Aveva nevicato tutta la notte, e ormai se ne vedevano le conseguenze. Un fitto strato bianco ricopriva la strada, come ad accogliere la partenza del ragazzo. Le valige erano ormai pronte sul letto e Chuuya rivedeva le ultime faccende prima di andare. Sistemava le scartoffie, indossava il soprabito, il cappello e la sciarpa grigi e tristi, ma questo non gli interessava. Faceva avanti ed indietro tra il corridoio e la carrozza, caricando le valige che, a parer suo, contenevano solo cose inutili, giacche, camicie, guanti, che doveva portare perché obbligato da Mori e dalla madre, per qualsiasi evenienza, infondo era il palazzo di un conte quello di cui si parlava, avrebbe dovuto mantenere un minimo di riguardo ed educazione anche se non era cosa da Chuuya. Prima di partire si diresse nella stanza della madre dove Mori lo aspettava sorridente seduto al fianco della donna che aveva la stessa espressione. Sotto la luce del mattino sembrava più bella e la malattia sembrava scavarne meno il viso. La pelle era lucida, gli occhi di un azzurro cristallino, i capelli ramati come quelli del figlio, pareva quasi che davanti a quel letto tra i due vi fosse uno specchio. I sorrisi parlarono per loro per qualche istante, poi Chuuya si avvicinò, sempre un po' impacciato davanti alla madre, che vedendolo al suo fianco gli posò una mano sul viso riscaldandogli le guance con una dolce carezza.
<<Buona fortuna tesoro.. >> disse con un filo di voce. Mori, che aspettava guardando dietro, avanzò di qualche passo, poggiando la mano sulla spalla del ragazzo.
<<Non sforzarti troppo Koyo.. >> disse chinando leggermente la testa e sorridendo gentilmente, poi girò lo sguardo verso Chuuya rivolgendogli gli affilati occhi scuri:
<<È ora di andare.. Buon viaggio. >> si scambiarono un paio di sorrisi, poi il ragazzo si avviò verso la carrozza, facendo cenno di saluto alla madre che guardava dalla finestra, per poi litigarsi con il cocchiere che non faceva che brontolare impaziente.
Varcata la porta della carrozza, ormai Chuuya era partito, la scelta era fatta, non conosceva quel luogo, non conosceva quel conte, ma ormai non si poteva tirare indietro. Si sedette sul piccolo schienale in quella piccola carrozza, case su case e neve su neve passavano davanti ai suoi occhi, e lo salutavano per un lungo periodo, non sapeva per quale motivo ma aveva una strana sensazione, un istinto che lo turbava, si sentiva in pericolo, inquieto, e per distrarsi come sempre si rifuggiò tra le scartoffie del lavoro. Tra queste vi erano le varie informazioni del caso, il conte infatti aveva inviato una lettera informativa, dalla grafia così precisa e perfetta da stentare a credere:
"𝕮𝖆𝖗𝖔 𝖆𝖒𝖎𝖈𝖔,
𝖛𝖎 𝖆𝖙𝖙𝖊𝖓𝖉𝖔 𝖈𝖔𝖓 𝖆𝖓𝖘𝖎𝖆. 𝖁𝖎 𝖎𝖓𝖉𝖎𝖗𝖎𝖟𝖟𝖔 𝖚𝖓𝖆 𝖑𝖔𝖈𝖆𝖓𝖉𝖆 𝖕𝖊𝖗 𝖑𝖆 𝖓𝖔𝖙𝖙𝖊, 𝖓𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖖𝖚𝖆𝖑𝖊 𝖆𝖑𝖑𝖔𝖌𝖌𝖊𝖗𝖊𝖙𝖊 𝖕𝖗𝖎𝖒𝖆 𝖉𝖊𝖑 𝖛𝖔𝖘𝖙𝖗𝖔 𝖆𝖗𝖗𝖎𝖛𝖔. 𝕯𝖔𝖒𝖆𝖓𝖎 𝖘𝖆𝖗𝖊𝖙𝖊 𝖆𝖙𝖙𝖊𝖘𝖔 𝖉𝖆𝖑𝖑𝖆 𝖒𝖎𝖆 𝖈𝖆𝖗𝖗𝖔𝖟𝖟𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖛𝖎 𝖕𝖔𝖗𝖙𝖊𝖗à 𝖉𝖆 𝖒𝖊. 𝕾𝖕𝖊𝖗𝖔 𝖈𝖍𝖊 𝖎𝖑 𝖛𝖎𝖆𝖌𝖌𝖎𝖔 𝖘𝖎𝖆 𝖕𝖎𝖆𝖈𝖊𝖛𝖔𝖑𝖊 𝖊 𝖑𝖊 𝖉𝖔 𝖎𝖑 𝖇𝖊𝖓𝖛𝖊𝖓𝖚𝖙𝖔 𝖓𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖒𝖎𝖆 𝖙𝖊𝖗𝖗𝖆, 𝖆𝖚𝖌𝖔𝖗𝖆𝖓𝖉𝖔𝖑𝖊 𝖚𝖓 𝖇𝖚𝖔𝖓 𝖘𝖔𝖌𝖌𝖎𝖔𝖗𝖓𝖔.
𝕮𝖔𝖗𝖉𝖎𝖆𝖑𝖎 𝖘𝖆𝖑𝖚𝖙𝖎
𝕺𝖘𝖆𝖒𝖚 𝕯𝖆𝖟𝖆𝖎. "
Chuuya storse subito il naso davanti la lettera, il suo strano presentimento non si faceva che più nitido, un po' rideva, un po' era snervato.
<<Amico? Ma questo è disperato.. Ma chi è >> pensava, ma rimaneva in silenzio lasciando che il volto arrosisse parlando per lui.
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𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭𝔂 𝓵𝓸𝓿𝓮 // 𝓼𝓸𝓾𝓴𝓸𝓴𝓾
FanfictionChuuya è un ragazzo giovane, con una marea di responsabilità sulle spalle ed eccellente nel suo lavoro, ma la sua dedizione non è abbastanza per equilibrare il suo carattere scontroso che fa scappare colleghi e clienti, fino a fargli quasi perdere i...