4.

72 6 0
                                        

-Non pensavo che saresti uscita alla fine!- esclamò ridendo Cassandra appena mi vide arrivare davanti al locale.

Cassandra Davis era la mia migliore amica. 

Era una bellissima ragazza da lunghi capelli rossi, un seno da fare invidia e un fisico muscoloso nei punti giusti grazie all'allenamento in palestra a cui si sottoponeva ogni giorno, con costanza e devozione. 

Qualunque ragazzo (e ragazza, o essere vivente a dire il vero) avrebbe fatto a gara per stare con lei, che però era peggio di me in amore visto che non le piaceva perdere tempo, e non aveva ancora incontrato qualcuno di seriamente interessante.

Indossava un vestito blu notte senza spalline, che arrivava a metà coscia, con degli stivaletti bassi e i capelli legati in un chignon morbido. 

I suoi occhi erano eterocromi: uno era verde smeraldo e l'altro castano chiarissimo, quasi giallo al sole e con il leggero make up che portava quella sera, risaltavano e sembravano quelli di un essere fatato.

-Che altro avrei potuto fare dopo che Salazar è venuto a prendermi?- domandai con sarcasmo mentre mio cugino si posizionava di fianco a me, ridendo.

-È già molto non essermi preso un pugno in faccia.- Rispose lui ridendo.

Salazar Rios aveva 27 anni ed era un ragazzo molto ambito per la sua bellezza e raffinatezza. 

Aveva capelli neri ondulati che arrivavano all'altezza del collo, occhi azzurri splendenti, e la carnagione ambrata tipica dei Paesi Baschi. 

Era leggermente muscoloso ma non molto alto, tuttavia in ogni posto dove andavamo, aveva sempre un sacco di gente che lo mangiava con gli occhi.

Anche se in realtà la causa maggiore era il suo abbigliamento, come questa sera. 

L'idea era di passare la serata in una discoteca ma Sal aveva un look troppo elegante rispetto l'occasione: camicia bianca all'interno di pantaloni neri stretti, simili alla roba classica, ma decisamente giovanili, e mocassini e capelli tenuti legati in un codino basso per mostrare i suoi amati orecchini d'oro.

Infine c'ero io che, rispetto a loro, sembravo pescata direttamente da un vicolo di drogati.

Avevo acconciato, se di acconciatura si poteva parlare, i miei lunghi capelli neri con una pinza, indossavo un top nero con una stampa anime, infilato nei jeans blu e le oramai consumatissime converse bianche. 

Nulla di eccezionale ne di elegante, difatti mi ero vestita di fretta.

-Non ti sei impegnata per nulla con il tuo look per questa sera.- Commentò sbuffando Cassandra osservandomi.

-Perché ci voleva qualche look in particolare e non lo sapevo?- domandai con lo stesso sarcasmo.

-Hai degli occhi verdi favolosi, mettendoli in risalto come si deve potresti davvero far cadere ai tuoi piedi il mondo. Non capisco perché te ne freghi così tanto.- Commentò Salazar divertito mentre entravamo nella discoteca.

-Che cosa c'è questa sera nel locale?-  chiesi cambiando argomento.

Parlare della cura del mio corpo non mi faceva impazzire; non ero d'accordo con quello che sostenevano loro due: certo, non ero da butrare via ma neppure una di quelle ragazze da copertina.

Purtroppo, non possedevo la bellezza di mio fratello maggiore; se lui era splendente come un astro, io ero l'ombra, invisibile e silenziosa.

-Come? Non sai davvero perché siamo qui?- domandò Cassandra sbalordita guardandomi.

-Cass, Alex non ha una vita sociale come la nostra.- Rispose Salazar ridendo.

-Esatto, e nemmeno come quella di Ceaser, ma non è questo il punto. Se non mi dite le cose, io mica faccio l'indovina.- Aggiunsi con sarcasmo perché Sal non mi aveva d'avvero detto un cazzo su dove eravamo diretti.

ANCHE L'AMORE NON BASTA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora