1. Ava

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A volte le persone si perdono e hanno solo

bisogno di un po' di tempo per ritrovarsi.

(Anonimo)

Frequentare il College non era nei miei piani. Mai avrei pensato di ritrovarmi perfino in una Ivy League, a seguire le lezioni di un corso che nemmeno mi interessa.

Eppure sono stata costretta a farlo.

Ho abbandonato la mia vita a Los Angeles, sono salita su un aereo, ho cambiato Stato e mi sono trasferita in un appartamento appena fuori dal campus della Cornell. È stato uno shock. Un fulmine a cielo sereno. Dopo gli ultimi avvenimenti andare lontana da casa era l'unica alternativa che mi era rimasta.

Tutto quello che avevo andato distrutto. Non volevo pensarci.

Mi giro a guardare le mie due migliori amiche sedute attorno al bancone della cucina. <<Non dovreste essere qui>>, dico per la centesima volta. Sbuffano entrambe.

<<Quante volte dovremmo ripetertelo prima che ti entri in quella bella testolina che non ti lasceremo mai andare così lontana senza venire con te?>>, mi rimprovera Maddie.

<<Siamo qui per guardarti le spalle>>, interviene Ella.

Dicono che chi trova un amico, trova un tesoro. Io ne avevo due di perle rare che avevano mollato tutto per venire con me. Non erano costrette, ma dopo il casino che era successo nella mia vita, non hanno voluto sentire ragioni. Sono salite sull'aereo con me.

Ancora non so che cosa potrebbero fare qui. È tutto diverso da Los Angeles. Niente feste sfrenate che durano settimane, niente vita mondana. Solo una massa di studenti che preparano il loro futuro.

A me invece che cosa rimane? Non lo so più. Sono decisamente a pezzi.

Afferro la mia borsa dal pavimento. <<Devo scappare a lezione>>. Tanto valeva che dicessi che andavo a farmi arrestare. Il mio umore sarebbe stato uguale. Non voglio proprio stare qui.

<<Buona giornata, tesoro!>>, dice Ella, buttandosi sul divano. Passeranno la giornata a guardare qualche serie. Già lo so. Di certo non hanno bisogno di lavorare, loro. Vengono entrambe da una famiglia molto ricca.

Scappo rapidamente prima di cambiare idea. Mi sono iscritta ad un corso umanistico, per lo più incentrato sulla letteratura. Se c'è una cosa in cui sono brava è senz'altro scrivere. Mi è sempre venuto naturale.

Anche se non è il genere che scrivo di solito. Per niente.

Il campus è affollato di gente. L'autunno già alle porte che sta colorando le foglie degli alberi di arancione e di giallo. A Los Angeles ci sono un sacco di palme sempre verdi. Le stagioni cambiano poco. Non sono pronta ad affrontare un rigido inverno. Non sono abituata.

Sto attraversando di corsa il corridoio che porta alla mia aula. Il telefono sta suonando impazzito nella mia borsa e mentre lo tiro fuori, vado a sbattere contro un muro. E mi ritrovo con il sedere dolorante per terra. Sbatto rapidamente le palpebre. <<Cazzo!>>, dico gemendo.

<<Ehi, tutto bene?>>, chiede una voce profonda maschile.

Sollevo lo sguardo e mi ritrovo davanti uno straordinario paio di occhi quasi neri. Profondi e inaccessibili. Un muscoloso e bellissimo ragazzo mi sta osservando dall'alto in basso. Ha un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

Non è decisamente un muro contro cui sono finita. <<Sì, grazie>>.

Ridacchia. <<Di solito mi finiscono ai piedi, ma così non mi era mai successo prima>>.

Sollevo un sopracciglio. Che presuntuoso! <<Scusami?>>.

<<Era una battuta>>. Allunga una mano e me la porge. <<Se me lo permetti, ti aiuto a rimetterti in piedi>>.

Titubante accetto la sua mano. Ha una presa forte e la prima cosa che noto sono dei piccoli calli ruvidi sul palmo destro. Mi rimette in piedi come se non pesassi nulla. <<Grazie>>.

È davvero alto. Un gigante. I bicipiti gli esplodono dentro la maglia nera che indossa. Un vero Adone. A Los Angeles ce ne sono tanti tipi come lui. Non mi fa granché effetto. Sono abituata a esemplari come lui.

Mi fa l'occhiolino. <<Non c'è di che>>.

Lo sorpasso e ho fatto nemmeno tre passi, che me lo ritrovo accanto. <<Scusa, sono di fretta>>, dico in maniera poco carina.

Mi allunga il telefono. <<Ti è caduto questo>>.

<<Oh>>. Cavolo! Ma dove ho la testa? <<Grazie>>. Lo prendo dalla sua mano tesa. Nell'afferrarlo, lo schermo si illumina. Merda. Sono davvero in ritardo per la lezione. Inizio a correre e lascio fermo immobile al centro del corridoio quel bellissimo ragazzo a fissarmi.


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APRO LE SCOMMESSE: CHI E' LUI? 

Credo si capisca, dai :) Aspetto i vostri commenti

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