Dopo colazione, saluto i genitori di June e salgo al piano di sopra per prepararmi. June mi raggiunge e si inginocchia nel letto. Osserva tutte le mie mosse. Non mi molla un attimo.
<<Hai qualche altro rito scaramantico prima di una partita?>>, chiede.
Alzo lo sguardo su di lei. <<A parte ascoltare la tua canzone? No, non credo>>.
<<A proposito della mia canzone>>, dice scendendo dal letto. Prende il suo telefono e mi fa l'occhiolino. Lo schermo del mio si illumina per una notifica. È un suo messaggio vocale. <<Solo per te>>, specifica.
<<Quando devo ascoltarla?>>, chiedo intrigato. È bello avere una cantante tutta per sé.
Si avvicina e mi getta le braccia al collo. <<Quando vuoi tu>>.
La sollevo dal pavimento e mi allaccia subito le gambe ai fianchi. <<Ricorda: questa sera abbiamo un appuntamento>>.
<<Sì, me lo ricordo. Solo che non mi hai detto dove mi porti>>.
Sorrido. <<Dici che non puoi andare in un ristorante senza essere riconosciuta, quindi dovremmo approfittarne e uscire di nuovo. Magari anche al cinema?>>.
Ricambia il sorriso. <<Ci sto>>.
Non riesco a trattenermi e bacio quel sorriso. <<Se non esco subito da quella porta, rischio seriamente di non presentarmi alla partita>>.
Struscia il naso contro il mio. <<Recuperiamo questa sera>>.
<<Puoi giurarci>>.
Dopo un lungo bacio mozzafiato, la rimetto a terra. Prendo il borsone da sopra il letto e mano nella mano usciamo dalla mia camera. I suoi genitori sono partiti dopo colazione con il camper. Hanno detto che volevano esplorare alcune zone delle vicinanze prima della partita.
June mi accompagna allo stadio con la mia macchina. I miei compagni stanno già cominciando a salire sulle corriere della squadra. È obbligatorio arrivare tutti assieme alle trasferte, altrimenti avrei fatto volentieri il viaggio con lei.
Prima di scendere dall'auto, mi giro verso di lei. Sotto al cappotto, indossa la mia felpa della squadra. Sembra una vera e propria tifosa. Provo un moto di orgoglio. Mi sporgo in avanti e le stampo un bacio casto sulle labbra fredde. <<Ci vediamo dopo>>, dico. Non ho nessuna voglia di scendere e lasciarla. Mi sto proprio costringendo.
Sorride. <<Ci vediamo dopo>>, conferma.
<<La neve si è sciolta, ma stai attenta per strada. Scrivimi quando arrivi>>.
<<Va bene, ti scrivo>>.
Dopo un altro bacio, non proprio casto, esco dall'auto e raggiungo i miei compagni. Per fortuna non sono l'ultimo. Mi siedo accanto a Brandon, uno dei miei amici.
<<Ehi, M! Come va?>>, chiede.
<<Tutto bene>>. Davvero alla grande.
Durante il tragitto, quasi nessuno parla. È sempre così durante una trasferta. Ognuno si concentra nel proprio gioco per dare poi il meglio in campo. Così mi infilo le cuffiette e ne approfitto per ascoltare l'audio che mi ha inviato June.
Una melodia carica di ritmo riempie le mie orecchie. Non è la solita versione della canzone che ascolto. Questa è solo per me. La canticchio nella mia mente mentre June suona e canta per me. Non so quando l'ha preparata, però riconosco il suono della pianola.
Ho i brividi. Per fortuna indosso la felpa e non si vede neanche mezzo strato di pelle o sembrerebbe strano. June mi sta entrando sottopelle. È pericoloso ciò che sento in questo momento. Per la prima volta nella mia vita, l'ultimo posto in cui vorrei essere è una corriera per una trasferta.
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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...