47. June

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 Guardo fuori dalla finestra. La neve non ha mai smesso di scendere, nemmeno per un attimo. È uno spettacolo da cui non riesco a distogliere lo sguardo. Mentre Micah asciuga i piatti che abbiamo usato per il pranzo, io mi sono seduta sul bancone accanto a lui.

Mi piace stare in sua compagnia. Non so perché, ma sa di casa.

<<Non avevo mai visto la neve prima>>.

Si lancia lo strofinaccio su una spalla e si avvicina, infilandosi in mezzo alle mie gambe. <<Mai?>>, domanda stupito.

I miei occhi sono inchiodati ai fiocchi bianchi. <<Mai>>, confermo.

<<Quindi mi stai dicendo che non hai fatto nemmeno un pupazzo di neve?>>.

Volto la testa e cerco i suoi occhi che sono già nei miei. <<Ho sempre viaggiato d'estate o in primavera. Mai in inverno. Quindi, no, non ho mai fatto un pupazzo>>.

Mi afferra per i fianchi e mi rimette a terra. <<Dobbiamo sistemare la cosa, adesso>>.

<<Cosa? Vuoi uscire con questo freddo?>>, chiedo. È impazzito?

Senza dire niente sparisce al piano di sopra. Torna in cucina dopo un paio di minuti con le braccia piene di cose. <<Stivali da pioggia di mia sorella, guanti e cappello. Siamo apposto>>, dice. <<Vedrai che fa meno freddo di quello che pensi>>.

Entusiasta, mi vesto e mi preparo per uscire. So già che mi divertirò. Con Micah non mi annoio mai. Trova sempre qualcosa con cui stuzzicarmi.

Appena usciamo, i miei capelli si riempiono di fiocchi di neve e apro la bocca per afferrarne uno al volo. È fredda, ma si scioglie subito. Ne raccolgo un po' da per terra e formo una palla per prendere confidenza. È strana. I guanti mi proteggono dal ghiaccio e sono troppo emozionata per sentire il freddo.

Micah mi osserva per tutto il tempo e quando lo colpisco al petto con una palla bella compatta, sussulta. Non se lo aspettava. Scappo via ma non vado molto lontana. Così iniziamo una vera e propria battaglia di palle di neve.

<<Mi hai appena dichiarato guerra>>, dice ridendo e inseguendomi.

Io cerco di scappare, ma affondo nella neve e sono troppo lenta. Così mi ritrovo con il cappotto zuppo e i capelli bianchi.

Micah sferra una delle sue palle in risposta alla mia, e mentre ne prepara una seconda, lo spingo per farlo cadere, ma lui si aggrappa a me e non si sa come, finisco sotto di lui. Scoppiamo a ridere.

Ha le guance arrossate per il freddo e ha un ciuffo di capelli castani che gli escono dal berretto grigio di lana. È davvero mozzafiato. Perfino più bello del paesaggio innevato che ci circonda.

Il suo corpo mi tiene al caldo, mentre la neve mi sta congelando le chiappe. Letteralmente.

Senza fiato, gli circondo il collo con le braccia. I suoi occhi diventano sempre più scuri per il desiderio. Leggo nel suo sguardo ciò che prova in questo momento. È esattamente lo specchio dei miei sentimenti.

Sono felice, spensierata e ho una voglia matta di baciarlo. Giuro che se adesso suona qualcosa, reagisco male.

<<Hai spento il telefono questa volta?>>, domando ridacchiando quando lui mi sfiora la guancia con la punta del naso ghiacciata.

Sbuffa. <<L'ho lasciato dentro. E i tuoi timer?>>.

<<Non ho il telefono con me>>.

<<Perfetto>>, sussurra.

Sfiora le mie labbra con le sue in una carezza leggera come una piuma. I miei occhi fissi nei suoi. Ho la pelle d'oca su tutto il corpo e non mi ha nemmeno baciata.

Se la prende con calma. Troppo con calma. <<Hai intenzione di baciarmi, prima o poi?>>, mi lamento.

Ridacchia e il suo fiato caldo mi scalda le guance. <<Sì>>.

Sbuffo. <<Sto cambiando ide...>>, non finisco la frase. Finalmente mi zittisce con la sua bocca e non c'è più niente di leggero o delicato.

Mi bacia come ho sempre immaginato avrebbe fatto Micah: con passione. Devozione. Le sue labbra morbide in netto contrasto con la decisione del suo tocco. La sua lingua scorre nel mio labbro inferiore in una lenta carezza sensuale e d'istinto la avvolgo attorno alla mia.

Geme in risposta e si lascia andare del tutto. Il suo corpo crolla contro il mio e la sua parte più dura preme contro la mia più morbida. Nonostante gli strati di vestiti, lo sento. Mi desidera tanto quanto lo desidero io.

Gli tocco i capelli, facendogli volare via il cappello di lana, la schiena, qualsiasi cosa sui cui riesco a mettere le mani per tirarlo più vicino. Ogni terminazione nervosa del mio corpo brama di più. Sempre di più. Ogni tocco della sua lingua contro la mia è una scossa elettrica che mi scivola lungo la spina dorsale.

Non ho mai provato niente del genere prima d'ora. E non ho mai ricambiato un bacio con tanta passione. Le sue labbra continuano a muoversi sulle mie, le nostre lingue che si rincorrono in una danza. Le mie cosce gli circondano i fianchi e si sistema meglio fra le mie gambe.

<<June>>, sussurra in un gemito.

Gli tiro leggermente i capelli quando scende a baciarmi il collo, proprio sopra la vena pulsante. Il mio corpo che si inarca d'istinto contro il suo. <<Micah...>>, lo imploro. Non so nemmeno io cosa sto chiedendo.

All'improvviso si alza in piedi e sento immediatamente la mancanza del suo corpo contro il mio. Mi sorride e allunga una mano verso la mia. La afferro e mi rimette in piedi. Non mi lascia nemmeno il tempo di metabolizzare ciò che è appena successo. Mi stringe per le cosce e mi prende in braccio.

A passi decisi si incammina verso la porta di casa e non mi resta che aggrapparmi a lui. I suoi occhi non lasciano mai i miei, è come se mi tenesse connessa a lui. Sto tremando e non perché sono ricoperta di neve. È per lui e per le sensazioni che sto provando.

Apre la porta con una mano e quando entra, la chiude dietro di noi con un calcio. Si gira a mi appoggia contro il legno. Non perde tempo e si avventa di nuovo sulle mie labbra già pronte per accoglierlo. Mi scappa un gemito e lui reagisce intensificando il bacio. Si preme contro di me e mi manda in cortocircuito il cervello.

Non c'è più niente di dolce. È pura passione. È una lotta di lingue e denti. L'elettricità saetta fra di noi come se fosse stato acceso un interruttore.

Scoppio di desiderio e il bisogno di essere toccata schizza alle stelle. Il suo membro spinge contro di me e lo stringo più forte con le cosce. Giuro che se non fa qualcosa, muoio di autocombustione.

Interrompe il bacio e mi fissa negli occhi. I miei sono annebbiati e mi manca già la sua bocca sulla mia. Micah sembra disorientato quanto me dalla nostra reazione chimica. <<Poca miseria>>, si lascia sfuggire.

Rido. <<Già, porca miseria>>, concordo.

Mi accarezza una guancia con la mano che non usa per sorreggermi contro la porta. Deglutisce rumorosamente. <<Devo fermarmi?>>, chiede.

Scuoto la testa. <<No>>, rispondo decisa. Non ho mai voluto così tanto sentire Micah contro di me come in questo momento. Non sto pensando a niente altro. C'è solo lui e il suo corpo premuto nei punti giusti.

Annuisce una sola volta e con me aggrappata come una scimmia, mi porta al piano di sopra.


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