|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟖𝟏|

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Passiamo per il centro di Beverly dove ci sono stata solo qualche volta e io stavolta mi metto ad osservare all'esterno provando a capire ogni indizio verso la direzione in cui stiamo andando, ma... ci fermiamo in un parcheggio non proprio al centro della città, ma sempre al suo interno e non vedo nulla tranne che palazzi.

<Sicura che non mi vuoi uccidere?> Le chiedo guardandomi intorno in modo molto più evidente non riuscendo a vedere alcuna insegna o entrata per un b&b o hotel o qualcosa dove passare la notte.

<Certo che a volte sei proprio scema.> Mi prende in giro scendendo dalla macchina lasciandomi sul sedile come un pesce che spera di non essere lesso molto lentamente nell'acqua.

<Se tu mi rendessi partecipe.> Borbotto facendo un piccolo broncio una volta che scendo anch'io e noto che lei ha preso due borse con all'interno chissà cosa.
<Quella è mia.> Aggiungo provocandole un'espressione confusa, ma non mi sono scordata cosa mi ha detto prima piuttosto...
<Posso portarla io.> Concludo allungando la mano non vedendo l'ora di prenderla e vedere cosa c'è dentro. La sua confusione scoppia in una risata gioiosa mentre scuote la testa mandando all'aria il mio piano in un secondo.

<Non esiste, cammina.> Mi risponde continuando a ridere mentre mi prende con la mano libera la mia ridendo ancora di più al mio broncio.
<Diamine sei una peste tu.> Gonfio le guance e allargo le narici trattenendomi, sono una persona curiosa io! Non una peste! Quell'espressione che se avesse notato avrebbe peggiorato la sua ilarità la sostituisco con un sorrisetto quando mi viene in mente un'idea. Tiro leggermente la sua mano avvicinandola a me fino ad arrivare al suo orecchio.

<Non puoi immaginare quanto Topaz.> Le sussurro mordendole leggermente il lobo dell'orecchio sentendo l'immediato effetto che le provoco approfittandone. Le sfilo velocemente la mia borsa, che unisco a quella che già porto e su cui sono posate le due rose, con un sorrisetto trionfante allontanandomi velocemente da lei.

<Peste!> Mi urla iniziando a rincorrermi mentre io mi mordo il labbro per non ridere e conservare il fiato per correre come posso con i tacchi provando a non rompermi una gamba.

<Uh!> Non riesco a trattenere un versetto di sorpresa quando lei riesce a prendermi per un braccio, ma io per non cadere mi poggio al muro di... in realtà non sono a vedere a cosa corrisponde, però almeno sono ancora sulle mie gambe.

<Presa piccola peste.> Mi arriva a un soffio dal volto piantando una mano vicino al mio volto mentre mi alza il volto con l'altra affinché i nostri sguardi si scontrano. Il mio respiro è leggermente accellerato per la piccola corsa e a seguirlo il petto si solleva e abbassa con una velocità maggiore toccando il suo. Un forte senso di dejà vu si insinua nella mia mente e a me quasi me lo toglie il fiato nel riscontrare allo stesso tempo la netta differenza tra adesso e quella volta. Quando riesco a collegarmi con il presente scopro di avere il respiro molto più accellerato, ma stavolta non per la corsetta, no io... la voglio. E posso averla adesso. Passo una mano sul suo di collo stavolta per arrivare dietro la nuca per tirarla a me e unire le mie labbra alle sue. Non mi interessa più nulla della borsa, voglio baciarla, voglio sentirla m... Apro la bocca ansimando quando si preme verso il mio corpo sentendo ogni sua forma. Mio Dio... Mi lascio trasportare senza remore dal bacio godendo quando tenta di approfondire il bacio stuzzicando con la sua lingua le mie labbra, ma prima di cedere lascio entrambe le borse posando le mani sul suo petto.

<Toni...> Il suo stesso nome le ricade sulle labbra quando ci separiamo un minimo ed entrambe proviamo a recuperare il respiro. È stato... Per quanto simile era anche tanto diverso da quel bacio, quel primo bacio dopo che ci eravamo allontanate. Quello era pieno di rabbia, furioso e desiderio. Questo invece era caldo, passionale e attento.
<Ti adoro Toni Topaz.> Perché lei adesso non è più solo la Serpents Queen, no è di nuovo la mia Toni, è quella Toni che mi ha insegnato ha lanciare i coltellini, quella Toni che mi è stata accanto avvicinandosi però poggiando prima la punta e poi tutto il resto del piede, è quella Toni che mi ha aiutato a superare i miei limiti. È Toni Topaz.

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