A volte gli occhi sono un gran problema,
parlano anche se non dovrebbero farlo.
(Anonimo)
<<Mi spieghi chi stai guardando da tutta la sera? Non è da te lasciarmi vincere in questo modo>>, dice Noah tirandomi una leggera spallata.
Siamo al Red da più di un'ora e ho perso tutte le partite a biliardo. Ed io non perdo mai. Ma sono distratto. La ragazza che mi è finita addosso sta mattina è seduta ad un tavolo con delle amiche. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Non capisco.
Forse perché è la prima volta che una ragazza mi snobba? Non mi hanno mai detto di no prima o guardato come se non volessero saltarmi addosso. È una novità.
<<L'ho incontrata oggi. Non so chi sia>>.
<<Non l'ho mai vista prima, eppure ha un viso familiare>>. Già, è quello che ho pensato anche io. <<Va' a parlarci>>, mi incoraggia.
Scuoto la testa. <<Non credo sia una buona idea>>.
Abbandona la stecca sopra il tavolo, afferra la sua birra e si dirige verso il tavolo della ragazza. Così, come se nulla fosse. Non ho nemmeno il tempo per fermarlo. Le dice qualcosa, mi indica e lei gli sorride. Cavolo, a me non ha mai sorriso prima.
Lei si alza e lo segue fino al tavolo da biliardo. Mi fa l'occhiolino. <<Le ho detto che le avresti insegnato a giocare>>. Poi alle sue spalle mima: "Non c'è di che". Poi torna al tavolo dalle amiche di lei.
<<Ciao>>, dico imbarazzato. Io? In imbarazzo? Ma che mi prende?
<<Ciao>>, risponde.
Allungo una mano nella sua direzione. <<Micah. E non so cosa ti abbia detto quel deficiente>>.
Stringe la mano. Trattiene a stento un sorrisetto. <<Ava. E ha detto che ti sto distraendo>>.
Sotterratemi. Sbuffo. <<Non è vero>>, protesto. Invece sì. È proprio così. Dio, che occhi. Ci si può vedere il mare.
<<Ti va di giocare?>>, chiedo.
Annuisce. <<Sì, ma non sono molto brava, ti avviso>>.
<<Non importa. Ci andrò piano>>.
Iniziamo la partita in silenzio. Lei sembra totalmente concentrata e mi da il tempo per osservarla. È una sconosciuta. Non so assolutamente niente di lei, a parte il suo nome. Le piace nascondersi dentro dei vestiti larghi. Eppure ho come la sensazione di sapere già chi è.
Non mi è mai successo prima. È spaventoso.
<<Allora, immagino tu sia nuova qui>>, dico per rompere il ghiaccio.
<<Sì, mi sono appena trasferita>>, risponde, vaga. <<Sei all'ultimo anno?>>.
<<Già e capitano della squadra di football>>.
Mi guarda con un sopracciglio sollevato. <<Non avevo dubbi>>, dice con un sorrisetto sarcastico.
<<Perchè?>>.
Mi indica con la stecca. <<Beh guardati. Con un corpo così non credo tu faccia parte del club del libro>>.
Gongolo. Mi sembra un complimento. Lei mi ha decisamente guardato. <<Magari ne sono il presidente>>, scherzo.
Sbuffa una risatina. <<Non credo proprio>>. Manda una palla in buca e mi guarda soddisfatta. E poi un'altra ancora. Sono totalmente rapito.
<<Meno male hai detto che non sei brava>>.
Ride. Ha una bellissima risata, di pancia. <<Stavo decisamente bluffando>>.
<<Allora forse dovremmo giocarci qualcosa>>, propongo. <<Per rendere la sfida più eccitante>>.
I suoi occhi scivolano per un attimo su di me, prima di riportare l'attenzione sul tavolo. <<Che cosa hai mente?>>.
<<Se vinco io, mi darai il tuo numero di telefono>>.
<<Presuntuoso>>, scherza. <<Ok, ci sta. Se vinco io...>>, ci pensa e mi lascia in sospeso. <<Dovrai fare trenta flessioni su questo pavimento lurido>>.
<<Andata>>, accetto.
Cominciamo a fare sul serio e le sue amiche ci raggiungono, gustandosi la battaglia a colpi di stecche. Ava è precisa, ma riesco a distrarla spesso. Le sfioro la schiena con la mano passandole accanto, le pongo una domanda.
Lei invece non fa niente. Non è necessario. La sua sola presenza è per me una distrazione più che sufficiente.
A lei mancano due palline da mettere in buca. A me tre. Direi che ha la vittoria in tasca. Con due mosse da manuale, mi straccia. <<Ho vinto!>>, dice piena di entusiasmo.
Noah, quel traditore, le batte il cinque. <<Complimenti! Hai appena detronizzato Micah>>.
<<Ah-ah, divertente>>. Odio perdere, ma in questo momento mi importa di più di non aver ottenuto il numero di telefono di Ava.
<<Forza Micah! Le flessioni ti aspettano!>>, mi prende in giro Ava.
Mi distendo sul pavimento lurido del Red e mi metto in posizione. <<Conti tu?>>.
<<Ovvio, non voglio che imbrogli!>>.
Così mi ritrovo a fare le flessioni in un locale pieno di gente. E non mi sono mai divertito tanto.
STAI LEGGENDO
QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...