Quando Damon mi ha chiamato l'altra sera, chiedendomi di raggiungerlo a Chicago il prima possibile, senza darmi una spiegazione, mi sono precipitato dal mio amico.
Ancora non mi ha detto il perché ed io non chiesto. So solo che ha bisogno del mio aiuto. Lui di solito tende a tenersi tutto dentro e a non cercare l'appoggio di nessuno. Se mi ha implorato di raggiungerlo, significa che si tratta di qualcosa di grosso. Di davvero importante.
Damon è sempre stato abituato a sbrigarsela da solo. Ho scoperto che è stato adottato solo di recente, dopo che è scappato senza dire una parola nel resort dei suoi genitori. Mia sorella in quel periodo ha sofferto moltissimo, ma Damon non era in sé. Aver rincontrato la sua madre tossicodipendente l'ha fatto uscire di testa.
L'ho perdonato per tutto quello che mi ha tenuto nascosto. Dopo averlo preso a pugni, ovviamente.
Quindi, quando ha chiamato perché lo raggiungessi a pochi giorni dal mio trasferimento definitivo a Chicago, l'ho accontentato. Io e June abbiamo già trovato dove trasferirci a partire dal mese prossimo. Avremo una vera casa. Ancora non ci credo.
June in questi giorni è partita per il tour e non ci vediamo da un po'. Mi manca da impazzire, ma la sua carriera è importante tanto quando la mia.
I giornali parlano ancora di noi. Ogni nostra uscita è sempre immortalata da qualcuno. Ormai ci ho fatto l'abitudine.
Damon viene a prendermi all'aeroporto. Stranamente è puntuale. Dopo una breve pacca sulla schiena, mi blocco a fissarlo. Sembra nervoso ed agitato.
<<Ok, fratello, sputa il rospo. Che succede?>>, domando. Sono quasi preoccupato.
Deglutisce rumorosamente. <<Per questa conversazione ho bisogno di un drink>>.
Lo seguo con la mia valigia. <<Hai litigato con mia sorella e sono qui per fare da pacere?>>.
Scuote la testa. <<No, ma riguarda tua sorella>>. Carica la mia valigia nel bagagliaio della sua auto. Si gira a guardarmi. <<Basta con le domande>>, mi supplica. <<Ti spiegherò tutto davanti ad una birra>>.
Sono le undici del mattino. Un po' presto per cominciare a bere, ma lo seguo e basta. Damon ha bisogno del suo tempo per dire le cose e se necessita di prendersi un attimo, lo accontenterò.
Una volta in macchina, guida in modo sicuro per le strade di Chicago. Ci sono già stato molte volte e dovrò farci l'abitudine di vivere qui.
Damon sceglie un bar vicino a casa sua e di Dee. Entriamo e prendiamo posto, lontano dalle vetrate. Forse ha paura che la gente mi riconosca e inizi a scattare foto con i telefoni. Già successo un sacco di volte di recente.
Lo fisso. <<Avanti, parla. Mi stai facendo agitare>>.
Butta giù un sorso generoso di birra. <<Voglio chiedere a tua sorella di sposarmi>>. Sputacchio la birra sul tavolo e tossisco. Ok, non era per niente quello che mi aspettavo venendo qui. <<E ho bisogno che tu mi aiuti a scegliere l'anello>>.
Cerco di riprendermi e poi scoppio a ridere. Ho temuto il peggio, sul serio. Credevo quasi che mia sorelle fosse malata o qualcosa del genere.
Damon mi guarda di traverso. <<Lo trovi divertente?>>, chiede stizzito.
Mi asciugo la faccia con un tovagliolino. <<Ce ne hai messo di tempo>>.
Sbuffa. <<Scusa se ho pensato prima alle nostre carriere e ad avere una relazione stabile>>.
Mi alzo in piedi e lo costringo a fare lo stesso. Lo abbraccio stretto. <<Sono felice che tu ti sia deciso! Diventerai ufficialmente mio fratello>>.
Si rilassa e ricambia la stretta. <<Se non mi viene un infarto prima>>.
Ci rimettiamo seduti. <<Hai già pensato a come glielo chiederai?>>.
Annuisce. <<Mi sarebbe piaciuto tornare alla Cornell, nel posto del nostro primo appuntamento, ma fra i suoi turni e i miei allenamenti è stato impossibile organizzare. Però ho trovato un posto simile qui vicino>>.
<<Quando hai intenzione di chiederglielo?>>.
<<Questa sera. Non ce la faccio più ad aspettare. Voglio che diventi mia moglie al più presto>>.
Penso a tutto quello che hanno passato in questi anni e a quanto sono cresciuti, maturati. Sono passati dal detestarsi all'amarsi. Sono la coppia più solida che abbia mai visto nonostante i continui battibecchi. Sono unici.
Sorrido, commosso. <<Allora faremo in modo che succeda>>.
Damon dopo aver parlato della sua decisione, sembra meno agitato. Aveva paura della mia reazione e non so neanche perché. Ho approvato la loro relazione dal primo giorno, forse anche prima che se ne rendessero conto loro stessi di piacersi.
Entriamo dal gioielliere dopo esserci fatti due giri di birre e una lunga chiacchierata. Onestamente anche io ci penso da giorni a rendere ufficiale la mia relazione con June. Però non so se lei sia pronta a fare questo passo adesso. Non ne abbiamo mai parlato.
Ormai conviviamo da un paio di mesi e la nostra vita amorosa è fantastica. Non credevo di poter amare qualcuno a tal punto. June è la mia vita. La mia casa.
<<A cosa pensi?>>, domanda Damon mentre aspettiamo che il gioielliere ci mostri gli anelli.
<<A June>>, rispondo sorridendo involontariamente.
Si fa da parte per far passare una cliente. <<Dove si trova ora?>>.
<<A Londra. Poi domani si sposterà a Berlino e Roma>>.
<<Quando torna?>>.
Sospiro. <<Fra due settimane>>.
Mi tira una pacca sulla spalla. <<Passeranno presto. Soprattutto visto che inizieremo gli allenamenti. Non avrai nemmeno la forza fisica per sentire la sua mancanza>>.
Guardo il mio migliore amico e il mio futuro compagno di squadra. <<Chi lo avrebbe mai detto quando ci siamo conosciuti che un giorno saremmo finiti nella stessa squadra della NFL e che in contemporanea avremmo costruito una famiglia con due donne meravigliose?>>.
Ride. <<Io ci ho scommesso dal primo giorno, dopo che mi hai tirato una pallonata in faccia, fratello>>.
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E niente, questo era l'ultimo capitolo prima dell'epilogo :) La finirò sicuramente di pubblicare questa settimana, così possiamo finalmente chiudere con questa avventura, per cominciarne una di nuova <3
Grazie per il sostegno e per i commenti! Vi leggo sempre <3

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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...