Dunque è fatta.
Ora tutto il mondo sa. Mi sento perfino più leggera. È stato difficilissimo raccontare tutto quello che è successo, ma anche liberatorio. Non dimenticherò mai Rowan, farà sempre parte di me, ma è arrivato il momento di andare avanti.
Lascio il palco un'ora dopo. Ho cantato la canzone preferita di Rowan prima di lasciare il palco. La prima persona che cerco con discrezione è Micah, ma non c'è più nel posto in cui l'ho lasciato.
<<Dov'è?>>, chiedo alle mie amiche.
<<Ha detto che gli serviva prendere un po' d'aria ed è uscito. Non è più tornato>>, mi informa Ella.
Mi assale subito il panico. Qualcosa non va, me lo sento. Percorro il labirinto di corridoi più in fretta che riesco e raggiungo il mio camerino. Micah è proprio qui. Tiro un sospiro di sollievo. Non avrei saputo da dove iniziare a cercarlo.
È seduto sul divano, la testa bassa e le mani abbandonate sulle gambe. Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino. <<Ehi, tutto bene?>>, domando preoccupata. Non mi ha neanche guardata, eppure sa che ci sono.
<<Non lo so>>.
Mi avvicino cauta e mi inginocchio di fronte a lui. Ancora non solleva lo sguardo. <<Parlami, per favore>>, lo supplico.
Serra forte gli occhi. <<Non stasera>>, sussurra. <<Non è il momento>>.
Afferro le sue mani e le stringo fra le mie. <<E' successo qualcosa? È per quello che ho detto?>>, insisto, ma lui non risponde. Così gli sollevo il mento e cerco i suoi occhi. Sono arrossati, come se avesse pianto. <<Micah>>.
Si alza di scatto e mi volta le spalle. <<Non stasera>>, ripete. Esce dal camerino e resto ferma immobile a guardare la porta che si chiude alle sue spalle. Ma cosa cazzo è appena successo?
Sono le due di notte quando rientriamo tutti in albergo. Il mio telefono e quello di Lisa stanno esplodendo di notifiche. Tutto il mondo sta richiedendo interviste con me per saperne di più. L'hastag #goodbyRowan è già diventato virale.
Entrare in albergo è stato molto complicato. Abbiamo dovuto entrare dal retro ma i giornalisti erano appostati pure lì. È stato difficile raggiungere la mia stanza.
Lisa entra con me. Anche lei sembra esausta. <<Sapevamo che sarebbe successo, ma tutto questo caos è pazzesco>>, dice andando a versarsi da bere.
Lancio le scarpe da qualche parte. <<Lo so. Sono tutti impazziti>>.
<<Nessuno si aspettava tutto questo>>, ragiona.
<<No, nessuno>>, concordo.
Lisa mi osserva da dietro il bicchiere. <<Se devi sgattaiolare nella stanza accanto, sii discreta, per favore. Non possiamo permetterci che la tua storia con Micah esca allo scoperto proprio ora>>.
Annuisco. <<Non preoccuparti. Farò finta di aver dormito nel mio letto>>.
Mi fa l'occhiolino. <<Ci penso io qui. Tu vai>>, dice indicandomi con un cenno della testa, la porta comunicante della stanza di Micah.
Non me lo faccio ripetere due volte, praticamente corro via. Dopo quello che è successo nel mio camerino, ho un disperato bisogno di vedere Micah. Quando entro, la sua stanza è quasi al buio, se non fosse per la luce soffusa accesa sopra il comodino.
Micah è seduto sul letto, nella stessa posizione in cui l'ho trovato qualche ora fa nel mio camerino. Sta rimuginando su qualcosa che lo tormenta. Forse lo so già, ma ho bisogno di sentirlo dalle sue labbra per poter risolvere la questione.
Alza la testa e mi guarda, mentre lo raggiungo vicino al letto. <<Sono stanca e sono preoccupata per te, quindi, per favore, dimmi quello che ti sta tormentando>>, lo supplico.
Scuote la testa. <<E' stata una giornata lunga e difficile. Dovresti tornare di là e cercare di dormire un pò>>.
Fermi. Fermi tutti. Mi sta cacciando? <<No>>, mi impunto. <<Non dormirei mai sapendo che tu sei così!>>, esplodo. Non mi sono mai arrabbiata tanto come con lui in questo momento.
<<Così come?>>, dice calmo. Troppo calmo.
Incrocio le braccia al petto. <<Sei strano da dopo il concerto. Cosa ho fatto di male?>>.
Si alza in piedi e mi raggiunge. <<Ne parliamo domani, June. Non sta sera. Ne hai passate troppe per oggi>>.
Lo spingo via. <<Hai intenzione di lasciarmi?>>. Dio, se sono patetica. Disperata e patetica.
<<No>>, dice sicuro. Eppure c'è qualcosa che non dice.
Sollevo le mani in aria, esasperata. <<Ma non vuoi che resti>>.
Fa una smorfia. <<Non è così>>.
<<Cazzo, sono stanca delle tue risposte monosillabiche>>. Possibile che non possa spiegarmi cosa ha che non va e farla finita?
<<Domani torno a casa>>, dice. <<Ho bisogno di dormire un pò>>.
<<Ma non lo faresti se io restassi qui>>, finisco il discorso per lui. <<Tuttavia non è questo il vero problema! Cosa mi stai nascondendo?>>, domando al limite della sopportazione.
<<Non ti nascondo niente>>, risponde incrociando le braccia al petto. Dio, è così sexy in questo momento. Incazzato, vestito tutto di nero e l'aria pericolosa.
<<Balle>>.
<<Il problema è che ti amo, cazzo!>>, esplode. Cala subito il silenzio nella stanza e mi immobilizzo. Tutta la rabbia semplicemente evapora via. Così, come se qualcuno avesse appena premuto un pulsante.
<<Tu cosa?>>, domando stupidamente.
<<Ti amo>>, ripete. Sto tremando. <<Ma non so se tu sarai mai in grado di ricambiarmi>>.
Se mi avessero tirato addosso una secchiata di acqua gelida, sarebbe stato meno scioccante. Eppure, Micah ha appena detto di amarmi per poi uccidermi con la frase successiva.
<<Sei ingiusto>>, sussurro.
Fa un passo in avanti per poi pentirsene subito dopo. <<Vedi? È per questo che non volevo dirti niente. Non è il momento>>.
Non rispondo e mi dirigo alla porta. La sbatto alle mie spalle e mi rintano sotto le coperte del mio letto. Lontana dal mondo. Oggi è stata proprio una giornata di merda.
Il mattino seguente, quando mi sveglio e vado a cercare Micah, lui se ne è già andato. Non ha lasciato un biglietto, un messaggio. Niente.
L'unica cosa che so è che mi ama. Ma a che prezzo?
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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...