|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟗|

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Pov. Toni

<Mi spieghi dove trovi la forza?> Sorrido orgogliosa mentre apro la porta del mio camerino in cui entro seguita da lei.

<Si chiama anche resistenza e tu devi decisamente lavorare su quella.> La schernisco buttando l'asciugamano madido di sudore sullo schienale di una sedia iniziando a togliermi le scarpe con i calzini.

<Vuoi vedere come ti faccio il culo adesso?> Già ero messa in guardia dal suo tono risentito, ma ho la conferma che è seria al rumore di qualcosa che cade a terra. Mi volto di scatto tirando indietro il peso del corpo e riuscendo a schivare il suo tentativo di prendermi.

<Sul serio?> Le chiedo mentre la vedo togliersi anche lei le scarpe mettendoci in parità.

<Testiamo la tua di resistenza.> Mi conferma sfilandosi anche la canotta per rimanere con il reggiseno sportivo che fa davvero un buon lavoro sul suo seno.
<Hai bisogno di scopare Topaz.> Aggiunge quando mi arriva un pugno dritto allo stomaco e con il fatto che mi piego per assumere il colpo tocco letteralmente con la punta del naso e le labbra quel seno che mi ha distratto. Stronza.

<E tu di usare meno trucchetti.> Borbotto a fatica per il dolore prendendole il braccio e scivolando di lato per bloccarglielo dietro la schiena. Prova subito a liberarsi ma io la spingo contro il muro dove la blocco con il mio corpo. Ogni parte del mio preme sul suo, il mio seno contro la sua schiena, le cosce contro le sue e il mio bacino contro il suo sedere.
<Non perdo solo per un paio di tette, dovresti saperlo.> Dico con tono basso avvicinando le labbra al suo orecchio, ma lei sorprendentemente sorride invece di arrabbiarsi perché l'ho battuta.

<Lo so perfettamente infatti.> Sento la sua mano libera percorrere il mio corpo per quanto la posizione in cui si trova glielo permette ed io di riflesso aumento la presa sul suo braccio.

<Fermati...> Le ordino chiudendo gli occhi mentre stringo forte gli occhi. Blocco ogni ricordo che urla di tornare a galla per non essere presa dalla rabbia che avevo messo da parte una volta che ero arrivata qui, anche se forse è più giusto dire che l'ho incanalata finché non sono rimasta vuota. Appena le sue dita entrano sotto il reggiseno sportivo che indosso sfiorandomi il seno apro di scatto gli occhi lasciandole il braccio soltanto per farla girare e portare una mano intorno al suo collo.
<Non devi provocarmi.> Le consiglio sollevandole il volto verso il mio, ma così riesco a vedere le sue pupille dilatate a causa di una sola cosa: eccitazione. Avendo entrambe le mani libere una la posa sul mio sedere mentre l'altra la posa sul mio viso.

<Perché?> Rimango in silenzio non capendo se si riferisce al fatto che non deve provocarmi o...
<Perché non lo fai?> Ripete spiegandosi meglio e se avevo ancora dubbi lei fa in modo di eliminarli tutti passando il pollice sul labbro inferiore che segue ogni suo tocco. L'istinto mi fa schiudere le labbra, ma appena sollevo la lingua per tirarla fuori mi fermo. È il perché di quella mia reazione mi fa incazzare di brutto, non posso continuare così. Ha ragione ho bisogno di scopare, decisamente troppo, se solo ci riuscissi! Mi accorgo che lei ha notato la mia reazione al suo tocco e si fa più avanti.
<Darling...fall...mh...> Quel soprannome alimenta solo le fiamme della rabbia e le mordo il labbro con forza. Allento con il passare dei secondi la presa rimanendo però ferma. I nostri respiri colpiscono il volto dell'altra e talmente concentrata a non toccarle le labbra che mi accorgo del movimento della mano che aveva sul mio culo solo quando sento sollevarsi il bordo delle mie mutande. Riaccendo il cervello e ci metto due secondi netti a prenderle il polso con la mano libera e tirare fuori la sua dalle mie mutande e dai pantaloni piantandogliela contro il muro sopra la sua testa.

<No.> Dico seria stringendo leggermente la presa intorno al suo collo per farmi guardare ma senza farle male e la cosa probabilmente peggiora solo le cose.

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