Dopo un'ora di cammino mi ritrovai davanti ad una concessionaria di macchine usate.
Si trovava nel quartiere di Beverly Center, ad un'ora e mezza di distanza dal mio quartiere, Highland Park.
L'entrata della concessionaria era molto "vintage", ma decisi di non darci penso ed entrai decisa nella struttura. Non posso permettermi il lusso di fare la schizzinosa.
-Buon pomeriggio, come posso aiutarla?- domandò un signore sulla cinquantina con accento messicano, una bandana attorno alla testa e un sigaro in bocca. Era visibilmente annoiato.
-Vorrei comprare una macchina.- Risposi decisa. -Non ho un modello preciso, l'unica cosa che mi importa è che sia in buone condizioni e...che non costi troppo.- Conclusi con un sorriso gentile.
-D'accordo venga con me.- Disse stiracchiandosi per poi alzarsi e, con un gesto della mano, invitarmi a seguirlo.
***
-Firmi tutti i documenti, mi raccomando. Non voglio andare in galera per qualche stronzata del genere.- Disse serio il proprietario del negozio che osservava con super attenzione tutta la compilazione dei documenti.
-Non si preoccupi.- Dissi semplicemente mentre leggevo tutto attentamente per poi compilare allo stesso modo.
Pochi istanti dopo consegnai i documenti all'uomo.
-Sei spagnola.- Commentò soprappensiero mentre inseriva i dati sopra il suo pc.
-E allora?- domandai fredda irrigidendomi.
Quando mi facevano notare la mia nazionalità in questo modo istintivamente mi mettevo sulla difensiva.
-Mi domando semplicemente come fa una spagnola ad essere finita qua. La Spagna è una nazione decisamente più bella della California.- Rispose distrattamente con un'alzata di spalle.
Risposi solo con un piccolo sorriso che sapeva di falso.
La Spagna mi mancava molto. Sapevo benissimo che la California e Los Angeles non potranno mai competere con la bellezza della costa Iberica e di Madrid.
L'art Nouveau, la Sagrada familial, Siviglia e in generale i colori stessi delle città e della natura; così vividi e particolari...
Scacciai subito questo pensiero, era inutile, quasi nocivo, fare certi pensieri.
-Ecco qua il suo atto di proprietà, l'atto di vendita e le due chiavi della sua macchina.- Disse poco dopo passandomi tutto mentre prendevo il bancomat.
Dopo l'acquisto di questa macchina avrei dovuto stringere sulle altre spese per un po', ma questo era un acquisto necessario.
In alternativa avrei avuto il doppio delle spese e il solo pensiero mi faceva impallidire.
Quando la transizione fu eseguita con successo ripresi il bancomat, lo misi all'interno del portafoglio e chiusi tutto nel mio zainetto.
-Arrivederci e grazie ancora.- Dissi salutando l'uomo e mi diressi verso la mia "nuova macchina".
-Buona giornata a lei signorina.- Rispose annoiato.
Con tanto coraggio e tanta volontà, salii dunque sul sedile della mia Yaris L rossa.
Rispetto alla vecchia Toyota, una macchina che mi ha portata in giro per tre anni nonostante avesse già 10 anni di vita, questa sembrava di lusso.
Me la sono cavata con 3.5000 dollari, e seguendo il consiglio del concessionario, mi ero decisa ad accettare un'auto con una cifra più alta rispetto al mio budget iniziale di massimo 1.000 dollari. Ora mi auguravo semplicemente di aver fatto una buona scelta.
Misi lo zainetto nel sedile accanto al mio, aprii subito i finestrini per il caldo tremendo a cui non mi ero ancora abituata perché normalmente questo tipo di caldo arriva a inizio Luglio, non a inizio Giugno poi presi il mio cellulare in mano, decisa a leggere e rispondere a tutti i messaggi che mi erano arrivati.
Anche perché effettivamente erano almeno tre ore che non davo segni di vita, ma sono stata semplicemente travolta da tutta la situazione; l'ultima cosa a cui avevo pensato era rispondere al telefono.
Io: Sono viva. E date il benvenuto alla nuova auto. La piccola Toyota ha deciso di andare in paradiso prima del previsto.
Alla fine avevo lasciato perdere la lettura dei messaggi. Erano più di 190 messaggi, cazzo.
Salazar: Allora sei viva
Cassandra: Stavo per andare alla stazione di polizia
Io: Siete esagerati come al solito *faccina con gli occhi all'insù*.
Dracon: Non siamo esagerati. L'ultima volta che ti abbiamo sentito erano le 10.15 dicendo che eri bloccata in una scorciatoia. Ora sono le 16.30 fai te.
A quel punto controllai l'orologio sul cruscotto e constatai che Dracon aveva ragione.
Sono già le 16.30 e non avevo nemmeno fatto pranzo. Decisi quindi di prendere dallo zainetto il panino che mi ero preparata prima di uscire di casa.
Iniziai a mangiare mentre seguivo la conversazione.
Salazar: Hai almeno fatto pranzo?
Io: Sto facendo adesso pranzo *selfie con il panino in bella mostra*.
Dracon: Come hai fatto a non mangiare fino adesso non lo so.
Cassandra: Come ha fatto a non morire fino adesso con questo caldo infernale senza mangiare nulla.
Caesar: Da fratello maggiore ho una domanda seria: alla fine come ci sei arrivata alla soluzione che abbiamo visto tutti? Anche perché il nostro meccanico oggi è chiuso tutto il giorno.
In breve raccontai tutta la storia di Sam, dei suoi amici e dell'officina.
Salazar: Il famoso dottor. Eriksson ti ha salvata dalla situazione quindi.
Caesar: L'hai pagato almeno?
Anubis: Spero in natura. Almeno non avete perso troppi soldi *faccine che ridono*.
Cassandra: ANUBIS NON FARE L'IDIOTA!
Dracon: Potrebbe essere l'inizio di una storia d'amore struggente: il dottore e la segretaria in mezzo alle scorciatoie sperdute.
Io: No. Non ho pagato nessuno di loro perché non hanno voluto. E comunque mi rifiuto, anche solo di pensare, ad una notte di sesso con un tipo del genere!
Salazar: Keith com'era vestito da lavoro? Perché secondo me è potrebbe essere decisamente erotico con l'olio e il grasso di un'officina *faccina maliziosa*.
Dracon: E Gwyn com'era?
Io: Che cazzo ne so com'erano? Credo, che fossero tutti con le tute, e comunque non mi metto ad osservare i meccanici delle officine come voi pervertiti, risposi.
Caesar: Non è che ti rifiuti di pensarti con uno come lui. Il discorso è che un ragazzo di quel calibro non potrebbe sopportare una ragazza agguerrita, per non dire altro, come te, sorellina cara *faccina con il bacio*.
Io: Ma vaffanculo Ceaser e pensa al TUO DI ROSSO! *faccina con l'occhiolino*.
Salazar: QUALE ROSSO?
E così si scatenò il putiferio.
Ridacchiando, chiusi la chat, accendendo la macchina e, con la musica della radio, partii avviandomi verso casa, rilassandomi finalmente sul sedile della macchina.
E per un secondo mi tornò in mente, senza motivo, il sorriso di Sam.

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ANCHE L'AMORE NON BASTA.
RomanceAlexandra Rojo sembra essere una ragazza comune: svolge il lavoro di segretaria in un'azienda medica privata, dedica il suo tempo libero alla palestra e si perde nei mondi di Wattpad. Tuttavia, queste apparenti normalità servono solo a nascondere l...