|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟓𝟏|

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Pov. Cheryl

Idiota. Idiota, idiota e idiota. Io dico come ho fatto a non accorgermene!? Ero talmente presa da Lea e Robert da non rendermi conto dell'iniziale leggerezza e felicità dei due, del leggero profumo di pino e vaniglia nell'aria, ma soprattutto della prova schiacciante che le dannate tazze erano tre! Ero tre quelle totali nel lavandino dannazione!

<Cosa succede?> Mi giro di scatto alla voce di Lea che si intrufola nel siparietto tra me e Malachai contro Robert e una Crystal che mi si è piantata davanti e che non vuole lasciarci andare.

<Ho detto loro di restare perché per festeggiare ho preso leggermente un po' di roba un più, ma vogliono andarsene...> Perché non è assolutamente il caso di mettersi a cenare tutti insieme! È già un miracolo che io e Malachia siamo ancora vivi dopo che lei ci ha trovati in casa sua, figurati una cena tutti insieme! Inizio a pensare che Crystal ci voglia morti, è l'unica spiegazione.

<Be' in realtà ragazzi ci fareste anche un favore. Conosciamo il "leggermente un po' di roba in più" di Crystal e con tutto che mi piace il Pop's, non lo voglio mangiare fino a domani sera.> Oh... Ecco ora che si è aggiunta anche Lea Malachai ne approfitterà perché so cosa gli passa per la testa e mi basta uno sguardo verso i suoi occhi per averne conferma. Lo uccido, non ero venuta qui per lei, non per una cena in una sorta di famiglia e men che men...

<Crys dato che stasera ti è venuto in mente di finanziare il Pop's allenati ad apparecchiare per sei.> Cosa!?!? Devo aver sentito male, non può aver accettato seriamente la nostra presenza in casa sua dopo...

<Cos... Davvero!? Ci penso io!> Crystal scossa dallo stesso sconcerto nostro balbetta qualcosa velocemente per poi attivarsi e la mancanza di reazione in lei mi fa capire che le mie orecchie hanno funzionato perfettamente. Noto che passa lo sguardo su noi altri finché non si ferma su di me e io senza muovermi o parlare ricambio lo sguardo guardandola negli occhi, in quegli occhi color cioccolato che per un secondo mi hanno fatto mancare il fiato.

<Coff coff!> Devo interrompere a forza quel contatto quando un colpo di tosse mi scuote infiammandomi il petto su cui posso subito una mano mentre l'altra la porto davanti alla bocca.

<Diamine che tosse che ti è venuta.> Lea mi rincara il bicchiere che avevo prima con dell'altra acqua e ringraziandola lo scolo completamente facendo un sospiro di sollievo.

<Non una parola.> Anticipo Malachai che stava già pronto con qualche raccomandazione, ma che davanti al mio dito puntato alza le mani in segno di resa.

<Bene adesso che siamo riusciti a incollarvi in casa nostra per cena, andate in salone mentre io e Robert pensiamo a scaldare e mettere a tavola tutto.> Stavolta a provare a parlare sono io, ma veramente mi basta un solo sguardo da parte della donna per farmi abbassare la testa tra le spalle quasi imbarazzandomi dal continuo aiuto che voglio darle ogni volta. Malachai mi posa una mano sulla schiena suggerendomi di fare come mi ha detto Lea e stavo per seguirlo se un'altra mano dalla presa salda ma morbida non mi avesse afferrato il braccio. Malachai scivola, per differente tempo di reazione, più avanti mentre io mi ritrovo di fronte a lei non sapendo assolutamente come comportarmi o parlarle.

<Ti sei bagnata.> Per poco non mi viene un infarto a quelle parole tanto che schiudo le labbra con gli occhi sicuramente più dilatati del normale.

<Co... cosa?> Dico a fatica sentendo le guance pronte a scoppiare di un rosso molto più vivace e forte del leggero calore che già sento sulle gote.

<Ti sei bagnata.> Mi ripete indicandomi con l'altra mano, ma solo in quel momento capiamo il differente significato che ha dato l'altra alla frase ed io sono veramente in quei dieci secondi in cui vorrei davvero morire.

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