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Ares stava osservando Diego senza espressione sul viso, ma dallo sguardo capì subito che non gli piaceva.

Diego non era per nulla cambiato: soliti capelli neri tirati indietro dal gel in ordine perfetto, solita abbronzatura che non sbiadiva mai, denti bianchissimi, fisico perfetto e con dei leggeri muscoli, nel classico completo lussuoso che terminava con i mocassini. 

E con i suoi occhi castani che mettevano i brividi per l'estrema lucidità che possedeva sempre. In qualsiasi contesto e luogo in cui andasse.

-Ciao.- Dissi freddamente con un sorriso tirato e gli occhi leggermente lucidi per i ricordi dolorosi, da brividi e...traumatizzanti che avevo con lui.

-Che cosa posso fare per te?- domandò Ares capendo che ero in difficoltà.

Lo ringraziai mentalmente, ma volevo solo gridare di scappare il più lontano possibile da lui. O lo avrebbe rovinato come aveva fatto con me.

-Nulla, ti ringrazio.- Rispose con un sorriso educato e nella sua gentilezza costruita senza alcuna crepa. Quasi da essere irreale. -Non sapevo che avessi iniziato con la palestra.- Aggiunse tornando a guardare me.

-Ho iniziato da poco in effetti.- Risposi educatamente con il sorriso tirato sempre stampato in viso. Poi girai il viso verso Ares. 

-Vai pure, torno tra qualche minuto.- Aggiunsi con un sorriso rassicurante. 

Volevo chiudere la questione con Diego il prima possibile, ma se avevo Ares vicino non avrei potuto dire nulla senza svelare la mia identità. E volevo tanto sapere che cosa fosse venuto a fare a Los Angeles, in un quartiere come questo, un uomo come Diego che senza la scorta non andava nemmeno in giardino.

-D'accordo.- Disse Ares annuendo. -Ci si vede in giro.- Salutò Diego e poi tornò dentro. Mentre nella mia testa speravo tanto di non vederlo mai più dopo oggi.

-Che cosa vuoi?- domandai a denti stretti ringhiando poco dopo.

-Mi dispiace che tu sia così scontrosa dopo tanto tempo che non ci vediamo Princesa.- Rispose educatamente con un sorriso freddo guardandomi negli occhi. 

E mi irritai ancora di più sentendo il soprannome che usava con me. Non aveva più nessun diritto di usarlo con me.

-Ripeto la domanda perché forse non sono stata abbastanza chiara. Che cosa vuoi?- dissi ringhiando guardandolo malissimo negli occhi. Come se avessi il potere della pietrificazione. Che purtroppo non avevo e che non avrei mai avuto.

-In Spagna le cose si stanno mettendo piuttosto male per tua madre.- Iniziò tranquillo camminando intorno a me con le mani dietro alla schiena dritto composto come sempre. -Però le cose potrebbero sicuramente migliorare se tu accettassi di diventare mia moglie. Una volta per tutte e dimostrando così di essere una donna matura. Anche perché mi manca passare le notti insieme a te.- Concluse con voce dolce, ma mantenendo sempre lo stesso disgustoso sorriso.

-Non ti sposerò mai Diego Hermoso. Mai. Mettilo in quella cazzo di testa vuota che ti ritrovi.- Risposi dura stringendo gli occhi. 

-Non l'avrei fatto due anni fa, non lo farò nemmeno adesso, e per quanto riguarda mia madre: per la Spagna troverò una soluzione per sistemare tutto.- Conclusi con orgoglio e sicurezza.

Doveva assolutamente capire che non ero più la ragazzina impaurita da lui e dalla sua famiglia.

Dovevo assolutamente mostrare quanto forte mi avevano resa gli allenamenti intesivi con Ares, le gare clandestine e tutto il lavoro che avevo fatto su me stessa in questi anni. Precisamente da quando avevo chiuso quell'inferno di relazione che era stata con lui.

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