-Il dottore Eriksson non c'è oggi.- Risposi all'ennesima paziente di oggi.
-Nemmeno Logan c'è?- domandò ancora.
-Anche lui oggi non c'è. Mi dispiace molto non poterla aiutare.- Risposi con un sorriso cordiale e poi la signora uscii dalla struttura sbuffando.
Tornai a compilare tutta quella valanga di documenti noiosi. Mi capitarono tra le mani i fogli di richiesta per le ferie di Sam e di Logan.
Alzai un sopracciglio mentre notai che avevano preso le stesse due settimane.
Da quando lavoravo qua non era mai successo nulla del genere.
Normalmente vanno in ferie uno alla volta per poter sostituire l'altro. Invece, questa volta, erano entrambi in ferie.
Nella mia mente mi immaginai una discussione, di loro due, per decidere quando andare in ferie e mi venne da ridere.
-Buongiorno Alexandra.-
Alzai la testa verso la persona che mi aveva salutata.
-Buongiorno a te Allyson.- Risposi sorridendo.
Allyson era molto simpatica, oltre ad essere molto dolce, premurosa e sensibile. Con lei mi trovavo bene, anche se ogni volta che la vedevo, mi domandavo come facesse a lavorare con uno come Logan. Non avrei mai avuto la sua pazienza.
-Come stai?- mi domandò con il suo consueto sorriso dolce.
-Bene, e tu?- domandai a mia volta.
-Tutto bene, grazie.- Rispose raggiante.
-Immagino, anche perché con Logan in ferie due settimane, penso che sia il paradiso lavorare nell'ufficio.- Commentai ridacchiando.
-Non è così male come pensate tu e Sam.- Rispose lei ridacchiando. -E' solo un po' permaloso, troppo preciso, troppo curato e sto cercando di insegnarli un po' di senso dell'umorismo. Credo che se lo avesse vivrebbe anche meglio di ora.- Concluse lei con un leggero sorriso mentre si prendeva un caffè.
-Lo penso anche io.- Risposi con una smorfia.
-Anche Sam è in ferie.- Disse guardando il foglio delle ferie. -Ora come faremo con i pazienti?- domandò guardandomi preoccupata.
-Niente, li mando via in modo gentile e poi gli lascio il foglio, con i numeri da contattare, dopo il periodo delle ferie. Non possiamo fare altro dato che hanno deciso di fare le ferie insieme. Cosa mai successa, per altro, proprio per questo motivo.- Spiegai irritata.
Odiavo mandare via i nostri pazienti, spiegare cosa fare e quando richiamare.
Perché poi arrivava il periodo in cui richiamavano, tutti rigorosamente insieme, e il tutto diventava molto stressante da gestire.
Allyson si irrigidii mentre ascoltava la mia spiegazione.
-Magari è successo qualcosa.- Commentò pensierosa.
-Qualcosa che fa andare in ferie entrambi?- domandai alzando un sopracciglio.
-Può essere. Magari uno dei due ha avuto problemi famigliari, e invece l'altro, ha sul serio solo bisogno di ferie. Sono cose che nessuno può sapere. Anche perché sono questioni private.- Rispose Allyson sorridendo dolcemente come al solito.
-Sarebbe una bella coincidenza.- Commentai poco convinta osservandola.
E conclusi che Allyson sapesse qualcosa su tutta questa storia, ma non feci ulteriori domande. Anche perché non credevo sul serio che mi avrebbe risposto, e poi magari, mi stavo sbagliando di grosso e magari ne sa quanto me, e le sue erano solo delle semplici ipotesi come le mie.
-Già, ora torno a lavorare sennò oggi non finisco più. Buon lavoro Alex.- Mi salutò sorridendo mentre prendeva dei documenti e usciva dallo studio.
Sospirando per la noia ripresi il mio lavoro sperando che la giornata finisse davvero in fretta.
***
Ares: ti aspetto questa sera alle 22.00 nello scantinato sotto la palestra. Cerca di essere puntuale. Se non trovi l'entrata aspettami davanti all'entrata della palestra, ti verrò a prendere io.
Appena finii di leggere il messaggio di Ares sentii una forte scarica di adrenalina nelle vene.
Il mio primo incontro di box lo stavo aspettando come un bambino aspetta il Natale o il suo compleanno per ricevere dei regali.
Mi sentivo euforica al pensiero che mi sarei battuta con qualcuno che non era quel sacco rosso, che oramai, aveva assorbito la grandezza dei miei pugni e dei miei calci.
Finii di mangiare cena velocemente e mi misi a lavare i piatti.
Sarei riuscita ad arrivare in tempo.
Mentalmente ringraziai il gruppo di giochi online di Ceaser che lo tenevano occupato, quasi tutte le sere quando non usciva con Salazar, e poi iniziai a pensare, a quale scusa credibile potessi dare senza fargli venire dubbi.
Scelsi di andare sul classico:
Vado da Cassandra perché ha bisogno di sfogarsi su sul suo ultimo ex e non so quando torno. Non ti preoccupare, non farò tardi e domani mi alzo senza problemi per andare a lavorare.
Con questa spiegazione sarei uscita senza problemi perché anche Ceaser conosceva la storia di Cassandra con il suo ex.
Corsi in camera mia e mi cambiai velocemente. Poi presi il borsone, con le chiavi di casa e della macchina andando a bussare alla porta di Ceaser.
-Avanti.- Rispose scocciato mentre si alzava le cuffie guardandomi.
-Sto uscendo per andare da Cassandra e...-
-Si, va bene ciao.- Rispose sbuffando alzando gli occhi al cielo, mentre si rimise le cuffie e tornava a giocare alla play station.
Chiusi la porta ancora più soddisfatta.
Quando Ceaser faceva così era perché sul serio non glie ne fregava niente di nulla. Ed era stato meglio così.
Salii rapidamente in macchina e partii subito nella direzione della palestra.
Più si avvicinava l'ora, più mi sentivo euforica.

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ANCHE L'AMORE NON BASTA.
RomanceAlexandra Rojo sembra essere una ragazza comune: svolge il lavoro di segretaria in un'azienda medica privata, dedica il suo tempo libero alla palestra e si perde nei mondi di Wattpad. Tuttavia, queste apparenti normalità servono solo a nascondere l...