La mattina dopo mi svegliai tutta indolenzita.
E con nessuna voglia di andare a lavorare.
La sera prima quando ero arrivata a casa, mi ero cambiata subito, e mi sono buttata immediatamente a letto. Crollando mezzo minuto dopo perché ero esausta.
Solo che evidentemente avevo dormito male.
Perché mi sentivo più stanca di ieri sera.
Però non potevo proprio lamentarmi. Come al solito ero in ritardo e dovevo ancora fare tutto.
Quindici minuti dopo ero in auto che sfrecciavo per le strade di Los Angeles verso l'ennesima noiosissima giornata lavorativa.
***
Tutta la settimana passò in questo modo.
Mi alzavo, andavo al lavoro, mangiavo il mio pranzo dietetico per tenermi in forma, poi finivo il turno facendo chiusura, correvo in palestra ad allenarmi con Ares che era diventato più duro e severo rispetto a qualche settimana fa, poi tornavo a casa, facevo cena, la doccia e crollavo a dormire.
In sostanza una vita noiosissima.
Al telegiornale non facevano altro che parlare delle lotte tra i clan e della malavita.
Poi le notizie dall'estero erano sempre le stesse: le guerre in Africa e nel Medio Oriente, la crisi economica che stava investendo l'Europa, gli scandali politici...e la Spagna.
Io e Ceaser ascoltavamo attentamente il notiziario quando inizia l'argomento sulla Spagna.
Le cose non miglioravano affatto. E la guerra civile era sempre più alle porte.
Non pensavamo che sarebbero arrivati a questo punto.
Stavo finendo il mio piatto di pasta quando iniziò il servizio quotidiano sulla crisi spagnola.
-La crisi spagnola peggiora sempre di più. Quest'oggi c'è stato un attentato al palazzo reale della Regina Artemis. Le notizie da palazzo rivelano che la sovrana sta bene e non ha riportato alcun danno, ma il palazzo è stato gravemente danneggiato. Per fortuna non ci sono state vittime, ma solo ferite alle persone che stavano passando per quella strada per coincidenza. È iniziata la conta dei danni e la stima dei costi per il restauro. L'attentato di oggi è una grave ferita per il paese spagnolo che sembra non voler conoscere ancora la pace.- Concluse la giornalista davanti al palazzo.
-Okay, adesso chiamo la mamma.- Dissi alzandomi subito e prendendo il telefono.
-Avviso Salazar. Così può verificare se i suoi genitori stanno bene.- Disse Ceaser prendendo il suo telefono e digitando velocemente il numero. -Non pensavo sul serio che la situazione potesse peggiorare fino a questo punto. Per fortuna la mamma sta bene e non c'è stato nessun morto tra i civili. Quello di oggi però è un gesto gravissimo da parte degli anarchici.- Concluse lui duramente.
-Sono certa che non sono solo gli anarchici. Loro protestano, ma amano la Regina e l'hanno sempre rispettata. Loro odiano i politici.- Dissi con sicurezza guardandolo negli occhi mentre componevo il numero della mamma.
-Lo so Alexandra.- Rispose Ceaser sospirando mentre aspettava che Salazar risponda.
-Pronto tesoro?- rispose la mamma subito.
-Ciao mamma come stai? Abbiamo visto adesso il servizio al notiziario e siamo tanto preoccupati per te. Del palazzo non me ne frega niente.- Dissi subito con preoccupazione nella voce e con gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.
Perché la mamma è sempre stata gentile, dolce e rispettosa nei confronti del popolo, e non riuscivo proprio ad immaginare, chi poteva essere così cattivo da volere la sua morte.
E il pensiero mi faceva stare malissimo.
Anche perché ero lontana da lei e non potevo nemmeno abbracciarla come vorrei.
-Sto benissimo Alexandra non ti preoccupare per me. Dico sul serio.- Mi rispose dolcemente.
-Mi manchi tanto e vorrei tanto abbracciarti mamma.- Singhiozzai iniziando a piangere come una bambina.
-Lo so, amore mi manchi tanto anche tu. Però è necessario che tu, Ceaser e Salazar rimaniate li dove siete con Dracon e Anubis. Non voglio che veniate adesso in Spagna. Mi dareste solo tanta preoccupazione in più. Dopotutto il lavoro complesso che ho svolto, per potervi permettere di avere una vita normale, fino a quando lo vorrete. E poi ora sarebbe un grosso problema se saltasse fuori che siete miei figli. Il bersaglio a quel punto, non sarei più io, ma diverreste voi e non posso permettere che dei pazzi facciano del male ai miei figli.- Disse mia madre con la sua consueta serietà, sicurezza...e anche dolcezza allo stesso tempo.
-Lo so mamma. Sto facendo del mio meglio per tenere Ceaser al sicuro.- Dissi con sicurezza tirando su con il naso e smettendo di piangere.
-Tesoro, lo sai che non sei obbligata ad essere la guardia del corpo di tuo fratello. Se non vuoi più farlo, posso subito inviare, due delle mie guardie li da voi, che possano proteggervi meglio e per far si che tu viva più serena. Perché so benissimo che tu ora sei poco serena Alexandra.- Spiegò mia madre con preoccupazione nella voce.
-Non ti preoccupare per me mamma. Posso proteggere benissimo entrambi.- Dissi seria. -E voglio ancora farlo mamma. Voglio essere d'aiuto, nel modo più concreto possibile, alla famiglia e sapere che posso tenervi al sicuro...mi fa star bene.- Conclusi sorridendo dolcemente.
-Va bene tesoro, ora devo andare. Salutami tuo fratello e non state in pena per me perché davvero non c'è né bisogno.- Mi salutò chiudendo la chiamata velocemente.
Rimasi a guardare il telefono per qualche istante e poi lo strinsi leggermente nella mia mano.
Era ora di entrare in azione e di trovare una soluzione per il mio paese.
Non potevo permettere che la Spagna venga distrutta. Che la mia famiglia venga distrutta.
Avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per riportare la pace.
Te lo prometto, mamma.
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