|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑𝟕|

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Guardo davanti a me uno scenario che mai in vita mia avrei pensato di vedere: Serpents e Ghoulies che lavorano letteralmente insieme. Non una pace, non un abbassare le armi, ma un alzarle contro un qualcuno comune. Le voci di Serpents e Ghoulies si mescolano facendo un gran rumore che viene amplificato dentro a questa sorta di ritrovo che chiamano Crow. È immenso e dagli scalini su cui sono seduta riesco a vedere che non solo i membri di entrambe le gang riescono a stare tra loro senza ammazzarsi, anche se ho notato varie arie tese tra alcuni, ma alcuni sono anche in comportamenti troppo confidenziali per essere stati riallacciati ora.

<Vattene.> Dico continuando a guardare davanti a me con i gomiti poggiati sulle cosce.

<Sei al Crow e sono abbastanza certo che non valga molto un tuo ordine qui.> Ignorando il mio ordine, che definirei più un mio volere, si siede sullo scalino affianco a me copiando la mia postura.

<Cosa vuoi?> Gli chiedo a quel punto capendo che non mi lascerà in pace e la cosa mi secca al quanto anche se non ce l'ho con lui, sono solo un fascio di nervi e potrei saltare alla gola di chiunque.

<Finiscila di fare così, sei spaventata tanto quanto me.> Giro lentamente la testa verso di lui osservandolo dalla testa ai piedi, sembra che gli sia passato sopra un tir.

<Hai un aspetto orribile.> I capelli sono tutti in disordine, il volto è teso e sotto gli occhi ha i segni di una notte priva di sonno. 

<Puoi anche sistemarti i capelli e nascondere con il trucco il non aver dormito, ma ripeto stai messa come me.> La sua solita sfrontatezza nel parlarmi come se fossi sua parente mi fa comparire una piccola smorfia che attribuisco solo a quel motivo e non perché mi sta esponendo e ha capito come sto realmente. Stanotte non ho chiuso occhio neanche per sbaglio, Crystal è venuta a dormire da me, principalmente perché non volevo che le succedesse qualcosa dopo la prima mossa aperta contro di noi, ma lei si è imposta nel volermi aiutare con la tensione e abbiamo parlato un po' mentre io davo i pugni al sacco impedendomi di uscire e andare alla cieca per Riverdale.
<La troveremo.> Quasi soffocano quelle due parole per quanto risuonano false e prive di speranza, perché né io né lui crediamo veramente che andrà tutto bene.

<Non lo credi neanche tu ed io mi chiedo perché stiamo rintanati qui invece di uscire a cercarla.> Faccio un lungo respiro accorgendomi di essere sbottata presa da un moto di frustrazione che sto provando a tenere sotto controllo insieme alla rabbia e... e si alla paura. Provo paura. Sto impazzendo al pensiero di qualsiasi cosa stia passando da più di un giorno.

<Perché abbiamo messo sopra un piano e se uscirai da questo ritrovo facendo di testa tua non metterai in pericolo solo te stessa, ma anche le nostre gang e soprattutto lei.> Con la coda dell'occhio lo vedo muoversi per posare il ginocchio a qualche scalino più in basso e stare alla mia altezza di fronte a me. Ieri appena abbiamo letto quel messaggio dopo una prima pessima reazione da parte di Malachai che ho dovuto trattenere ci siamo messi all'opera. Abbiamo lavorato insieme, abbiamo escogitato vari piani in base agli scenari che possono presentarci davanti. L'unica cosa che non varia in ognuno di essi è che i membri che non possono combattere, anziani e bambini stiano tutti insieme qui che siano Serpents o Ghoulies. Ci saranno alcuni membri di entrambe le gang a sorvegliare il perimetro in modo da stare tranquilli mentre tutti gli altri andranno al confine.

<Perché sei venuto a rompermi?> Gli chiedo facendo un profondo respiro non volendo aggiungere una discussione con lui.

<Stavi per alzarti e andartene, le tue parole di poco fa lo hanno solo confermato. Devi mantenere la lucidità.> Mi posa la mano sulla spalla come a darmi sostegno e in quel momento capisco che sta ricambiando l'aiuto che gli ho dato io ieri.

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