Mi stavo mettendo il profumo quando il telefono iniziò a suonare.
Era Sam.
-Pronto?- risposi con l'ansia mentre mi allacciavo le scarpe.
-Buonasera principessa, volevo solo dirti che sono sotto casa tua.- Rispose sonoramente gioioso.
Diventai bordò immaginando il suo sorriso in questo momento.
-Arrivo subito.- E chiusi la chiamata.
Mi fermai un secondo davanti allo specchio ancora per un secondo.
Avevo lasciato sciolti i miei capelli neri in morbide onde che arrivano fino a metà schiena, con un vestito aderente di pelle grigio scuro che metteva in risalto il seno e le mie forme nel modo giusto.
Mi ero truccata in modo leggero giusto per non sembrare una zombie. Il mio look si concludeva con uno stivaletto corto con il tacco.
Presi la borsa la volo e scesi di corsa con il cuore a mille.
Non vedevo l'ora di vederlo
***
-Ciao Alex, sei bellissima.-
Diventai ancora più rossa mentre mi sedevo in macchina chiudendo la porta. Poco dopo partimmo.
-Ciao a te e grazie.- Borbottai imbarazzata non più abituata a questo genere di cose.
-Come stai?- mi domandò mentre accese lo stereo su una stazione radio pop.
Prima di rispondere feci l'errore di girare il viso verso di lui.
Aveva lasciato sciolti i suoi capelli biondi mossi e scompigliati. Erano cresciuti così tanto che ora gli coprivano comodamente il collo, arrivando quasi alle spalle e gli coprivano leggermente la fronte, lasciando scoperti i piercing sopra le sopracciglia. Di solito li portava sempre legati in un codino basso o portava il suo solito cappello.
Indossava una camicia bianca semi aperta, che faceva risaltare i suoi addominali ben scolpiti e perfetti, con dei jeans scuri e un paio di anfibi. Come al solito portava i suoi soliti occhiali da sole, da cui non si separava mai, e sempre come al solito tra le labbra teneva la sua sigaretta in un modo illegalmente sexy.
Samuel Eriksson questa sera sembrava davvero un Dio moderno della bellezza.
Io in confronto sembravo un rospo.
In ogni caso Samuel Eriksson rimarrà un sogno proibito.
Un po' come quei modelli che si vedevano sui i manifesti pubblicitari: li guardavi, li desideravi, ci facevi sogni sopra ma...sai che alla fine potrai fare solo quello. E questo discorso valeva anche per Sam. Che per altro aveva una carriera medica di tutto rispetto.
-Tutto bene. E tu come stai?- domandai dopo essere uscita dal mio sconforto mentale per l'irraggiungibilità di Sam.
-Tutto bene anche io. Già solo per essere stato a casa oggi va bene.- Rispose ridendo.
-Noi comuni mortali non possiamo permetterci questo lusso.- Risposi con sarcasmo.
-Non fare la drammatica su.- Rispose Sam con un sorriso mentre gli occhiali da sole gli scendevano leggermente sul naso mostrando i suoi bellissimi occhi grigi.
-Perché porti sempre gli occhiali da sole?- domandai senza pensare perché la mia curiosità alla fine ebbe la meglio.
-Perché mi piacciono e perché così invoglio le persone a volermi guardare negli occhi.- Rispose ridendo. -No, okay la seconda risposta è una cazzata. Porto gli occhiali da sole davvero solo perché mi piacciono. Non c'è una motivazione seria se è quello che pensavi.- Concluse con un sorriso rilassato.

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ANCHE L'AMORE NON BASTA.
RomanceAlexandra Rojo sembra essere una ragazza comune: svolge il lavoro di segretaria in un'azienda medica privata, dedica il suo tempo libero alla palestra e si perde nei mondi di Wattpad. Tuttavia, queste apparenti normalità servono solo a nascondere l...