Baciala. Baciala. Baciala.
Nel mio cervello gira e rigira questa sola e unica parola da dopo il nostro patetico casquette sulla pista da bowling. C'era l'atmosfera, la giusta intesa. Eppure ho esitato. Qualcosa mi dice che Ava non è ancora al passo con me.
Io sono dieci falcate in avanti e lei è rimasta ferma all'amicizia. Devo avere pazienza. Sento che succederà nel momento in cui mi raggiungerà. Ci credo. Ci credo con tutto me stesso.
Accartoccio la carta del mio hamburger e sospiro soddisfatto. <<Non avrei dovuto sgarrare la mia dieta, ma ne è valsa la pena>>.
<<Giusto, la dieta>>.
Faccio una smorfia. <<Privarmi del cibo spazzatura è una vera tortura. Necessaria, ma soffro nel profondo>>.
<<Ecco un altro motivo per cui non potrei essere una atleta: il cibo. Non posso vivere senza la pizza o le patatine fritte>>, dice piena di entusiasmo pensando a tutto ciò che ha appena elencato.
Qualcosa è cambiato in lei nelle ultime due settimane. Sorride e ride molto di più. Si sta lasciando andare e quel velo di oscurità nello sguardo sparito. Non so se attribuirmi il merito, eppure ci spero.
Lei in mia compagnia sta bene tanto quanto sto bene io.
<<A proposito di cibo. La prossima settimana c'è il Ringraziamento. Torni a Los Angeles?>>, chiedo girandomi sul sedile per guardarla meglio anche se siamo al buio nel parcheggio del fastfood.
Scuote la testa. <<No, tornano solo Ella e Maddie>>.
<<Posso farti una domanda?>>, chiedo con cautela. So che ci sono certe cose di cui lei non vuole parlare. Ho paura che si chiuda a riccio di nuovo.
Annuisce. <<Certo>>.
Esito. <<I tuoi genitori?>>, domando dopo aver preso coraggio. L'ultima volta che gliel'ho chiesto ha evitato di rispondere.
Al contrario delle mie aspettative, sorride, raggiante. <<Loro sono fantastici e ho un ottimo rapporto con loro. Hanno deciso di trascorrere il Ringraziamento in viaggio. Hanno noleggiato un camper e partiranno all'avventura>>, mi racconta.
<<Davvero?>>.
<<Davvero>>, conferma. <<Per questo non torno a casa. Preferisco restare qui e godermi la casa in solitudine>>.
<<Nessuno può passare le festività da solo. È triste>>.
Mi sorride. <<Sopravviverò>>.
Una folle idea, prende forma nella mia testa. <<Vieni con me>>. Ecco, l'ho detto.
Spalanca gli occhi. <<Dove?>>, chiede sorpresa.
<<A casa, dai miei genitori. Mi fermerò solo tre giorni perché poi dovrò tornare per gli allenamenti prima dei playoff. Audrey la conosci già. Sarà divertente>>.
<<Micah>>, protesta.
Afferro la sua mano e insceno la miglior espressione da cucciolone di cui sono capace. <<Ti prego, vieni a casa con me>>.
<<Sono una intrusa che si intromette nella tua famiglia. Non mi sembra giusto>>. Ok, devo passare al contrattacco. Prendo il telefono e faccio partire una chiamata. Metto in vivavoce e aspetto. <<Cosa stai facendo?>>, chiede Ava sorpresa.
Mamma risponde al terzo squillo. <<Ehi, tesoro. È successo qualcosa?>>, chiede allarmata.
<<No, sto bene, tranquilla. Chiamo per un altro motivo>>.
<<Cioè?>>, chiede curiosa.
Guardo Ava dritto negli occhi. <<Una mia amica non sa dove trascorrere le vacanze, la prossima settimana. Posso invitarla a casa?>>.
<<Oh, ma certo, tesoro! Sai che cucino sempre troppo. Non è un problema. Portala. Resta anche a dormire?>>, chiede.
<<Sì>>, confermo, <<preparale pure la mia stanza>>.
<<Ok, tesoro. Sono felice che porti qualcuno, così ci aiuterà a cucinare! Baci!>>, e riaggancia.
Sorrido ad Ava che sta fissando il mio telefono. <<Visto? Faresti felice mia madre>>.
Assottiglia lo sguardo e mi guarda di traverso. <<Le hai fatto credere che verrò>>.
Scoppio a ridere. <<Esatto, così non puoi dirmi di no e non la farai restare male>>.
Alza gli occhi al cielo. <<Sei davvero subdolo Micah Hudson>>, borbotta.
Sorrido felice. <<Quindi vieni?>>.
<<Ho forse scelta?>>, domanda rassegnata. Sotto sotto so che ne è felice, ma è una tipa tosta. Prima di cedere deve mostrare gli artigli.
<<No>>.
Accenna un sorrisino. <<Va bene. Verrò>>.
Speravo tanto lo dicesse. <<Bene. Ora raccontami dei tuoi genitori>>.
Trascorriamo l'ora successiva a parlare. Finalmente, dopo mesi, mi regala un pezzo di sé di sua spontanea volontà. Mi fa entrare nel suo mondo ed io non potrei essere più felice di così.
Mi concede un pezzo di sé, della sua storia e ciò che vedo dietro i suoi occhi color mare, mi piace sempre di più. Crea dipendenza.
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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...