Sei mesi dopo
Las Vegas, Nevada
Guardo i miei compagni attorno a me. I loro sguardi determinati, i visi concentrati.
Ci siamo. È arrivato quel momento.
Un'ultima giocata e avremo fra le mani il titolo più importante per la nostra carriera: la vittoria del Super Bowl.
Damon mi circonda le spalle con le braccia e a catena ci uniamo tutti in un cerchio strettissimo. Chiudiamo fuori tutto lo stadio: i rumori, il tifo, la musica, i cori. Ci siamo solo noi e i nostri respiri.
Li guardo uno ad uno. Stiamo per realizzare qualcosa di unico. Potente. Al mio esordio nella NFL, assieme ai miei compagni, sto per realizzare il mio sogno. Il me di sei anni ci credeva e mi ha fatto arrivare fino a qui. A questo preciso istante.
<<Ricordatevi solo una cosa>>, dico ai miei compagni. <<Qui e ora>>.
<<Qui e ora>>, rispondono in coro.
L'arbitro fischia per far riprendere il gioco. Ci troviamo sulla linea delle 20 yard, mancano pochi secondi alla fine della partita. Una sola, unica giocata e sarà tutto finito. Ricorderò questo momento per sempre.
Siamo tutti in posizioni. Chiamo di nuovo lo schema e i miei compagni si preparano. Damon accanto a me, annuisce una sola volta. È tutto ciò che mi serve. Lui è pronto a scattare. L'ultima giocata arriverà nelle sue mani.
La palla si muove, entra nelle mie mani e mi preparo, con il fiato sospeso a compiere l'ultimo, spettacolare, passaggio di questa stagione. Faccio un passo indietro, cerco Damon che corre in mezzo agli avversari e carico il colpo.
La palla esce precisa e traccia un lunghissimo arco a tutta velocità. Damon corre più veloce che può, non perde di vista la palla neanche per un attimo. È solo. Nessuno riesce a raggiungerlo.
Afferra il pallone, percorre un paio di metri e... touchdown. Lo stadio esplode, i miei compagni e lo staff corrono tutti in campo. Mi levo il casco dalla testa e lo lancio in aria. Ma cosa abbiamo appena fatto?
Il campo si riempie in fretta, i nostri amici e le nostre famiglie invadono il terreno di gioco. Fra tutta questa folla però, vedo solo una persona: June. La mia bellissima June. Indossa un meraviglioso abito bianco estivo che mette in mostra la sua pelle abbronzata. Sembra un angelo.
Se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi.
Corre verso di me e la afferro al volo. Le sue gambe si stringono contro i miei fianchi, le sue braccia si legano contro il mio collo. Sta sorridendo e piangendo.
<<Oddio, amore, ma che hai fatto?>>, domanda incredula.
Le stampo un bacio sulle labbra e l'unica cosa a cui riesco a pensare è all'anello che ho comprato con Damon sei mesi fa in quel negozio. Lo custodisco da allora, in attesa del momento giusto per farle la proposta.
E quale miglior momento di questo? Ho appena realizzato il mio primo sogno e ora voglio realizzarne un altro: sposare questa donna magnifica.
La appoggio a terra e la bacio di nuovo. Voglio solo sentirla vicina per un attimo. Sentire che tutto questo è reale.
Mi allontano di un paio di passi senza mai toglierle gli occhi di dosso. <<Dove vai?>>, mi chiede, confusa.
Mi tremano le mani e le gambe mi sembrano di gelatina e non per colpa di questa partita. È tutta colpa di June. Mi sfilo la collana che portavo sotto la divisa e la tengo fra le mani. Senza farmi vedere, sfilo l'anello dalla catenina e mi inginocchio di fronte a lei.
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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...