Lentamente prese forma, quella che decisi di chiamare, "la mappa del Gioco delle Maschere". Perché tutte le persone che componevano la mappa sembravano recitare un proprio ruolo, cambiando maschera all'occasione, ma soprattutto tenendo ben nascosti i loro segreti.
Per esempio: Sam e Logan erano due dottori di fama internazionale.
Però alla TV si vedevano molto poco, e tendevano in sintesi, ad avere un profilo basso.
Cosa molto strana, perché al posto loro, qualsiasi altro dottore avrebbe fatto di tutto per stare alla ribalta, e aumentare la popolarità anche per la propria carriera.
Invece loro due no. Sembrava quasi che loro non volevano essere conosciuti.
E poi un'altra cosa molto strana era quando andavano in ferie.
In quelle settimane diventavano irraggiungibili, come se non esistessero, e se da un lato era umanamente comprensibile, perché tutti abbiamo bisogno di staccare la spina in questo modo almeno una volta all'anno, dall'altro lato non era nemmeno normale non rispondere ad un messaggio del tipo: "Ciao, come stai?".
Mettiamoci anche che ora per Logan era arrivato Dylan che sono certa che si conoscano, anche se non sapevo precisamente in che rapporti fossero, e l'arrivo improvviso di Keith e Gwyn per Sam in un colloquio durato un paio di ore, e che si era concluso con loro tre in modo teso.
E anche in questo caso, ero certa che quei due non erano venuti qua per una seduta di terapia o per qualche visita. Anche perché loro erano amici. L'avevo visto bene in officina.
Dunque, perché venire proprio qui per parlare di cose che non c'entravano niente con la salute?
Scrissi tutto questo sul mio foglio, nel primo paragrafo, che avevo nominato "Dubbi iniziali".
Stavo scrivendo il secondo paragrafo quando il mio telefono iniziò a suonare.
Lessi il numero e alzai gli occhi al cielo. Era Cassandra. Chissà che cosa voleva alle 17 di pomeriggio.
-Ciao Cass.- Risposi senza particolare entusiasmo perché ero stata interrotta nel mio lavoro da 007.
-Ciao Alex, come stai?- domandò sorridendo e con la sua solarità che mi faceva quasi stare male.
Mi domandavo come facesse ad essere sempre così solare ed entusiasta in ogni giorno della sua vita.
Ovviamente fino a quando la storia con il ragazzo di turno non si concludeva, ed iniziavano quelle che noi chiamavamo "le settimane della disperazione", che ci facevano rimpiangere i giorni della sua solarità e positività.
-Al solito e tu?- risposi sbadigliando fissando il mio foglio.
-Tutto bene. Ti chiamo perché questa sera vorrei che ci fossi anche tu!- esclamò Cassandra tutta felice.
-Dove dovrei essere?- domandai con un gemito.
Quando i miei amici arrivavano con questo genere di proposte iniziavo a sentirmi male. Perché immaginavo già che sarebbe stato qualcosa di noioso oppure qualcosa di estremamente trash.
"-on noi nel locale dell'altra volta. Quello dove si è esibito Dracon l'ultima volta.- Rispose lei tutta tranquilla.
-E perché mai dovrei essere lì con voi?- domandai alzando un sopracciglio mentre iniziavo ad irritarmi.
Volevo solo che arrivasse al punto senza troppi giri di parole come il suo solito.
-PERCHE' VI FACCIO CONOSCERE IL RAGAZZO CON CUI STO USCENDO DA QUALCHE SETTIMANA!- urlò lei estasiata ed eccitata.
-Oh mamma.- Risposi con sarcasmo alzando gli occhi al cielo.
Questa sera allora sarebbe stato qualcosa di trash dato che le premesse sono queste.
-E come mai non ci hai detto niente fino ad ora?- domandai sempre con sarcasmo.
-Perché è stata una situazione di stallo fino a due giorni fa.- Iniziò lei sempre eccitata. -E oramai non vi faccio conoscere gente, se non sono certa, che la questione vada a buon fine almeno per un bel periodo.- Concluse soddisfatta della spiegazione.
-E come si chiama costui?"- domandai annoiata.
In questo momento stavo semplicemente pensando a dove trovava tutta questa voglia di uscire, conoscere gente, farci sesso e poi mettercisi pure insieme.
Io potevo essere fidanzata solo con Netflix, Wattpad, il PC, la Tv e la Playstation.
Almeno loro non deludevano e non ti facevano soffrire. Perché non ti abbandonano mai, o comunque, non ti spezzano il cuore perché cambiavano idea.
-Si chiama Albert West. E lavora per la polizia, ma ovviamente non può darmi altre informazioni e ha 30 anni. Credimi Alex è un bellissimo uomo. È molto timido, ma anche tanto dolce e gentile.- Rispose lei con estrema dolcezza nella voce e quasi mi venne la nausea.
Si poteva parlare in questo modo di una persona che stavi frequentando da poco?
- Io pensavo fosse un bellissimo "Albero", non un bellissimo uomo.- Risposi con sarcasmo.
-Alexandra, evita queste battute questa sera. Lui è anche molto sensibile e non vorrei che ci rimanesse male. Non siamo noi che ci scegliamo i nostri nomi.- Disse seria.
-Come fa ad essere sensibile, timido e dolce se lavora con la polizia?- borbottai e Cassandra sbuffò sonoramente. -E comunque, chi ti ha detto che questa sera vengo? Quel locale lo odio. Anche se in effetti non mi fa impazzire nessuno dei locali che frequentate voi.- Conclusi annoiata.
-Alex, devi uscire di casa un po' più spesso. Fai la vita di una pensionata e sei molto asociale!- esclamò lei indignata dal mio comportamento.
-Non è vero che sono asociale e non è nemmeno vero che faccio la vita pensionata.- Dissi con una smorfia.
-Ah no? Sentiamo che cosa fai nella tua vita. Oltre a lavorare ovviamente.- Disse lei con tono di sfida e alzai gli occhi al cielo.
Odiavo quando facevano così i miei amici per avere ragione a tutti i costi.
-Pratico la boxe, scrivo fanfiction su Wattpad, partecipo a riunioni dei fan delle serie tv, anime, manga e di Wattpad che ogni tanto fanno online, vado a correre ogni tanto, mi alleno in palestra tutti i giorni, leggo quando ho tempo.- Risposi tranquilla.
-Alex, questi sono hobby e attività sportive.- Commentò sbuffando. -In ogni caso, questa sera verrai, perché ti vengo a prendere io verso le 21.00 anche perché, magari, questa sera potresti incontrare il tuo Albert!- aggiunse lei entusiasta.
-Non ho bisogno di un "Albero" come fidanzato.- Borbottai mentre spegnevo il pc e iniziavo ad ordinare la scrivania prima della chiusura.
-Smettila di fare la stupida. A stasera e mi raccomando vestiti decentemente!- concluse lei chiudendo la chiamata.
Sbuffando appoggiai il telefono sulla scrivania con un'irritazione a livelli mai visti.
Questa sera contavo di mangiare pizza, bevendo birra mentre guardavo l'inizio della nuova stagione, su Netflix di Spartacus.
E invece mi aspettava una serata noiosa per conoscere un tipo strambo di nome Albert West.
Facendo una smorfia e sospirando mi preparai per la chiusura dell'azienda.

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ANCHE L'AMORE NON BASTA.
RomanceAlexandra Rojo sembra essere una ragazza comune: svolge il lavoro di segretaria in un'azienda medica privata, dedica il suo tempo libero alla palestra e si perde nei mondi di Wattpad. Tuttavia, queste apparenti normalità servono solo a nascondere l...