39. Ava

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 Non riesco a riaddormentarmi. Ho di nuovo sognato la caduta nel vuoto dal dirupo dell'incidente e Rowan che urla il mio nome. Mi sono svegliata sudata e agitata. Almeno questa volta non ho pianto. È già qualcosa.

Sospiro rassegnata e guardo il soffitto, combattendo una battaglia dentro di me.

L'ultima cosa che voglio in questo momento è restare sola. Così, decisa, esco dalla mia stanza e scendo al piano inferiore alla ricerca di Micah. Non so di preciso quale sia la mia idea, visto che non credo di potermi infilare nel divano mentre dorme. Sarebbe strano.

Con l'intenzione di andare a bere un sorso di acqua –di cui proprio non ne ho bisogno- compaio in salotto. Subito Micah gira la testa verso di me e percorre con lo sguardo le mie gambe nude. La mia pelle reagisce all'istante e si ricopre di brividi.

I suoi occhi scuri bruciano per me. Sono lava bollente.

Vorrei con tutta me stessa riuscire a lasciarmi andare, ma non credo proverà mai più a fare qualcosa con me dopo che l'ho rifiutato. Volevo baciarlo. Lo volevo da impazzire.

Eppure l'hai fermato. Mi sono proprio bloccata. Ci sono parecchie ragioni per cui ho messo la mano sulla sua bocca quando si è presentata la giusta occasione. Mi sento sbagliata nei suoi confronti.

Si mette seduto e vedo che sta cercando di non guardare le mie gambe nude. <<Ehi>>, dico mordendomi il labbro inferiore.

<<Ehi>>, risponde. <<Non riesci a dormire?>>.

Scuoto la testa. <<Ho fatto un incubo>>, dico fissando il pavimento in mezzo ai miei piedi. <<Ti ho svegliato?>>.

<<No, non stavo dormendo. Fino a due minuti fa stavo chiacchierando con Damon>>.

<<Oh, okay>>, dico facendo un passo indietro, avvicinandomi alla scala. <<Ti lascio dormire>>.

Scatta in piedi e mi blocca per il braccio. <<Dai, Los Angeles, parla>>.

Questo ragazzo. Ha imparato in pochissimo tempo a leggermi dentro. Fa spavento. <<Come fai a sapere che devo dirti qualcosa?>>.

Sorride e mi tira contro il mio petto di marmo. Il suo profumo colpisce le mie narici all'istante. Sa di buono. Adoro il suo profumo. È qualcosa di solo suo. <<I tuoi occhi>>, risponde in un sussurro leggere avvicinandosi sempre di più. <<E come ti torturi le mani>>.

Sospira, rassegnata. <<Mi faresti compagnia? Almeno fino a quando non mi addormento?>>, chiedo arrossendo. Devo essere impazzita. Anche se abbiamo dormito assieme già un paio di volte, non dovrebbe diventare una abitudine.

Afferra la mia mano e mi trascina verso le scale. <<Andiamo>>.

Oh, Micah.

Capisce che c'è qualcosa che mi turba. Asseconda la mia follia e si infila con me nel suo piccolo letto d'infanzia. Non c'è molto spazio e l'unico modo per starci entrambi, è infilarmi nel suo abbraccio. È troppo grosso e muscoloso, ma non mi lamento, anche se potrei cadere nel pavimento da un momento all'altro.

Eppure è ciò di cui ho un disperato bisogno. Del suo calore. Suo e di nessun altro.

<<Ti va di parlarne?>>, chiede dopo un lungo silenzio interrotto solo dal rumore dei nostri respiri sincronizzati.

<<A volte sogno di trovarmi nel vuoto del dirupo e mi sembra di non riuscire a muovermi>>, racconto. <<I soccorritori mi hanno trovata incastrata contro lo sportello accartocciato e hanno fatto fatica ad estrarmi. Per tutto il tempo sono stata incosciente perché avevo battuto la testa e non mi ricordo niente. Ma la mia mente continua a riportarmi in quei brevi frammenti dopo l'impatto>>.

<<Come siete usciti di strada?>>.

<<Ci hanno tamponato da dietro e ci hanno buttato fuori strada per qualche metro. Siamo precipitati dopo il secondo o il terzo impatto. Non me lo ricordo molto bene>>.

<<Hanno trovato il responsabile?>>, domanda corrucciato.

Scuoto la testa. <<No, sanno chi è, ma è scappato. Non riescono a trovarlo. Lo hanno cercato dappertutto ma ancora niente. Sembra scomparso nel nulla>>.

<<Lo conoscevi?>>.

Mi trovo di fronte ad un bivio: dire o meno la verità? <<Solo di vista>>, ammetto. <<Lo avevo visto qualche volta e mi ha sempre messo i brividi>>.

Appoggia le labbra contro la mia fronte e mi si chiudono gli occhi. <<Spero lo trovino prima di me, Los Angeles>>, sussurra. <<Odio ciò che vi ha fatto>>.

<<Anche io, ma non cambierebbero comunque le cose>>.

<<No, ma sarebbe fatta giustizia>>.

Giustizia. Già, ma per chi? Per me o per Rowan che ci ha rimesso la vita? <<Non voglio vivere con questa angoscia. Ho già sofferto abbastanza in questi mesi. Voglio solo tornare a vivere>>.

<<E' per questo che ti sei trasferita così lontana? Per ricominciare?>>, chiede con dolcezza. Sembra quasi terrorizzato nel parlare. Un po' lo capisco. Sono stata davvero scostante con lui.

<<Sì e perché tutto a Los Angeles mi ricordava di lui. Dovevo cambiare aria, fare qualcosa per me e per distrarmi>>.

Sospira contro il mio collo, provocandomi una lunga scarica di brividi. <<Mi dispiace per tutto, ma non di averti conosciuta>>.

Sorrido e lo stringo più forte. <<Sono felice anche io di averti conosciuto, Micah. Se c'è un po' di luce nella mia vita, è tutto merito tuo>>.

<<Sì, sono troppo splendido>>, scherza, alleggerendo l'atmosfera.

Gli pizzico un braccio. <<Ecco che rovina tutto>>, borbotto divertita.

<<Scusa, non riesco a rimanere serio per troppo tempo>>, si giustifica. So che non è vero. Micah è un ottimo ascoltatore e prova molta empatia. Dietro la maschera da burlone, re delle feste, si nasconde un cuore grande. Io l'ho visto tutto e mi piace sempre di più.

<<Non è vero. Inutile che ti nascondi, Miach>>.

<<Stai imparando a conoscermi davvero bene>>.

Sorrido anche se non può vedermi. <<Sì e sei un pazzo>>.

Ride. <<Non è vero>>.

Sbadiglio per la terza volta. <<Se qui non stai bene, puoi tornare a dormire giù sul divano. Questo letto è troppo piccolo per due persone>>.

<<Vuoi che me ne vada?>>, chiede.

<<No>>. Ti prego, resta.

Mi tira contro il suo petto e le mie gambe si intrecciano alle sue. Non c'è nemmeno un centimetro a separarci. Sembriamo plasmati l'uno sull'altro. E il calore del suo corpo scatena in me una miriade di sensazioni potentissime. <<Non vado da nessuna parte. Sto benissimo>>. Sorrido contro la sua spalla e piano piano il sonno viene a bussare alla mia porta.

Ascoltando il respiro di Micah, mi addormento.

QUALCUNO COME MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora