Capitolo 26

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Niky pov

Vado ad aprire al fattorino mentre mia mamma apparecchia, lo pago e torno con la pizza.

"Su a mangiare!"

Dico passando per il salotto, poi appoggio le pizze e corro per andare a chiamare papà ma sbatto contro qualcuno, sbattendo il sedere atterra.

Alzo lo sguardo trovandomi davanti al sorriso di Martinus.

"Io e te siamo fatti per sbatterci addosso"

Dice porgendomi la mano che accetto.

"A me basterebbe sbattermelo"

Mi ricorda la mia coscienza.

"Colpa mia, non ti ho fatto male?"

Gli chiedo preoccupata

"No no, sei tu che forse ti ritroverai un livido sul sedere"
"Speriamo di no"

Dico per dileguarmi al piano di sopra per avvisare papà.

"Papo è pronto"

Andiamo giù e mangiamo le nostre pizze.

Martinus pov

Mi alzo e mi avvicino alla cucina insieme agli altri ma qualcuno mi viene addosso e dal profumo di caffè capisco subito chi è, abbasso lo sguardo su Nicole che mi guarda imbarazzata.

"Io e te siamo fatti per sbatterci addosso"

Dico porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

"Colpa mia, non ti ho fatto male?"

Mi chiede preoccupata.

"No no, sei tu che forse ti ritroverai un livido sul sedere"

La rassicuro.

"Speriamo di no"

Dice per dileguarmi al piano di sopra, mentre sale le scale spio l'orlo dei suoi pantaloncini, niente lividi in vista su quel bel culetto, per il quale sono tentato di complimentarmi con la madre.

"Siete solo voi questo weekend?"

Ci chiede la mamma di Nicole mentre prendiamo posto.

"Oh no, lì è il posto di Nicole, ama guardare fuori dalla finestra quando mangia"

Dice la madre impedendo a Enrik di prendere posto affianco a me e dato che io ho già poggiato il sedere sulla sedia, mi rifiuto di alzarmi per far sedere lui affianco a Nicole

"No, vengono anche altri della compagnia, mi sa che li conoscete, perché Nicole a volte è uscita con noi"

Risponde Marcus a Christine, ma io non mi ricordo di momenti in cui ci fosse anche lei eppure io ci sono quasi a tutte le uscite in compagnia, ne ho saltate alcune in questi mesi per lavorare a una canzone ma mi sembra strano che non siamo mai usciti nello stesso momento.

"Eccoci!"

Afferma il padre sedendosi affianco alla figlia.

Apriamo le nostre pizze e vedo Nicole faticare a tagliare la sua.

"Vuoi una mano?"

Le chiedo e lei guarda il mio coltello.

"Mi basta anche solo il tuo coltello, mi hanno dato quello per i bambini"

Dice mostrandomi il suo che in effetti dubito possa tagliare qualsiasi cosa, le passo il mio coltello e la osservo tagliare la sua pizza, poi quando passa la lingua sulla lama rimango per un attimo ipnotizzato.

"Oddio, scusa, non ho ragionato, l'ho fatto d'abitudine"

Mi dice notando che la stavo fissando.

"Non ti preoccupare"

Dico dando il primo morso alla mia pizza così da non dover continuare questa conversazione che stava per mio parere diventando troppo imbarazzante.

Sentiamo un rumore fuori dalla finestra e Nicole si alza di scatto fiondandosi a vedere.

"È il mio piccolino! Posso uscire a vederlo?"

Supplica i genitori che si guardando per poi annuire, Nicole si dilegua fuori casa.

"Che cos'è che ha visto?"

Chiede Enrik cercando di sbirciare dalla finestra.

"Probabilmente era conte"

Dice Marcus, come se la sua affermazione fosse più che sufficiente.

"È un pipistrello che Nicole ha trovato in giardino da piccola, era piccolino e si era fatto male a una zampa, lei l'ha curato, sfamato e a volte torna a farle visita"

Ci informa il padre sorridendo del ricordo.

"E come fate a sapere che sia proprio lo stesso?"
"Nicole gli ha legato un nastro arancione alla zampa"

Conclude e lei torna in casa saltellando felice.

"Lavati le mani e ti prego, dimmi che non l'hai baciato"

La scongiura la madre, ma lei prende qualcosa e torna fuori.

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