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Due giorni dopo stavo guidando verso la zona Sud di Hyde Park, il quartiere più pericoloso di Los Angels. 

Per precauzione mi ero portata dietro una pistola che tenevo nascosta nei pantaloni. Anche perché era notte e volevo sentirmi più sicura.

Mentre guidavo osservavo tutto il quartiere e feci una smorfia. 

Il Clan della Luna Rossa doveva per forza lavorare in un postaccio del genere? Anche se non dovrei esserne stupita.

Essendo criminali era normale che vivevano in posti dove nemmeno la polizia andava a mettere il naso. 

Infatti, Hyde Park era anche conosciuta come la terra di nessuno, dato che nei telegiornali si vedevano le persone comuni che abitavano qui, raccontare perennemente delle lotte tra i Clan malavitosi, ma che la polizia non arrivava mai perché nemmeno loro sapevano cosa fare per gestire la situazione. Ed ecco perché del soprannome.

Seguendo il navigatore arrivai precisamente alla base e parcheggiai rimanendo abbastanza vicina alla base. Nel caso in cui sarei dovuta scappare subito o cose del genere.

Anche perché non sapevo davvero che razza di persone avrei trovato.

Mentre scendevo dalla macchina mi imposi di non pensare al Boss Rosso sangue, al Massacratore, alla Mente della Morte, il Repubblicano, il Dedalo Sanguinario, il Mangiafuoco e il Burattinaio; i soprannomi dei capi del Clan. 

Perché se ci avessi pensato sarei subito salita sulla macchina e sarei tornata indietro in due secondi.

Però era una cosa che non potevo proprio fare. Non dopo le minacce di Diego.

Perciò mi feci coraggio ed entrai nell'enorme garage da cui arrivava una musica punk rock, odore delle canne misto all'alcool e all'odore della benzina. Socchiusi gli occhi per la luce soffusa che trovai, e per l'enorme nebbia creata dalle sigarette e dalle canne, mentre mi guardavo intorno cercando di capire che cosa fare, dove andare e chi cercare.

Perché ovviamente il ragazzo al telefono non mi aveva detto chi avrei dovuto cercare una volta che sarei arrivata alla base. 

Feci una smorfia perché non credevo che mi sarei trovata in mezzo ad un bordello e....ad un mucchio di gente che stava giocando a poker, biliardo bevendo e fumando, o gente buttata sui i divanetti presenti ovunque nel garage a limonare, arrivando quasi a scopare in pubblico.

Girai il viso verso destra dove sentivo dei rumori classici di chi lavora in officina e vidi altre tante persone che lavoravano tranquille su delle macchine o che costruivano armi di ogni tipo.

Dopo qualche secondo di attesa, in cui nessuno mi aveva apparentemente calcolata, mi infilai le mani in tasca e iniziai a girare in quella sorta di bordello cercando di capire con chi diavolo dovessi parlare. 

Mi fermai davanti ad un tavolo dove c'erano bottiglie di alcool di ogni tipo, qualsiasi tipo di erba, cartine per girare le canne, cibo per la fame chimica, alcune droghe sintetiche riconoscendo solo la cocaina e altre cose che non sapevo cosa fossero. Soprattutto alzai un sopracciglio quando notai un cestino stracolmo di preservativi di ogni tipo, con lubrificanti e altre cose che potevano servire per il sesso. Al momento non facevo altro che domandarmi che razza di posto fossi finita.

Poi la musica si spense improvvisamente e calò il silenzio sentendomi improvvisamente osservata. Anche dalle persone che stavano lavorando sulle macchine e sulle armi. Diventai bordò non aspettandomi di finire al centro dell'attenzione di tutta quella gente, che pochi secondi prima, era impegnata negli affari loro e che credevo che non mi avessero notata.

Invece mi ero totalmente sbagliata perché mi avevano notata eccome.

-Uhm...Buonasera, non sono venuta qua a interrompere la vostra festa o i vostri lavori.- Inizia con un sorriso incerto mentre mi mangiavo le unghie nervosamente. -Sono venuta perché qualche giorno fa, al telefono, ho parlato con qualcuno di voi e mi ha dato appuntamento nella vostra base a quest'ora. Solo che non mi ha detto chi dovevo cercare, o con chi dovessi parlare e....quindi niente.-  Conclusi nervosamente con una leggera risata facendo un passo indietro in totale soggezione.

-Cazzo, sei davvero tu?-

Disse una chioma rosso fuoco, con gli occhiali da meccanico sulla fronte, sdraiato come un dio dell'antica Grecia, a petto nudo e con la testa appoggiata sulla mano. E mi osservava con una smorfia tenendo una sigaretta in bocca alzando un sopracciglio.

Per poco non mi venne un infarto sgranando gli occhi.

Davanti a me avevo Keith Murphy.

-Si, sono io.- Borbottai non sapendo bene cosa dire o cosa fare.

-Luké non mi ha detto che eri tu.- Disse Keith con una smorfia.

-Boss, cosa dobbiamo con questa ragazza?- domandò un tipo vicino alla porta.

-Niente, state meno di dieci minuti zitti, il tempo di capire che cosa vuole e poi potete tornare a fare i cazzi vostri.- Rispose irritato come sempre mettendosi seduto. -E tu vedi di sederti qua. Mi stai facendo venire l'ansia stando in piedi come una verginella.- Concluse Keith indicando me sbuffando.

Mi sedetti subito senza replicare e il tipo della domanda mi lasciò in mano una birra. La osservai alzando un sopracciglio e cercando di non pensare a che cosa ci fosse dentro in realtà.

-Stai tranquilla Alexandra è solo birra. Dentro non c'è lo sperma di nessuno. Anche perché se ci fosse una vaga possibilità, di trovare roba del genere dentro il mio alcool, credo che commetterei una strage.- Disse Keith guardandomi mentre finiva il suo whisky. -Allora che cosa ti serve bambola?- mi domandò fumando.

-Non posso pagare a rate i vostri servizi?- domandai diretta e sicura guardandolo negli occhi. -Perché non posso pagare quelle cifre intere subito e tutte insieme.- Conclusi mentre bevvi un sorso della birra. 

Ammisi che era una birra di alta qualità e non quelle dei supermercati a pochi dollari.

Keith mi guardò in silenzio e poi alzò gli occhi al cielo sbuffando.

-Se non hai soldi perché mi chiedi servizi?- domandò con voce neutra socchiudendo gli occhi.

-Perché sono così disperata che non so come fare, a chi chiedere e il tuo Clan è quello più economico.- Risposi sincera sospirando.

-Hai chiesto anche ad altri Clan?-

-Solo a quello del Dottore della Morte.- Risposi tranquilla.

Keith rimase serio ancora per qualche istante e poi scoppiò a ridere come un matto.

Lo guardai confusa dalla sua reazione e alzai un sopracciglio perché davvero non capivo che cosa ci fosse da ridere e stavo iniziando a perdere la pazienza. 

Keith mi sembrava sempre di più un'idiota, egocentrico e pompato.

-Cazzo, quell'idiota del Capo del Clan non ha voglia di fare i servizi che vuoi tu, e te li mette a quelle cifre assurde per evitare che arrivi gente a chiedere se sono disponibili. Lo sanno tutti.- Disse Keith cercando di smettere di ridere. 

-Però ammetto che tu non sai proprio un cazzo di questo mondo. Perché sennò non avresti mai chiamato un Clan di quel genere per ricconi e figli di papà.-  Concluse con un sorriso subdolo.

-Si, non so niente di chi fa cosa e a quale prezzo.- Confermai con un sorriso freddo.

-Ed è per questo che ho deciso di accettare la tua proposta.-  Aggiunse Keith giocando con una pallina antistress. -Perché lo vedo che sei disperata e una ragazza come te, se non lo fosse, non sarebbe mai arrivata da me con una richiesta del genere rischiando la morte, perché odio i pezzenti. Però io lo so che tu non fai parte di quella categoria, quindi va bene. Ora dimmi di chi stiamo parlando e di che cosa vorresti che facesse il mio Clan.-  Concluse prendendo delle patatine e iniziando a mangiare mettendosi comodo.

-Si chiama Diego Hermoso....e non so nemmeno io che cosa potreste fare per me.- Risposi sospirando guardandomi le mani. -Mi verrebbe da dire uccidetelo, ma non posso perché sono certa che la polizia e tutto l'apparato che ha dietro, arriverebbe subito da me e dalla mia famiglia. Perché noi siamo tra le poche persone, che avrebbero un motivo valido, per volerlo morto e non posso creare un casino del genere.-  Mentre alzavo la testa con gli occhi lucidi e mordendomi il labbro.

Soprattutto perché non potevo fare finire in mezzo Sam.

Sam...che mi mancava come l'ossigeno e lo desideravo così tanto, ma non potevo averlo nelle condizioni in cui ero ora. Non con Diego che minacciava tutti indistintamente.

-Non ti preoccupare. Ora parliamo delle opzioni che abbiamo e risolviamo la situazione. Diego Hermoso ha rotto il cazzo anche noi. E soprattutto anche a me- Disse Keith serio e duro guardandomi negli occhi. 

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