Ava si addormenta a metà del film. Scivola nel sonno lentamente e la testa ad un certo punto le crolla sulla mia spalla. Mi ritrovo a sorridere come un ebete. È dannatamente carina.
La circondo con il braccio e la tiro completamente contro di me, distendendomi sui cuscini. Sono stanco, ma sento ancora i residui dell'adrenalina scorrermi nelle vene. È stata una gran partita. Credo di non aver mai giocato più così bene dalla scorsa stagione.
È stata una sensazione meravigliosa.
Mi godo il resto del film. Ava fra le mie braccia continua a dormire ignara. La circondo con un braccio e la tengo stretta. Immergo il viso fra i suoi capelli e respiro il suo profumo.
Ascolto il suo respiro e i muscoli iniziano a rilassarsi finalmente. Credo che sia la prima volta che tengo semplicemente una ragazza fra le mie braccia senza prima averci fatto nulla. Non che non sia attratto da morire da Ava, ma anche solo averla così mi fa andare il cuore in tilt.
È un'altra prima volta per me e lei nemmeno lo sa.
Il film finisce e ne comincia subito un altro. Ava dorme come un sasso e non si sveglia. Credo che fosse davvero sfinita. Gira con delle brutte occhiaie da quando è tornata da Los Angeles. Voglio che mi racconti le è successo. Sapere di lei, della sua vita, è la mia nuova ossessione. Sono totalmente dipendente da questa ragazza.
Senza rendermene conto, mi addormento anche io a metà del secondo film. La tensione scivola via dal mio corpo e anche tutto il resto. Resta solo Ava.
<<Bene, bene, bene>>. Una voce mi riporta alla realtà. Apro gli occhi di scatto e quando vedo la figura in piedi di fronte al divano in cui mi sono addormentato la sera prima, borbotto una imprecazione.
Ava si scuote nel sonno e non è per niente d'aiuto per il mio cazzo sull'attenti. La luce del sole entra attraverso le tende e illumina il corpo di mia sorella. <<Cosa ci fai qui?>>, domando con la voce arrocchita dal sonno. L'orologio sulla parete segna le nove e dieci del mattino. Troppo presto.
Incrocia le braccia sul petto, divertita. So a cosa sta pensando e non potrebbe essere più distante dalla verità. Crede che sia la mia ragazza. <<Buongiorno anche a te>>, risponde sembrando irritata.
Ava spalanca gli occhi sentendo parlare. Guarda prima me con i suoi splendidi occhi azzurri addormentati e poi la ragazza che ci sta di fronte. <<Oddio, sei la sua fidanzata?>>, chiede mettendosi subito a sedere.
Quella serpe di mia sorella inizia il suo teatrino. Ovviamente si sta vendicando per qualcosa. Poco ma sicuro. Un torto che le ho fatto anni fa. <<Sì e tu saresti?>>, domanda con un tono di voce duro.
Ava è in panico. <<Nessuno, lo giuro>>.
Blocco Ava contro il mio petto prima che scappi dalla porta e non si faccia più vedere. <<Audrey, piantala!>>, rimprovero mia sorella.
Audrey scoppia a ridere. <<Nah, non sono la sua fidanzata, ma dovresti vedere la tua faccia>>, dice. Allunga una mano verso di lei. <<Audrey, piacere. Sono la sorella di questo cretino>>.
Sento i muscoli di Ava rilassarsi. Si era trasformata in una statua di sale. Ricambia la stretta. <<Ava>>, si presenta.
Mia sorella la osserva a lungo. <<Assomigli a qualcuno che conosco>>.
Si irrigidisce di nuovo. <<Oh>>, sussurra.
Sembra un cervo accecato dai fari e non capisco perché. Decido di andare in suo soccorso. <<Non hai risposto alla mia domanda>>, dico rivolgendomi a mia sorella.
<<Non ti ricordi?>>. Scuoto la testa. <<Sono venuta a prendere il resto delle mie cose e a lasciare il resto in garage a casa dei nostri genitori>>.
Giusto. L'avevo dimenticato. Si ferma qui per il weekend. <<Bene. Hai del lavoro da fare. Quindi puoi andartene>>.
Mi fa la linguaccia. <<Saluta la tua ragazza e poi vieni ad aiutarmi. Me lo hai promesso>>. Ava è ammutolita e segue la nostra conversazione facendo rimbalzare la testa da una parte all'altra.
<<Sì, oggi pomeriggio ho detto che ti avrei aiutato. Lo sai che dopo le partite dormo fino a tardi>>.
<<Ma ora sei sveglio, scansafatiche>>.
Le mostro il dito medio. <<Prepotente>>, borbotto.
Ava fa per alzarsi, ma la blocco. <<Allora io tolgo il disturbo. Non dovrei nemmeno essere qui>>, dice lei, sentendosi di troppo. 'fanculo Audrey. Per una volta che lei era a suo agio con me, tu la fai scappare. Maledetta.
Mi oppongo con tutte le forze che mi restano in corpo. Ho dormito appena quattro ore. <<Col cavolo. Ora ti offro la colazione e poi ti accompagno con calma a casa. Non c'è fretta>>.
Audrey sospira. <<Scusa, non ti sto cacciando, lo giuro. Anzi, se vuoi aiutarmi, sei la benvenuta>>.
Sorrido ad Ava. <<Ti va? Così Audrey sarà costretta ad offrirci la cena>>. Ava cerca il mio sguardo, in cerca di approvazione. Appoggio il mento sulla sua spalla. <<Dì di sì>>, la supplico sporgendo il labbro in fuori. Spero funzioni.
<<Ok>>, accetta. Mmm, è stato troppo facile.
Audrey saltella sul posto, eccitata. <<Perfetto! Vado a preparare il caffè>>. Sparisce in cucina in tre secondi netti. Ah, Audrey! Questa improvvisata me la pagherai!
<<Scusala, è una vera peste>>. Ho ancora il mento appoggiato contro la sua spalla e la sua schiena adagiata contro il mio petto. Il risveglio migliore di sempre.
<<Sembra simpatica>>, sussurra per non farsi sentire.
Scoppio a ridere. <<E' tremenda con chi non conosce e ti ha chiesto di restare solo per avere da te le risposte che non ha avuto da me>>.
<<Non ci crede che siamo solo amici?>>, chiede preoccupata.
<<Non ho mai avuto un'amica prima d'ora. Per lei è come averle detto che esistono gli unicorni>>.
Borbotta qualcosa sottovoce che non capisco. <<Sicuro che ti stia bene che io resti?>>
Le stampo un bacio fugace tra collo e spalla che le procura dei brividi. Un gesto molto poco amichevole. <<Sono felice. Non volevo che te ne andassi>>. Mi alzo in piedi e mi stiracchio i muscoli indolenziti. Ieri sera ho preso qualche botta.
Allungo una mano e gliela porgo. <<Imbottiamoci di caffeina. Ne avremo entrambi bisogno>>. Afferra la mia mano e si lascia trascinare in cucina.
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QUALCUNO COME ME
RomanceNon era nei miei piani innamorarmi di lui, del suo sorriso. Della sua risata. O dei suoi incredibili occhi neri. Non era nei miei piani pensare costantemente a lui. Sognarlo la notte. Non era nei miei piani soffrire per lui. Non era nei miei piani d...