55.

31 5 0
                                    

Qualche ora dopo ero di nuovo lucida, attiva e idrata. Fui aggiornata su tutto quello che era successo nei due mesi in cui ero stata in coma.

Non erano ancora riusciti a capire chi fossero le persone che stavano spiando Ceaser, ma molto probabilmente erano spie di Diego. Ares e Stephan stavano facendo delle indagini, anche se era difficile perché ovviamente, ci stava lavorando anche la polizia soprattutto Albert. 

Stava risultando molto complicato lavorare con i metodi usati dai Clan normalmente, in queste situazioni, senza attirare ulteriormente l'attenzione della polizia. Se ciò fosse accaduto avremmo potuto dire addio al piano per mettere fuori gioco Diego.

-Così adesso siamo ad un punto morto. - Concluse Ares frustato.

-Albert sa essere molto invasivo quando ci sono delle missioni segrete da compiere, soprattutto quando riguarda lo scoprire, le identità di criminali sconosciuti e mai visti in zona. - Aggiunse Stephan sbuffando mentre mi sistemava le flebo.

-E la situazione in Spagna? La mamma? - domandai guardando Ceaser in ansia.

Sicuramente nostra madre sarà morta di paura nel sapere in che situazione ci siamo trovati e che in situazione mi trovavo io.

-In Spagna è sempre tutto uguale, anzi nelle ultime settimane la situazione sembra addirittura peggiorata. Qualcuno ha provato a far crescere il dubbio che nostra madre ci stia nascondendo all'estero e che non siamo più nel paese. La sola ipotesi che questa notizia sia vera ha subito attecchito nel gruppo degli anarchici e questo ha fatto sì che la rabbia montasse ancora di più. - Iniziò Ceaser con una smorfia.

-Merda. - Strinsi i denti ringhiando. Sicuramente dietro alla diffusione di questa notizia c'era Diego. Ne ero quasi certa.

-Mentre per quanto riguarda la mamma...ha avuto quasi un infarto quando le ho raccontato cosa è successo. Soprattutto quando le ho detto che tu eri in coma, ma io l'ho assicurata subito dicendole che ci trovavamo in buone mani, e che non si doveva preoccupare per te perché c'eravamo io, Salazar, Dracon e Anubis come sempre. - Concluse con un sorriso dolce mentre mi accarezzava la mano con amore.

-Hai fatto bene. Non era necessario che si preoccupasse per me, come non era necessaria, la vostra presenza qua 24h. - Borbottai arrossendo.

Mi dissero che Ceaser e gli altri, in questi due mesi, non si erano mai mossi dall'ospedale di Logan e che erano rimasti sempre accanto a me, per tutto il tempo senza lasciarmi mai sola.

-Scherzi vero? - disse durò Salazar appoggiato al muro con le braccia conserte. -Ci siamo presi un enorme spavento. Non avremo mai potuto continuare con le nostre vite come se nulla fosse, sapendo che tu eri in coma, e con la remota possibilità che tu avresti potuto anche non svegliarti più. - Concluse deciso.

-Stai tranquilla, questi due mesi per me, sono serviti per riposarmi un po' dalla tournée dei concerti e simili. Non è stato per nulla un peso. - Disse Dracon con un sorrisetto mentre finiva di bere il suo caffè.

-Ho scoperto che studiare in ospedale non è malaccio, anzi va ancora meglio, perché non credo che esista un silenzio migliore al di fuori di questa stanza. - Aggiunse Anubis alzando le spalle mentre teneva una penna in bocca con dei libri sotto il braccio.

-Mi hai fatto perdere 20 anni di vita. - Iniziò Ceaser con una smorfia. -E dopo lo spavento di averti vista, praticamente morta tra le mie braccia, hai anche la sfacciataggine di dire che non era il caso che rimanessi qui con te? Si vede che hai ancora bisogno del mio controllo. - Concluse con sarcasmo.

-Era per dire. Tanto se stavo praticamente dormendo. - Borbottai con un piccolo sorriso con sarcasmo, ma poi tornai seria e guardai Ceaser. -Mi sa che avrai bisogno di una nuova guardia del corpo. Non so se mi lasceranno ancora questo ruolo per te, dato che ho rischiato, di farti morire in una maniera così ridicola. - Conclusi sospirando abbassando lo sguardo sulle mie mani.

La verità era che mi sentivo triste, molto triste, perché era evidente che avevo fallito con il mio lavoro. Nonostante fossi io quella finita in coma, ma non cambiava il fatto che al mio posto, ha rischiato di finirci Ceaser.

Se fosse successo sarebbe stato davvero un grandissimo problema e nostra madre avrebbe avuto ancora più complicazioni da gestire.

No, non avrei più potuto essere la guardia del corpo di Ceaser. Aveva bisogno di una persona più seria, sveglia e meno impulsiva, che sapesse leggere al volo le situazioni e sapesse anche scegliere velocemente, come agire e cosa fare. Ed era chiaro che non fossi in grado di fare queste cose.

Sennò non sarei finita in coma e Ceaser non avrebbe rischiato di morire.

-Non dire cazzate! - sbottò Ceaser ringhiando tutto rosso. -Quello che è successo non è stata assolutamente colpa tua, ne ho parlato con la mamma e con le persone che ti hanno formata a questo ruolo, e siamo stati tutti d'accordo che nessuno avrebbe potuto agire diversamente da ciò che hai fatto tu. - Poi prese una pausa abbassando lo sguardo con gli occhi lucidi.

Sgranai gli occhi guardandolo sorpresa da quella reazione e mi si strinse il cuore. Avevo capito finalmente come si era sentito Ceaser in questi due mesi e avrei voluto abbracciarlo forte, per dirli che stavo bene, che non sarei morta e che sarei rimasta con lui per tutta la vita.

-E comunque...ho detto a chi gestisce la nostra sicurezza che se non posso avere te come guardia del corpo, nonostante l'idea non mi faccia troppo impazzire perché vorrei che tu fossi al sicuro quanto me, allora posso fare anche a meno della sicurezza. - Concluse mormorando rialzando il viso e guardandomi negli occhi con decisione e sicurezza.

-Ceaser...- Mormorai e poi lo abbracciai maldestramente a causa delle flebo, della fasciatura al torace e dal fatto che ero tutta indolenzita nei movimenti.

Ceaser mi strinse forte a sé, ma con delicatezza respirando il mio profumo e passando una mano tra i miei capelli, accarezzandoli dolcemente.

-Sono morto di paura in questi due mesi. - Mormorò con voce roca. -Però mi sento sicuro solo con te. Lo so, sono enormemente egoista e dovrei chiederti se sei ancora d'accordo a svolgere questo lavoro, lasciarti il tempo di pensare perché hai comunque vissuto un trauma, ma...l'idea di non averti più intorno, di non poter più essere come siamo stati fino ad ora mi spaventa. Posso diventare Re, un giorno, solo se so che tu ci sarai sempre perché in caso contrario non so se riuscirei ad essere all'altezza della mia posizione. - Concluse senza mollare la stretta.

-Fratellone, non ho bisogno di tempo e nemmeno di pensarci. Mi basta sapere queste cose per dire di sì senza pensarci. Perché nemmeno io voglio separarmi da me. - Sussurrai sicura guardandolo negli occhi e dandogli un bacio sulla guancia.

Ceaser finalmente sorrise sollevato sentendo la mia risposta.

Perché sapevamo fin troppo bene entrambi che il ruolo di guardia del corpo, ci garantiva l'assoluta certezza di non essere separati, perché se avessi deciso di svolgere qualche altro lavoro saremo stati separati, dato che la mia posizione sarebbe cambiata.

Non lo avrei mai accettato.

-Dato che questa scenetta mi sta facendo venire il diabete ora parleremo delle coppie che sono nate in questi due mesi, o che comunque stanno per nascere, perché lo so bene che lo vuoi sapere. - Disse Salazar con un sorrisetto malizioso.

-Ti prego. - Sbuffò Dracon con una smorfia.

-No, voglio assolutamente sapere. - Risposi ridacchiando.

-Bene, perché oramai facciamo tutti parti dei Clan della Luna Rossa e del Dottore della morte, e questo comporta, anche sapere chi scopa con chi. - Disse Salazar sedendosi accavallando le gambe in modo elegante e iniziò a raccontare. 

ANCHE L'AMORE NON BASTA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora