Tiro il cappuccio della felpa nera sopra la testa ed esco dall'appartamento delle mie amiche evitando di portarmi dietro sia la mia scorta -a cui ho dato la notte libera- sia i giornalisti che mi hanno seguita dopo l'uscita dal palazzo dove si è tenuto il party.
Ormai sono rimasti in pochi quelli che mi seguono tutto il giorno. La notizia di Rowan finalmente sta andando a scemare e le cose si stanno calmando. Alcuni però resistono. Ho fatto vendere i loro scoop per giorni e giorni. Credo che alcuni di loro sono diventati miliardari.
Fisso l'asfalto sotto i miei piedi e cammino a testa bassa fino alla macchina di Ella, parcheggiata vicino alla strada.
Metto in moto e mi lascio tutti alle spalle. Ci ho messo più di tre ore prima di poter scappare da Micah. Da quando è comparso al party e ci siamo visti, non ho fatto che pensare a lui e alle sue parole.
Ha detto di nuovo di amarmi.
Percorro le strade di LA nel buio della notte. In giro non c'è quasi nessuno. Sono le tre del mattino e sono esausta. La poca adrenalina che ho in corpo al pensiero di vedere Micah dopo settimane, mi impedisce di addormentarmi al volante.
Sono quasi arrivata all'albergo, quando una macchina sbuca fuori dal nulla e si piazza dietro alla mia. All'inizio non ci faccio caso, ma quando vedo che inizia a seguirmi, l'ansia prende il sopravvento.
Un paio di chilometri dopo, il guidatore viene illuminato dai lampioni ai lati della strada e il terrore prende il sopravvento. Afferro il telefono dalla tasca dei jeans e chiamo Micah. Risponde al terzo squillo.
<<Ehi>>, dice. Dio, sono così felice di sentire la sua voce.
<<Micah, mi stanno seguendo>>, dico in preda al panico. <<E' lui>>.
<<Lui chi? Dove sei?>>, mi riempie di domande.
Controllo la macchina dietro di me. Ho fatto una piccola deviazione e mi sono allontanata dall'albergo di Micah. Scendere dall'auto in questo momento è una pessima idea. E poi lo porterei dritto da lui.
<<Il giornalista che ha ucciso Rowan>>.
<<Cazzo, cosa?>>, sbraita. <<Dimmi, dove sei?>>
La vista mi si offusca per le lacrime. Ho davvero tanta paura. <<Non lo so>>, rispondo piangendo.
<<June, posso aiutarti, ma devi dirmi dove sei e dove stai andando. Dobbiamo avvisare la polizia>>.
<<No>>, lo supplico. <<Non riagganciare. Non lasciarmi da sola>>.
Impreca. Sento che si muove per la stanza. <<No, non ti lascio>>, mi rassicura. Sento che si muove, ma non capisco cosa sta facendo.
Ed io non so dove sto andando. Continuo a girare a vuoto cercando di seminare la macchina di quel pazzo. Ma lui non molla. Credo abbia capito che l'ho visto.
<<June, sei ancora con me?>>, domanda Micah.
Tiro su con il naso. <<Sì>>, rispondo fra un singhiozzo ed un altro.
<<Stai andando bene>>, dice. Sento dalla sua voce che sta cercando di mascherare la sua paura per me. Lo amo per questo. Sta cercando di darmi coraggio e sicurezza anche se è il primo ad essere spaventato. <<Andrà tutto bene>>, mi rassicura.
<<Ho paura>>.
<<Ora troviamo un modo per aiutarti>>. Sento che allontana il telefono e parla con qualcuno. <<Senta, la mia ragazza è inseguita da un pazzo. Ho bisogno che chiami la polizia e che ci aiuti a uscire da questa situazione>>, spiega rapidamente.
<<Certo, signore>>.
Micah racconta tutto alla polizia mentre è al telefono con me. Ovviamente è costretto a fare il mio nome ma è l'ultimo dei miei problemi al momento.
<<Micah>>, dico controllando lo specchietto. <<Si sta avvicinando! Oddio! Mi è appena venuto addosso!>>.
<<June!>>, urla Micah in preda al panico. <<June!>>.
Sento le sirene della polizia in lontananza, ma vengo urtata di nuovo. Sta cercando di buttarmi fuori strada. Urlo, spaventata, disperata. Mi cade il telefono per terra e non riesco a riprenderlo perché quel pazzo mi colpisce di nuovo e finisco contro un albero. Scoppia l'airbag troppo tardi perché sbatto la testa contro il volante e mi si annebbia la vista per il dolore.
Le orecchie mi fischiano e mi sembra di essere sotto acqua. La testa mi fa malissimo e l'ultima cosa che sento prima di svenire è la voce di Micah, da qualche parte, dentro l'auto.
<<June!>>, urla.
Poi il buio mi inghiottisce.
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QUALCUNO COME ME
RomansaNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...