Aspetto questo momento da giorni. Subito dopo aver parlato con Damon, mi sono messo in contatto con le amiche di June. Ho chiesto il loro aiuto per incontrarla in modo discreto, lontani dalle telecamere.
Ovviamente ci ho messo un bel po' a convincerle. Sono furiose per come ho lasciato June la notte del concerto e non posso di certo biasimarle. Sono stato pessimo. Non ne vado fiero. Non è stato il mio momento migliore.
Alla fine però le ho convinte e abbiamo organizzato l'incontro. In occasione della festa in suo onore. Sono riuscite a mettermi in lista come loro accompagnatore -sotto falso nome, ovviamente- e mi sono nascosto nel corridoio che porta ai bagni per tutta la serata.
Ho seguito da lontano June. Sta sera è di una bellezza stratosferica. Quell'abito lungo di seta grigio ha una scollatura profonda sulla schiena che lascia ben poco all'immaginazione. Sono dannatamente geloso.
Più di qualche uomo sta sbavando sul suo corpo e lo detesto. Così, da bravo coglione quale sono, le ho inviato quel messaggio per farle ricordare di me. Ho visto la confusione sul suo bellissimo viso quando l'ha letto. Non sospetta proprio niente. Anzi, sembra furiosa con me.
Fra poco capirà.
Maddie mi invia un messaggio poco dopo.
MADDIE: STA VENENDO VERSO DI TE. RENDILA FELICE O TI CASTRO.
MICAH: SISSIGNORA.
Aspetto il momento giusto e quando passa davanti al mio angolo nascosto da occhi indiscreti, la afferro per un braccio e la tiro contro il mio petto. Il suo corpo si incastra al mio alla perfezione. Respiro a pieni polmoni il suo profumo e per poco non cado faccia a terra.
È la prima volta che mi succede in vita mia di stare per svenire solo perché una ragazza -la ragazza che amo- è fra le mie braccia. Mi pento solo di non essere venuto prima di oggi.
June si spaventa e sta per urlare, ma le tappo la bocca prima che arrivino le sue guardie del corpo e tutto l'intero corpo di polizia di LA.
<<Los Angeles, non avere paura>>, sussurro contro il suo orecchio. <<Sono io>>.
Sento la tensione lasciare le sue spalle e abbasso la mano che le tengo ancora contro la bocca. Si gira verso di me e compie un gesto totalmente inaspettato: mi tira uno schiaffo.
Resto talmente scioccato che non reagisco per almeno dieci minuti. June è furiosa e mi guarda storto. Ok, me la sono cercata.
<<Sei pazzo?>>, esplode. <<Mi è appena venuto un infarto!>>.
Sorrido come un ebete, anche se ho la pelle della guancia che brucia. La mia ragazza sa tirare uno schiaffo. Ne sono felice. <<E tu sei stupenda>>.
Solleva la mano per colpirmi di nuovo, ma la blocco a mezz'aria e la porto contro il mio cuore. Sta battendo impazzito contro il mio petto. <<Ti faccio a pezzi>>, minaccia.
Non resisto. Abbasso la testa e la bacio. La sua risposta? Mi morde. Forte. Credo quasi che il mio labbro inferiore stia sanguinando, ma non importa. Scoppio a ridere, ma non mi tiro indietro. Capisco il momento in cui si arrende e si ritrova a ricambiare il mio assalto.
Cazzo, quanto mi è mancata.
La mia bocca scivola nella sua con naturalezza. June geme e si solleva sulle punte dei piedi per essere più alta. Le sue dita si infilano fra i miei capelli e tira leggermente. Mi fa perdere la testa quando lo fa.
Faccio scivolare la lingua contro la sua in un bacio disperato. La mano che non uso per tenerla ancorata contro me, scivola lungo la scollatura profonda della sua schiena. Le si riempie la pelle di brividi. Cazzo, sono già eccitato.
Labbra morbide. Lingua vellutata. Corpo caldo contro il mio. È troppo e allo stesso tempo, troppo poco.
Faccio un passo avanti e la sua schiena si appoggia contro il muro. Le mie labbra non si staccano mai dalle sue. La sollevo dal pavimento e mi circonda i fianchi con le gambe. Il suo vestito si è sollevato così tanto che le scopre le cosce nude.
La mia lingua continua il suo assalto e June risponde ad ogni colpo. Mi strofino contro di lei che rovescia la testa all'indietro e geme. Interrompe così il bacio e iniziamo a fissarci negli occhi. Mare contro tempesta.
<<Cosa ci fai qui?>>, chiede ansimando. Lo scollo del vestito si è abbassato così tanto che intravedo il suo seno.
Mi passo la lingua sulle labbra assaporando il suo sapore. <<Mi manchi>>, rispondo semplicemente.
<<E?>>, domanda stringendo le mie spalle fra le mani. È ancora sollevata tra me e il muro. La mia parte migliore è incastrata nella sua più morbida e bagnata.
<<Sono un coglione>>.
Si lascia sfuggire un sorrisetto. <<Così va meglio>>.
Appoggio la fronte contro la sua. <<Ti amo. Mi manchi. Mi dispiace>>. Dico queste tre cose di getto, senza pensare alle conseguenza. Senza aspettarmi una risposta. <<Dobbiamo parlare>>.
Annuisce. <<Sì, ma non qui>>.
<<No>>, concordo. <<Sto in un albergo qui vicino. Quando ti liberi da questo evento, vieni da me, per favore>>, la supplico.
<<Ok>>, acconsente. <<Potrebbero volerci ore prima che riesca a sgattaiolare via e camuffarmi. I giornalisti mi seguono da giorni. Non mi lasciano in pace>>.
Le stampo un bacio sull'angolo delle labbra. <<Non importa quanto tempo ci vorrà. Ti aspetto>>. La rimetto a terra e sparisco dopo averle dato indirizzo e numero della stanza dell'albergo. Non posso restare qui o qualcuno ci potrebbe scoprire.
Controvoglia la lascio tutta scompigliata ed eccitata. Sgattaiolo via, abbassando la testa e mimetizzandomi fra gli invitati. Quando esco dal palazzo, nessuno mi nota. Proprio ciò che speravo.
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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...