Dopo una rapida doccia ognuno per conto proprio -purtroppo-, io e June stiamo aspettando i suoi genitori. Siamo sul divano e l'ho appena trascinata sulle mie gambe.
<<Sei nervosa?>>, chiedo appoggiando il mento sulla sua spalla. La sua schiena è appoggiata contro il mio petto e non riesco a vederla bene in faccia.
Scuote la testa. <<No, sono solo felice di vederli. A Los Angeles mi risulta difficile muovermi. Spesso sono seguita da qualcuno e l'ultima volta sono dovuti venire loro in albergo da me. Siamo stati assieme solo per poco tempo e non era un bel momento>>.
So di quale momento sta parlando. <<Sicura che vuoi che ci sia anche io?>>.
Intreccia le dita delle mani alle mie e se le appoggia sopra la pancia. <<Sì, sono sicura>>.
<<Prima parlavo sul serio>>.
<<Quando?>>, domanda.
Sorrido anche se non può vedermi. <<Quando ho detto che voglio stare con te>>.
Si gira e si mette a cavalcioni delle mie gambe. Ah, che paradiso. <<Non è quello che stiamo facendo?>>, domanda.
<<Sta a te decidere>>.
Giocherella con i miei capelli corti nella nuca. <<Sto tanto bene con te, ma questo credo che ormai tu lo sappia>>.
Annuisco. <<Sì, ma siamo passati dal mi serve tempo, non voglio baciarti, a questo in fretta>>, dico indicandoci. Diciamo che siamo andati oltre a tutto quello che ci eravamo imposti.
<<Questo mi piace>>, risponde. <<Ciò che stiamo facendo mi piace>>, e sfiora la mia bocca con la sua. <<Prendiamolo come viene. Senza darci per forza un'etichetta subito>>.
<<Va bene>>, posso accontentarla. Se non è ancora pronta per considerarmi il suo ragazzo, un po' la capisco. Ho avuto anche più di quello che mi aspettavo. Devo solo portare pazienza.
Suonano il campanello e lei praticamente corre alla porta. Appena la apre lancia anche un gridolino di gioia e si lancia fra le braccia dei suoi genitori. Quando faccio la mia comparsa alle sue spalle, lei sta praticamente piangendo e ridendo.
Mi si stringe il cuore in una morsa e non so neanche perché. Ci tengo a lei da morire.
<<Buonasera>>, dico annunciando la mia presenza.
I suoi genitori alzano entrambi la testa. Nessuno dei due è sorpreso di trovare un ragazzo con sua figlia. Interessante. Mi sa che qualcuno ha parlato di me. <<Buonasera>>, salutano.
Allungo loro una mano, ma mi ritrovo coinvolto nel loro abbraccio di gruppo. <<E' così bello conoscerti. Ho sentito parlare molto di te>>, mi dice sua madre quando mi lasciano andare. Si presentano come Margareth e Hunter.
<<Anche io di voi>>, rispondo arrossendo. Sono in imbarazzo solo perché voglio fare una bella impressione. L'ex ragazzo di June lo consideravano come un figlio. Non sto cercando di competere con lui, ma vorrei fargli capire che non sono un coglione.
<<Avete già cenato?>>, domanda suo padre.
June scuote la testa. <<No>>, risponde guardandomi. Abbiamo decisamente perso la cognizione del tempo perdendoci nella nostra bolla fuori dal mondo.
<<Vi va se vi offro la cena in un bel posticino?>>, propone.
June si avvicina e si appoggia al mio fianco. Il mio braccio la circonda in automatico. <<Ti va? So che domani hai la partita e che non puoi fare tardi>>.
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QUALCUNO COME ME
عاطفيةNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...