20. Ava

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 Contro ogni pronostico, la squadra di Micah vince la partita. Erano partiti in netto svantaggio, ma il brillante e presuntuoso quarterback ha ribaltato la situazione, effettuando dei passaggi da brivido. Come lo so? La folla esplodeva ogni volta che la palla era in aria.

Micah è stato il vero protagonista del gioco. La sua presenza in campo magnetica. Non sono riuscita a togliergli gli occhi di dosso nemmeno per un istante. Il suo modo di giocare è pazzesco e credo proprio che tutte le squadre professioniste faranno a gara per ottenere un contratto con lui.

Se lo merita.

<<Credo proprio che mi farò l'abbonamento e sarò presente a tutte le partite>>, sta dicendo Maddie mentre usciamo dallo stadio. <<Guardare quei maschioni tutti sudati è stata la cosa più bella di quest'anno>>.

Io ed Ella ci guardiamo scuotendo la testa. <<Credo che dovremmo trovarti un fidanzato>>, borbotto.

<<Micah è off-limits, giusto? Lo vuoi tutto per te>>. Maddie ammicca nella mia direzione.

Ora la strozzo. Alzo gli occhi al cielo. <<Non la finirai mai, vero?>>

Ridacchia. <<Non fino a quando ammetterai che ti piace. Il modo in cui ti sei fatta portare via prima e il sorriso con cui sei tornata, la dice molto luunga>>.

<<Infatti, cosa è successo prima?>>, interviene Ella curiosa.

Arrossisco se ripenso alla proposta del magazzino di Micah. <<Niente. Siamo andati a prendere le maglie>>, dico indicandomela sotto il cappotto.

Ella aggancia il collo di Maddie ed entrambe mi fissano. <<Certo, come no>>, commenta quest'ultima.

Sbuffo. <<Non è successo niente>>, insisto.

<<Succederà>>, dice Maddie ridendo. <<Quel ragazzo non mollerà fino a quando non ti avrà>>.

<<Siamo solo amici>>, chiarisco. <<E lui lo sa benissimo. Ad un certo punto dovrò tornare a Los Angeles e non voglio cominciare niente con nessuno>>. Mi rabbuio. <<E ho seppellito Rowan da neanche tre giorni>>, ricordo.

Volto loro le spalle. Odio gli sguardi nei loro visi. Avevano già dimenticato. Ma io no. Non posso proprio farlo. È una stilettata al petto ogni volta che sorrido con Micah perché mi sembra di tradire Rowan anche se lui non c'è più.

Mentre mi incammino verso la macchina, mi assale una strana sensazione di angoscia che mi stringe il cuore. Da quando sono tornata qui, la mancanza di Los Angeles e della mia vita di prima si sta facendo sentire sempre più forte.

I miei genitori sono venuti a trovarmi in albergo, il giorno dopo che sono atterrata, e rivederli è stato bellissimo. Li amo, ma non posso stare con loro in questo momento. I paparazzi mi stanno cercando e non posso inondargli il giardino di casa di giornalisti solo perché ho voglia di passare del tempo con loro.

Mio padre ha problemi di cuore e sarebbe uno stress troppo grande da gestire con la sua salute così precaria. Ho bisogno anche della mia famiglia, ma non posso vederli. Stare da loro per un po'.

È un altro peso che devo portarmi sulle spalle.

Quando sono diventata famosa, velocemente e inaspettatamente, le cose hanno progredito in fretta. Nel giro di un paio di mesi, dopo l'uscita del mio primo album "Sunset", ero già in vetta alle classifiche e la richiesta di interviste impossibile da gestire. Non aiutava per niente il fatto che la mia relazione amorosa con Rowan fosse già di dominio pubblico.

Ho dovuto lasciare casa dei miei genitori a diciotto anni, appena finito il liceo e potevo andare a trovarli sono di rado. Sono quattro anni che non trascorro con loro nemmeno le festività. Mi mancano così tanto...

<<Ehi, Los Angeles!>>. Micah compare alle mie spalle. La sua voce allegra alleggerisce il peso nel mio cuore. Come è possibile?

Mi sto affezionando a questo ragazzo pur non volendo. Ha stampato in fronte la parola "pericolo" e ci sto andando a sbattere, letteralmente, contro. Dovrei fermarmi, smetterla di frequentarlo, ma non ci riesco. Il fatto che sono in pace quando sono con lui è ciò che mi fa andare avanti.

Mi volto e incrocio i suoi occhi sorridenti illuminati dai lampioni del parcheggio. <<Ehi, quarterback. Bella partita>>.

Sorride e si stringe nelle spalle. <<Sì, siamo stati bravi>>.

<<Allora, come ci si sente ad essere stato eletto il miglior giocatore in campo?>>, domando appoggiandomi contro la macchina.

<<Come tutte le altre partite, immagino>>.

Ella e Maddie si avvicinano. <<Allora, si va a festeggiare?>>, chiede Maddie ammiccando.

Micah annuisce. <<Certo>>. Si gira a guardarmi. <<Vieni in macchina con me?>>, chiede.

<<Va bene>>, acconsento. Lancio le chiavi della macchina ad Ella e seguo Micah.

Mi indica la sua auto nello spazio riservato ai giocatori. <<Da quella parte>>. Ci incamminiamo in silenzio e l'angoscia che sentivo qualche minuto prima, sparisce. Non so come sia possibile. Micah mi fa sentire meno la mancanza di casa.

<<Ti ho vista esultare, prima. Ti sei divertita?>>.

Accenno un sorrisetto. <<Sì, mi è piaciuto proprio tanto. Non credevo che sarebbe stato così. In tv le partite non rendono come vederle dal vivo>>.

<<Hai ragione. Specie quelle della NFL. Da brivido>>.

<<Dove speri di giocare?>>, chiedo una volta in auto.

Si volta a guardarmi prima di mettere in moto. <<Mi piacerebbe andare a giocare nella stessa squadra di Damon, il mio migliore amico, a Chicago. So che è praticamente impossibile. In realtà ovunque verrò scelto mi andrà bene. Mi basta essere preso>>.

<<Credo che le squadre faranno a gara per averti. Me ne intendo molto poco, ma sei spettacolare>>.

Allunga la mano e chiude le dita sulle mie. Dal mio palmo si irradia una lunga scossa che percorre tutto il braccio. Mi ricorda il tocco di Rowan. <<Grazie, Ava>>.

Ava. Odio che lui mi chiami così. Non è altro che il mio secondo nome che uso come copertura da mesi. È stato per una sorta di nuovo inizio dopo l'incidente. June Allyson è troppo conosciuta per passare inosservata.

Fisso i suoi occhi e lui deve leggerci qualcosa perché si schiarisce la voce e stacca la mano dalla mia. Mette in moto la macchina ed esce dal parcheggio. Una volta arrivati al Red, lui si blocca davanti alla porta di ingresso. <<Appena aprirò questa porta, ci sarà il delirio. Se non vuoi essere travolta dalla folla, ti consiglio di entrare prima di me>>.

Mi assale il panico. Sono abituata ad essere circondata dai miei fans, ma dopo l'incidente mi sento stranamente paranoica. <<Entro prima, se non ti dispiace>>.

Annuisce. <<Ti vengo a cercare io quando si placano gli animi>>.

Entro e vado a cercare le mie amiche. Le trovo sedute al bancone, con due drink fra le mani e tre ragazzi che le circondano. Ovviamente. Attirano indubbiamente l'attenzione. Mi avvicino e ignoro il caos alle mie spalle. Micah è appena entrato nel locale e la folla è impazzita.

Per una volta nella mia vita, sono felice di non essere io al suo posto. Di essere ignorata. È una bella sensazione essere una persona qualunque.

QUALCUNO COME MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora