hai avuto un buon sonno?>> Gli occhi di chuuya divennero peggio di quelli di Akutagawa ed Atsushi nel suo “sogno” e gli saltò addosso avvicinandosi notevolemente senza accorgersene.
<<Chiamami ancora così e ti ammazzo.>> disse stringendo il colletto di Dazai.
<<Ci stiamo sciogliendo chuuya...>> Rispose il conte con un sorriso malizioso, solo allora chuuya si rese conto di quello che stava facendo e lo lasciò all’istante. Se avesse visto il suo capo come stritolava un conte suo cliente non si sarebbe limitato solo a licenziarlo. Questo però non parve per nulla infastidito, ma ansi dopo essersi scrollato ritornò alla stessa posizione di prima, allungandosi un po’ di più verso chuuya.
<<Scusami..ho perso il controllo>> disse chuuya un po’ forzatamente, infondo la voglia di strozzarlo c’era ancora. Dazai però sembrò divertito anche da questo e si limito a dire: <<Non mi hai dato fastidio, puoi considerarmi come un’amico...ansi, mi sembra proprio il momento di dirti...scrivi una lettera a chi vuoi, rimarrai qui per ancora un mese>> disse con molta leggerezza sulle parole e sorridendo malizioso, poi alzando le spalle e gli occhi aggiuse: << Forse anche tre no? Il tempo che ci vorrà.>> La furia omicida di Chuuya superò ogni parametro, ma cercò di contenersi nonostante il suo volto rivelasse tutto a Dazai come un libro aperto, e questo lo divertiva ancor più. Per cercare di ingnorare ciò che aveva detto il conte ed evitare un altro svenimento, chuuya iniziò a guardarsi intorno, osservando la stanza. Oltre alle librerie ed il divanetto sulla quale erano poggiati c’erano anche tutti gli elementi che facevano di quella stanza uno studio, come una grande scrivania al centro della stanza, e perfino un grande mappamondo in legno dinanzi alla libreria sull’ala destra della camera.
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𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾
FanfictionChuuya è un ragazzo giovane, con una marea di responsabilità sulle spalle ed eccellente nel suo lavoro, ma la sua dedizione non è abbastanza per equilibrare il suo carattere scontroso che fa scappare colleghi e clienti, fino a fargli quasi perdere i...