Capitolo 1

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La luce filtrava per la vetrata colorata, tingendo tutto di viola, blu e giallo, con dei frangenti brillanti. Piccole forme che percorrevano la navata per il resto così buia e scura. Le panche la abbracciavano a destra ed a sinistra, nemmeno sfiorate dalla luce, che invece camminava centrale, aspettando il passo del fedele e portandolo verso la croce all'altare. Tutte quelle panche che riempivano l'enorme spazio circostante erano vuote, il legno scuro di frassino era gelido, come lasciato al freddo dell'inverno per tanto tempo. Tutto sembrava immobile, tutto era fermo, non c'erano cori osannare il Signore, e la loro voce non faceva eco per la sala, percorrendo la volta e facendo tremare le travi in legno che la sostenevano. Non c'era il prete far la messa, non c'erano le vecchie signore ripetere le solite preghiere parlando senza quasi capire cosa dicessero. In quel silenzio il suo solo sospiro rimbombava, il legno della seduta cigolava mentre si dondolava angosciato avanti ed indietro, i capelli rossi spiccavano anche senza la luce, e gli occhi blu si perdevano in quei fasci violacei. Chuuya, il ragazzo seduto, era lì, l'unico uomo a rempire la chiesa senza nemmeno una messa. Le labbra sottili bisbigliavano isteriche, il volto si raffreddava dopo aver bollito di rabbia. La chiesa era l'unico luogo solitario dove potesse pensare solo. Era furibondo ed il mondo gli era di intralcio, così nella silenziosa casa di Dio, cercava l'acqua fredda da gettare su un ferro incandescente. "Come si era permesso" ripeteva e ripeteva, mordendosi il labbro ogni volta che nella mente si scandivano quelle parole. Era giovane, ma era un uomo già fatto, aveva un mestiere che portava avanti con successo, e come lui nessuno ne era capace. Si poteva definire un piccolo borghese, aveva vissuto senza il problema della fame che affliggeva le strade della città, ma la nobile ricchezza era un concetto assai lontano da lui. Viveva come agente immobiliare in una piccola azienda intestata ad un caro amico del padre. E non c'era casa, non c'era luogo che nelle mani del ragazzo non avessero portato ad un ricco profitto, anche con il suo fare scorbutico che lo rendeva antipatico al cliente come ai colleghi. Aveva vissuto così, partendo dalla più misera gavetta in giovane età, per poter portar avanti sua madre e se stesso. La madre era infatti una bellissima donna, carismatica, geniale, ma così debole e malata e le condizioni ogni giorno la rendevano sempre più cupa e la pelle sempre più livida. Così, dopo anni di fatiche, Chuuya era riuscito a perdere il posto... o quasi.

Solamente ripensando alla scena si agitava, urtando contro la panca, mantenendo l'urlo che avrebbe fatto tremare i vetri. Un giorno come un altro infatti si era presentato a lavoro, l'aria era ghiacciata e questo bastava per far iniziare male la giornata. Il freddo era una delle cose che più innervosiva il ragazzo, particolarmente suscettibile, che camminava raggomitolato nel suo soprabito, guardando storto chiunque incontrasse il suo sguardo. Entrò e sbatté la porta come sempre, facendo suonare freneticamente la campanellina collegata all'infisso. Il suo collega sentito il rumore subito sorrise, quasi disperato. Aveva i capelli biondi chinati su delle scartoffie, che firmava a gran velocità, così meccanicamente da sembrar una macchina.

<<Buongiorno Chuuya.. >> disse alzando gli occhiali rettangolari sul naso con la punta delle dita.

Chuuya si girò verso l'uomo per poi ignorarlo completamente dirigendosi alla sua scrivania.

<<In serata darò un occhiata alla casa infondo alla via come mi aveva chiesto.. Adesso lasciatemi finire queste scartoffie. >> si limitò a dire il ragazzo immergendosi tra le pile di carta. L'uomo allora si alzò dirigendosi vicino alla sua scrivania.

<<Chuuya dobbiamo parlare. >> disse spostandosi la treccia bionda dalla spalla, come a mostrare disinvoltura, ed usando un tono più confidente e diretto.

<<Dopo. >> disse il rosso mentre leggeva i fogli, senza nemmeno alzare uno sguardo.

<<Abbiamo una commissione da un conte.. Dovrebbe andare a controllare di persona il palazzo, ha intenzione di vendere. >> pose un foglio davanti al giovane, che lo afferrò diffidente.

𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora