|𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟓𝟑|

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<Fermati!> Mi arriva uno scappello dritto dritto dietro alla testa che mi fa fermare all'istante per potermi girare verso di lei e vedendo la sua morte per mano mia davanti agli occhi.

<No lasciami stare e sono seria. È uno sbaglio e lo sai meglio di me.> La riprendo ricominciando la mia missione di fare un solco sul pavimento della mia camera mentre lei si risiede arresa sul mio letto.

<Quante altre volte ne dovremmo parlare? Non è come pensi.> Già non è come penso, lei lo dice e questo dovrebbe bastarmi, ma non riesco a smuovermi dalla mia idea.
<Vuoi fermarti per favore invece di farmi parlare come se stessi guardando una partita di tennis? Mi stai facendo girare la testa.> Mentre mi volto verso destra per ritornare indietro e ripercorrere lo stesso tragitto che ho compiuto per minimo trenta volte mi accorgo che stavolta quella mano che prima mi ha colpito la testa ora è testa verso di me con la speranza che l'afferri. Trattenendo ogni mio nervo del corpo che è in stato supersensibile cedo alla sua richiesta e prendendo la sua mano mi lascio cadere a peso morto sul letto stendendomi con un cuscino dietro la testa.

<Non sono adatta per questa cosa, io... non so neanche come affrontarlo.> Le confesso rompendo quel silenzio che mi stava concedendo per darmi la possibilità di trovare il locus centrale del mio problema. Mi ha lasciato il mio tempo nonostante sono consapevole di averle tirato via un po' della sua pazienza di cui ne ha preso scorta per oggi, ma io... io lo sento. Sento quel magone di inadeguatezza arrampicarsi come un rampicante dal mio stomaco fino alla gola impedendomi di ragionare in modo fermo e chiaro.

<Lo affronterai come hai sempre fatto, lo affronterai come Toni Topaz Serpents Queen.> La mano che ho nella sua viene stretta come ad enfatizzare le sue parole, ma quel titolo ora associato al mio nome sento che stona come mai in vita mia.

<Come Toni Topaz Serpents Queen, figlia della persona che ha fatto uccidere non solo lei stessa, ma anche il Re!> Sbotto provando a tenere la mia voce bassa nonostante so che i miei sono usciti, nonno per andare al White Wirm a fare non so cosa e nonna da... penso una vicina.
<Ed ora mi chiedo quanti di loro hanno seguito il mio comando e i miei ordini restando leali a me. Quanti... io non ce la faccio.> La furia precedente viene uccisa da... dalla vergogna o forse è senso di colpa non lo so, ma questa cosa mi fa stare male, non... non mi sento degna del titolo che ricopro.

<Lo hanno fatto perché accettano, rispettano e desiderano te come loro Regina. Hai tenuto al sicuro i Serpents per tutti questi anni, li hai protetti mentre era al comando Jack e hai tenuto unita la famiglia che è la nostra gang.> Nonostante ho lo sguardo basso sento che si muove mettendosi vicina a me in modo che ci tocchiamo e le nostre mani entrino nel mio raggio visivo che cambia nel giro di pochi secondi. Con la sua mano libera mi afferra il volto sollevandolo finché non mi scontro con i suoi; provo immediatamente ad abbassarli mossa da un senso di vergogna, ma lei mi strattona e mi fa capire perfettamente che è meglio per il mio bene che non lo abbassi.
<I Serpents lo hanno visto tutto questo, desiderano te Toni Topaz perché sei degna. E con questo non sto dicendo che sei perfetta, nessuno sulla faccia della terra lo è e tutti commettiamo sbagli. Non sei una Serpents solo per il sangue che ti scorre nelle vene, sei una Serpents per quello che sei. Tu sei una persona che non centra nulla con le figure dei tuoi genitori che a loro tempo avranno collezionato i loro sbagli ed errori tra cui l'ultimo che è stato di tua madre, ma ciò non ti rende meno.> Mi scrolla nuovamente il volto rafforzando un po' la presa quando tento di abbassare non lo sguardo, ma proprio la testa perché i miei occhi iniziano a pizzicarmi per lo sforzo di trattenere le lacrime.
<Toni non sono mai stata più seria di così, escludendo il nostro rapporto non vorrei altra Regina se non te e non solo io la penso così. Sono onorata di essere una Serpents con a capo te, di essere nella cerchia ristretta e di essere tua sorella.> E lì davanti ai suoi occhi che hanno visto attraversare tutti i miei pensieri mentre parlava crollo lasciando scivolare più lacrime di quanto vorrei far scappare. Piango come è successo una settimana fa in bagno sempre davanti a lei, piango e facendo uscire le lacrime, ma che attraverso quell'apertura faccio entrare le sue parole che mi scuotono ancora di più permettendo ad altre lacrime di uscire.
<Shh... è tutto ok.> La sua mano non mi tiene più con forza, ma con dolcezza mi accarezza una guancia e a quel punto utilizzando le nostre mani unite la tiro completamente giù per poterla abbracciare e lei non si tira indietro, ma mi accoglie in quella stretta in cui sento tutte le parole che ha detto, perché lo so, lo so che le ha dette perché ci crede davvero, lei crede in me.

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