37. Ava

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 Sono seduta a cavalcioni della gambe di Micah ma mai come in questo momento lo sento distante da me. L'ho ferito e mi sento male per questo. Il mio cuore è stretto in una morsa, mentre nella mia testa c'è in atto una guerra.

Ha appena provato a baciarmi e io l'ho rifiutato. Non perché non lo voglio. Perché mi sento in dovere di dirgli di me, prima di combinare qualsiasi cosa con lui. Mi sento in difetto. Lui mi ha perfino accolta a casa sua, nella sua famiglia, ed io continuo a non dirgli nemmeno come cazzo mi chiamo.

E così, apro la bocca per la terza volta nella speranza che mi esca la voce. Micah merita di sapere almeno un pezzo di me, in questo momento. È freddo e distaccato per il rifiuto e l'umiliazione, ma vorrei tanto fargli capire quello che provo dentro di me.

Glielo devo. Mi è stato vicino in questo ultimo periodo e lui nemmeno lo sa. È stato fondamentale per me nei giorni in cui mi sentivo persa e sola. Lui per me c'era e ha raccolto i miei pezzi.

Allo stesso tempo però, soffro per l'attrazione forte che provo nei suoi confronti perché mi sembra di tradire Rowan. Micah si è infilato sotto la mia pelle nel momento peggiore della mia vita.

Così decido di sganciare la prima bomba. <<Il mio ragazzo è morto un mese fa>>, dico con la voce che trema.

Micah non reagisce per quella che mi sembra una eternità. I suoi muscoli attorno a me sono rigidi e lui ha perfino smesso di respirare per un paio di secondi. <<Che cosa significa?>>, chiede confuso.

Ecco, Micah. Ti dimostro che mi fido di te, regalandoti ciò che solo poche persone sanno.

<<Sette mesi fa, io e il mio ragazzo stavamo rientrando a casa e abbiamo avuto un incidente d'auto>>, dico con gli occhi che inevitabilmente diventano lucidi. Rivivere questa scena di nuovo nella mia testa, fa male. Ma vado avanti a raccontare. <<Siamo finiti giù per un dirupo e l'ultima cosa che mi ricordo, sono state le sue urla agghiaianti. Qualche giorno dopo, quando mi sono risvegliata in ospedale, ho scoperto che lui era ridotto praticamente ad un vegetale>>. Mi si spezza la voce e due grosse lacrime scendono sulle mie guance.

Anche gli occhi di Micah sono lucidi. Si sporge in avanti e cancella le lacrime con due baci sulle mie guance. Il tocco gentile delle sue labbra contro la mia pelle hanno lo stesso effetto di un balsamo per le mie ferite. È come se mi stesse guarendo.

<<Sono stati mesi infernali per me. Io lo amavo. E l'ho perso>>.

<<Mi dispiace tanto>>, dice con la voce rotta.

Circondo le sue guance fra le mie mani e cerco i suoi occhi. <<Tu mi piaci, Micah. Forse sei entrato nella mia vita nel peggior momento possibile, ma ti sento>>, spiego cercando di farmi capire da lui. In questo momento però non so se riesco ad esprimere ciò che davvero provo per lui. Forse perché non mi è ancora chiaro del tutto. <Sono attratta da te, ma sono anche terrorizzata all'idea di affezionarmi di nuovo. E tu mi spaventi tanto>>.

Appoggia la fronte contro la mia. <<Se lo avessi saputo prima, non ti avrei mai messo fretta>>, dice con dolcezza. <<Capisco che dopo tutto quello che hai dovuto affrontate, tu sia terrorizzata, però io sono qui. Non vado da nessuna parte. E posso aspettarti per tutto il tempo che avrai bisogno>>.

Gli bacio l'angolo della bocca prima di stringerlo in un abbraccio. <<Tu sei importante per me>>, sussurro contro il suo collo.

<<Anche tu per me>>, risponde stringendo la mia felpa nei pugni. <<Quindi ora cosa facciamo?>>, chiede dopo un lungo silenzio.

Sorrido. <<Non lo so>>.

Sospira. <<Grazie per avermi raccontato un pezzo di te, Ava>>. Ava. Odio questo nome. Faccio una smorfia alle sue spalle. <<Quando vorrai, potrai sempre raccontarmi di lui>>.

Un altro nodo in gola, mi impedisce di parlare. Micah è straordinario. Non mi mette fretta, mi capisce ed è paziente. Un altro al posto suo, dopo il bacio rifiutato, mi avrebbe mandata a quel paese e tanti saluti. <<Grazie. Parlare di lui è molto difficile per me nonostante io gli abbia detto addio già sette mesi fa, ancora non ci riesco>>.

<<Era una persona che amavi. Non si è mai pronti per perdere qualcuno e dirgli addio come hai dovuto fare tu>>.

Annuisco. <<Non volevo rovinare l'atmosfera>>.

<<Non hai rovinato niente. Anzi, credo sia la prima volta che ti sento davvero vicina da quando ti conosco>>.

<<Tu sai più di quello che credi di me>>, dico criptica. Canta le mie canzoni, pensa che io sia bellissima e parlo con lui più di chiunque altro da quando è morto Rowan. Nemmeno con Ella e Maddie ho questo rapporto.

Fa per rispondere, ma bussano alla porta. <<Ragazzi, la cena è quasi pronta>>, annuncia sua madre senza entrare.

<<Scendiamo subito>> risponde Micah.

Con un sospiro, scendo dalle sue gambe e mi rimetto in piedi. Micah osserva il mio viso e si avvicina per accarezzarmi una guancia con le nocche. <<Lo penso davvero, Ava>>.

<<Che cosa?>>, domando confusa dal suo tocco gentile che mi rende le ginocchia di gelatina.

Mi accarezza le labbra con il pollice. <<Un giorno ti bacerò. Dovessero volerci anche anni. Ti. Bacerò>>, promette. Lascia ricadere le braccia lungo i fianchi ed esce dalla stanza, lasciandomi tutta accaldata e piena di pensieri.

Lo penso anche io Micah. Un giorno ricambierò il tuo bacio.



Dopo aver fatto una capatina in bagno, scendo al piano di sotto. Manco solo io. Vengo presentata al padre di Micah e mi colpisce molto la sua somiglianza con il figlio. Micah ha preso da lui tutti i tratti del volto e gli occhi. È un uomo davvero affascinante.

<<Piacere di conoscerti>>, dice afferrandomi la mano.

<<Piacere mio>>, rispondo in imbarazzo.

Micah mi prende la mano e mi accompagna verso la lunga tavola apparecchiata nel salotto. Ci sono un sacco di piatti fumanti che emanano un odorino davvero fantastico. In risposta a quella vista, mi brontola lo stomaco, provocando la risata di Micah accanto a me.

Gli pizzico il fianco. <<Ho fame ma non prendermi in giro!>>.

Sorride. <<Ho visto quanto mangi>>.

Gli rivolgo un'occhiataccia. <<Sta' zitto>>.

<<Ho imparato a non mettermi fra te e il cibo>>, scherza.

Una volta seduti a tavola, Audrey richiama la mia attenzione. <<Ho sentito dire che hai costretto l'imbecille di mio fratello a fare le flessioni sul pavimento lurido del Red>>.

Scoppio a ridere. <<Eh sì. Diciamo che se l'è cercata>>.

Micah inarca le sopracciglia. <<Tu hai imbrogliato. Avevi detto che non sapevi giocare a biliardo ed io ci sono andato leggero>>.

<<Ti sei fatto battere di proposito?>>, lo provoco.

Tutta la sua famiglia alterna lo sguardo fra di noi e ridono del nostro battibecco. <<No>>, borbotta. <<Sei più brava di me>>, dice sottovoce.

Mi metto una mano a coppa sull'orecchio. <<Non ho sentito molto bene>>. Mi fulmina con un'occhiataccia, ma ripete ciò che ha detto.

Damon scoppia a ridere e solleva una mano verso di me. <<Sono felice che finalmente qualcuno lo abbia rimesso al suo posto>>.

Batto il palmo contro il suo. <<Qualcuno doveva pur farlo>>, rispondo facendo l'occhiolino a Micah. Lo sguardo assassino che mi sta rivolgendo preannuncia guai. Me la farà sicuramente pagare.

QUALCUNO COME MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora