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Il pomeriggio decisi di andare in palestra a sfogarmi sul sacco da box. 

E non avevo ancora deciso cosa scrivere a Sam.

-Così ieri sei venuta nel nostro covo.-

Mi fermai girandomi verso Ares e poi ripresi l'allenamento.

-Beh, si ho conosciuto il grande Boss Rosso Sangue.- Risposi con il fiatone mentre tiravo pugni e calci molto forte. 

Ares in risposta ridacchiò sedendosi vicino a me.

-Sono venuto qui anche per dirti che le gare sono sospese.- Disse tornando serio.

-La polizia mi sta troppo attaccata ultimamente e non me la sento di rischiare. Anche perché se finisco in galera è un grosso problema per il Clan e anche per quello che ci hai chiesto di fare.- Concluse mentre giocava con un grosso mazzo di chiavi.

-Come mai la polizia ti sta sempre attaccato?- domandai fermandomi preoccupata.

-Qualcuno ha fatto una soffiata, sul fatto che ci sono delle gare clandestine in una determinata zona, ma nessuno sa chi è l'infame che ha fatto la soffiata. Perciò ora, quasi tutti i giorni, passano sempre da me a fare ispezioni, controlli e cose del genere sperando di trovare ciò che cercano, ma non trovano mai nulla perché non ho più fatto nulla del genere. Nemmeno in altri posti.- Rispose con una smorfia mentre metteva apposta gli strumenti sparsi per la palestra con cura e attenzione.

-Che infami.- Commentai con una smorfia. -Ho sempre odiato chi sputa nel piatto in cui ha mangiato o che sta mangiando.-

-Anche io, ma nel mondo non sono tutti come noi purtroppo.- Disse sospirando mentre prese la scopa per pulire il pavimento.

Scesi dal ring e presi la mia borraccia bevendo un po' d'acqua.

-Con Sam?- mi domandò guardandomi.

-Non ti ci mettere anche tu per favore.- Dissi borbottando mentre ritiravo le mie cose dentro al borsone.

-Te l'ha già chiesto qualcun altro?- domandò ridacchio.

-Keith.- Risposi borbottando.

-Sicuramente il Boss te l'ha chiesto per farsi un po' gli affari tuoi e quelli di Sam. Di sicuro non per altro.- Commentò alzando un sopracciglio.

-E tu perché me l'ho stai chiedendo?- domandai alzando un sopracciglio.

-Perché sono davvero disposto ad aiutarvi, ma Sam è molto introverso e con noi non parla. Anche se lo comprendo perché gli altri membri del Clan non sono tutti come me e Gwyn, soprattutto Keith, Gale, e Luké quindi probabilmente non ne parlerei nemmeno io.- Rispose appoggiandosi al ring e incrociando le braccia al petto guardandomi negli occhi sincero.

Restai un attimo in silenzio pensando a cosa dire.

Perché forse non c'era molto da dire dato che la colpa di tutta questa situazione era solo mia. Non certo di Sam e quindi capivo bene il suo stato d'animo.

-Il fatto è che se siamo in questa situazione...è solo davvero per colpa mia. Sam non c'entra nulla e quindi se si comporta così è perché sono stata io a ferirlo per il mio comportamento. Solo che non sapevo cos'altro fare. E non lo so nemmeno adesso cosa fare. Perché Diego mi fa davvero paura e non voglio che faccia del male a Sam a causa mia.- Dissi sincera sospirando abbassando lo sguardo sulle mie mani.

La verità era solo che sarebbe stato meglio se non mi fossi mai avvicinata a Sam. 

E ora lui non avrebbe il cuore spezzato. E soprattutto ora non mi odierebbe. 

Perché ero sicura che ora mi odiasse.

-Io penso che abbiate solo bisogno di parlare. Tu hai un grande segreto da custodire, oltre ad uno stalker pazzo, quindi, è stata normale la tua reazione, e Sam invece ha bisogno di sapere da tutta la storia da te, di fare tutte le domande che necessita di fare e di chiarire la situazione.- Iniziò comprensivo e con delicatezza guardandomi negli occhi.

-E penso anche tu debba fidarti di Sam e allontanare le paure che Diego ti provoca. Perché Sam sa quello che fa e per te farebbe di tutto. Lo so perché lo conosco molto bene e sono certo che sarebbe anche disposto a difenderti con la vita se fosse necessario.- Concluse con un piccolo sorriso.

-Si, ma non voglio che nessuno muoia per me. Non è necessario e nemmeno c'è né il bisogno.- Mormorai guardandolo mentre prendevo il telefono cercando la chat.

Era arrivato il momento di incontrarsi, parlare e chiarire tutto quello che c'era da chiarire.

-Lo so Alex, ma Sam è fatto così. Non lo farebbe per fare il principe azzurro, ma perché è il suo lato protettivo che ha per la sua famiglia e per la persona che ama.- Disse guardandomi negli occhi e poi tornò nel suo ufficio.

Rimasi qualche secondo a guardare il suo ufficio, poi scrissi velocemente un messaggio a Sam, e infine mi diressi verso la doccia della palestra.

Con lo stomaco che si contrasse in una morsa e la testa in confusione.

Perché per la prima volta nella mia vita c'era qualcuno che mi avrebbe difesa. E non sarei stata io, come al solito, ad essere quella che doveva difendere qualcuno.

E dovevo decidere se questo cambiamento mi piaceva oppure no.

Mi infilai nella doccia e chiusi gli occhi, staccando la spina dal cervello, e lasciando che l'acqua tiepida mi cadesse sul corpo come pioggia purificativa. 

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