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Mi stavo addormentando sul sedile del passeggero; mi ero seduta da questo lato perché c'era ombra della macchina.

Improvvisamente vidi una Lamborghini fermarsi vicino alla mia macchina.

Dopo ore di isolamento dal mondo, la prima macchina che passa e che si ferma era quella di un riccone; sicuramente avrà pensato che fossi una prostituta o qualcosa del genere.

Scesi senza alcuna speranza di un aiuto da parte di questo riccone.

-Alexandra che ci fai qui?-

Sgranai gli occhi vedendo il biondino con gli occhiali da sole e la sigaretta in bocca scendere dall'auto visibilmente preoccupato per me.

Quel biondino era il dottor Sam Eriksson.

Ed era strano che possieda "solo" una Lamborghini con tutti i soldi che aveva.

-Sto prendendo il sole in una meravigliosa scorciatoia della periferia di Hyde Park perché non sapevo cosa fare.- Risposi con il mio solito sarcasmo incrociando le braccia sul petto guardandolo.

-Alexandra non fare la sarcastica.- Rispose serio togliendosi gli occhiali da sole, mostrando i suoi occhi tempesta. -Voglio veramente sapere che succede.- Concluse fumando.

-Sono rimasta a piedi; la mia macchina non parte più.- Risposi freddamente guardandolo. -E non mi serve la pietà di un dottore miliardario.- Conclusi decisa senza staccare lo sguardo dal suo anche se sentivo le guance calde e sapevo di essere arrossita.

Perché il suo sguardo faceva sempre quest'effetto, cazzo?

-A dire il vero, io non dono mai pietà a nessuno.- Rispose tranquillo e nel mentre digitava velocemente un numero sul suo Iphone di ultima generazione.

- Però posso risolvere subito il tuo problema.- Concluse con un sorrisetto mentre iniziava una chiamata.

-La soluzione del problema costerà il triplo della mia macchina.- Commentai con sarcasmo molto scettica.

-Non ti preoccupare per i soldi Alex e lascia fare a me. Infondo, ti devo molti favori.- Rispose lui aprendosi in uno dei suoi consueti sorrisi.

Sentii il mio cuore avere una palpitazione davanti a quel sorriso, mi sentivo un adolescente alla prima crisi ormonale.

L'unica spiegazione che potevo darmi per questa reazione al suo sorriso era semplicemente collegata all'ormai stereotipata immagine di Sam.

Non dissi nulla limitandomi a mordermi il labbro; volevo andare via da questo posto, o meglio da lui, il prima possibile. Era davvero una situazione imbarazzante e frustrante per me.

-Ti mando la posizione. Ci vediamo tra due minuti.- Chiuse la chiamata soddisfatto e con un sorriso tornò con l'attenzione su di me.

 -Allora tra cinque minuti arriveranno alcuni dei miei amici con il carro attrezzi, poi andremo in officina e ti ripareranno la macchina.- Concluse con un grande sorriso.

-D-davvero?- sgranai gli occhi sorpresa ma poi tornai seria. I suoi amici saranno dei milionari come lui e non potevo permettermi di pagare certe cifre. 

-Ti ringrazio, ma credo che dovrò rifiutare il vostro aiuto. A meno che io non possa pagare il servizio a rate, ma non posso proprio permettermi un servizio di riparazione lussuoso.- Conclusi seria guardandolo negli occhi.

Non mi vergognavo della mia situazione economica, e non lo stavo dicendo nemmeno per fare pena, ma semplicemente ero una persona onesta e non mi piaceva indebitarmi.

Ed è il motivo per cui aspetterò che il mio meccanico di fiducia risponderà alle chiamate.

-Te l'ho già detto. Non devi pagare niente perché ti sto restituendo uno dei tanti favori che tu mi hai fatto.- Rispose serio aggrottando la fronte.

-E io ti sto dicendo che mi rifiuto di non pagare per questo motivo, perché sono una persona onesta.-

-Sam per caso hai trovato moglie e non c'è l'hai detto?-

Mi girai immediatamente lanciando uno sguardo omicida verso quella voce che rideva.

Era un ragazzo alto quanto Sam, con i capelli dorati, e una bandana blu legata sopra i suoi riccioli folti. I suoi occhi castani risaltavano per i due brillantini ai lati delle sopracciglia. Aveva un piercing ad anello sul labbro e sulla parte dell'orecchio destro. 

In bocca teneva una sigaretta spenta, ed era vestito con una tuta classica da meccanico sotto, sopra aveva una canotta bianca che metteva in risalto le sue braccia muscolose e i tatuaggi su entrambe le braccia.

In conclusione è un bel ragazzo.

-Gale ti prego non fare l'idiota.- Sospirò Sam mettendosi una mano in faccia.

-Ciao bellezza, piacere di conoscerti. Il mio nome è Gale Larsen e sono il Norvegese più bello di Los Angeles!- esclamò con voce suadente, porgendo la mano verso di me, accompagnato da un occhiolino.

-Alexandra Rojo.- Risposi freddamente stringendo la sua mano per educazione.

-Qui abbiamo una Spagnola bella caliente.- Rispose con voce calda sorridendo maliziosamente.

-Fai proprio pena come rimorchiatore amico.- Commentai con sarcasmo guardandolo divertita.

-Sei proprio una bella stronza.- Rispose ridacchiando mentre si dirigeva alla mia macchina sul ciglio della strada.

-DAVVERO CI HAI FATTO VENIRE QUA PER QUESTA STRONZA!?- urlò subito infuriato il maschilista; prima non l'avevo visto perché Gale mi bloccava la vista.

Fantastico. Sam era amico di una persona come il maschilista a cui dovrò anche dire grazie.

-Keith evita di fare storie e pensiamo a lavorare.- Dice Gwyn, sbucando poco dopo accanto a lui; i nostri sguardi si incrociarono e lui diventò bordò.

Gwyn restò qualche secondo in silenzio, probabilmente ripensando a sabato sera, dopo lo spettacolo di Dracon. 

-E comunque, ad Alexandra dobbiamo questo favore. Per come l'abbiamo trattata la scorsa settimana avrebbe dovuto cacciarci subito dallo studio e invece non l'ha fatto.- Concluse avvicinandosi con l'occorrente alla mia auto.

-E io devo almeno una decina di favori ad Alex.- Aggiunse Sam sorridendo tranquillo e fumando.

-Com'è che avete tutti sti debiti con questa donna isterica non lo so io.- Borbottò Keith poi, con una smorfia in volto, raggiunse Gwyn e Gale, caricando con loro la macchina sul carro attrezzi.

-E cosi sei amico di questa crew di meccanici.- Sussurrai con un piccolo sorriso a Sam.

-Sanno fare il loro lavoro, si fanno pagare il giusto e sono ottimi compagni di bevuta. Meglio di cosi.- Rispose lui accendendosi un'altra sigaretta. 

Mi chiesi quanti pacchetti di sigarette si fumava al giorno considerando come passava da una a un'altra nel giro di pochi secondi.

-E io che pensavo che frequentassi gente di alta classe.- Commentai con leggera ironia.

-Lo faccio in determinate situazioni, ma non c'è scritto da nessuna parte che devo avere solo quel tipo di persone vicino a me.- Disse lui con voce neutra guardandomi con un sopracciglio alzato.

-Touché.- Dissi semplicemente rimanendo poi in silenzio ad aspettare che il trio finiva di caricare la mia auto.

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