|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟕𝟖|

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<Già mi sto pentendo di averti detto di si.> La voce mi esce strozzata a forza di essere quasi soffocata. Pessima idea raccontarle ciò che voglio fare prima di averla fatta, rischia di farmi morire prima che ci riesca.

<Non fare la stronza! È il minimo dopo che io e Ronnie ci siamo fatte il culo per farvi riavvicinare!> Dal soffocamento passo al rischio del pestaggio e quindi mi sbrigo ad alzare le mani in segno di resa.

<Okay okay bandiera bianca. Mi fai finire di fumare una sigaretta prima di andare? Abbiamo tutto il tempo.> Cerco di placare la sua euforia dato che io stessa, anche se provo a non farlo vedere, sono un po' nervosa. Apre la bocca sicuramente per ribattermi e dirmi di andare prima, ma appena mi guarda credo che legga la parola "agitata" scritta a caratteri cubitali sulla mia fronte.

<Faccio un caffè intanto.> Le sorrido riconoscente e vado vicino alla finestra per aprirla e accendermi una sigaretta. Guardo il cielo fuori che è completamente chiuso e l'aria che si sente fa capire che una volta che si fermerà il vento farà un temporale con i fiocchi.
<Hai pensato al fatto che dovrai comunque dire qualcosa in modo che possa avvisare Penelope? Dopo il suo rapimento penso sia leggermente ansiosa se vede sparire la figlia.> Oh nelle quasi due settimane passate il cambiamento di Penelope l'ho notato, è diventata un po' ansioggena su alcune cose, ma devo riconoscere che comunque lascia il giusto spazio alla figlia, non intromettendosi troppo, però restando molto presente. Con me è diventata ancora più dolce e quelle volte che sono stata a qualche cena principalmente mi faceva sempre trovare molte più cose rispetto a quello a cui saranno abituate loro.

<Penelope è stata avvisata di tutto in realtà. È stata mia complice per preparare la piccola borsa per lei.> Le spiego buttando all'esterno una piccola colonnina di fumo stizzando la sigaretta.

<Fammi indovinare, lo sa anche Ronnie e Betty, per questo mi hai detto di non sentirle perché erano impegnate.> Scocco un'occhiata a Crystal per vedere se rischio la decapitazione, ma quello sguardo richiede solo una cosa: la verità.

<Ero nervosa nel dirtelo, okay?> Evito subito il suo sguardo quando capisco che sta cercando di comprendere cosa mi sta girando nel mio cervello e cavolo... sono davvero nervosa. Prendo un tiro più profondo e lungo guardando l'esterno, il tempo sembra rispecchiare esattamente il mio stato: agitato e pronto a portare cambiamento da un momento all'altro.
<Non volevo che ci rimanevi male se all'ultimo mi tiravo indietro.> Il fumo si disperde oltre il bordo della finestra salendo verso l'alto.

<Non sei sicura di farlo?> È questo? Non voglio davvero farlo? No non è così, voglio farlo.

<Non è che non lo voglio, è che... è la prima volta. Mi sento come se fossi tornata al primo bacio, alle prime interazioni. Mi sento impacciata, quasi una rincoglionita.> Le spiego sentendo le guance riscaldarsi ad ogni parola che mi esce fuori, altro che rincoglionita, una ragazzina di dodici anni sembro. Faccio un altro tiro pronta alle risatine di divertimento da parte sua o a qualche battuta, ma sento il silenzio. Una volta che tiro nuovamente fuori il fumo mi volto e... la vedo poggiata alla cucina con le braccia incrociate che mi guarda... oddio. Sento le guance andare in ebollizione sotto quello sguardo emozionato. Ingoio a vuoto quando la vedo avvicinarsi e...per poco non mi cade dalle dita la sigaretta quando mi avvolge semplicemente le braccia intorno al busto abbracciandomi.

<Andrà tutto bene. Ti fidi di me?> Mi chiede poggiandomi il mento sul petto in modo da tenere la testa sollevata e potermi guardare negli occhi.

<Sempre.> Le dico seria circondandole la vita con il braccio libero tenendo gli occhi puntati nei suoi.

<Fidati anche di ciò che prova lei, fidati di lei.> Non penso che con altre parole sarebbe riuscita a scatenarmi tutti i brividi che ho adesso. Fidarmi. Fidarmi di Cheryl. Rifidarmi... Non dico nulla e poggio il mento sulla sua testa pensando alle sue parole. Il cuore ha la sua risposta, ma... se ci penso poi subentra la paura e non so.
<Non devi rispondermi, so come ragioni e quali battaglie ti stanno attraversando dentro. Risponditi stasera, quando sarai con lei.> Quel peso che mi si stava gravando sulle spalle si alleggerisce davanti alla sua comprensione e così dopo averle lasciato un bacio sulla testa la lascio andare. Non appena lo faccio lei vola dalla caffettiera che stava borbottando ed io non posso non ridacchiare stizzando la sigaretta prima di fare un altro tiro, uno degli ultimi.

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